IL SIGNOR TUTTINOI Siamo nel precipizio. C’è rovina dappertutto. Nulla funziona. Le democrazie sono in disfacimento. I Cittadini del caos hanno paura. Non sanno come uscire dalla tremenda confusione nella quale sono stati gettati da governanti avidi e sciagurati. I Cittadini del caos non sanno più a che santo votarsi. E cominciano intimamente a pensare che per uscire dalla paralisi delle istituzioni e dal blocco della giustizia ci vuole qualcuno che detenga tutto il potere. Qualcuno che stabilisca con totale e immensa autonomia ogni cosa da fare. È solo follia? O è un urlo d’immensa eccitazione irrazionale, col quale i Cittadini del caos credono di poter ripristinare almeno una parvenza di democrazia? E poi: all’urto del tempo regge meglio una democrazia incompleta e difettosa o una dittatura perfetta? La scena si svolge in un luogo aperto, sotto le stelle. Un mucchio di cianfrusaglie, costituito anche da carcasse d’automobili, tegole e caminetti, lastre metalliche, un paio di carrozzine, elettrodomestici. Ma anche crocefissi, libri, sedie, computer e telefonini. Il SIGNOR TUTTINOI e il CITTADINO DEL CAOS sono già in scena. Tutti e due contemplano prima i rottami e poi le stelle. |
IL SIGNOR TUTTINOI - di Fabio Sìcari
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