«Ci manca la scrittura chirurgica di Vitaliano Trevisan»
Citran rende omaggio allo scrittore a L.S.D. festival di Fidenza
L’intervista di Nicola Arrigoni
Un omaggio a Vitaliano Tevisan, un «viaggio inquieto nell’ambiguità del reale», per citare una frase del giornalista Alessandro Mezzena Lona che Roberto Citran, volto del miglior cinema italiano, cita raccontando del reading dedicato allo scrittore triestino che si terrà sabato alle 18 all'ex Orsoline di Fidenza all’interno del neonato L.S.D. Festival – libri, suoni, destinazioni che si terrà il 26 e 28 maggio. L’apertura è infatti affidata all’anteprima di giovedì 26 maggio sempre al Magnani con Daria Bignardi che presenterà il suo ultimo lavoro editoriale, Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori melanconici, pubblicato da Einaudi. E piace partire dal concetto di realtà per raccontare, tramite Roberto Citran, l’omaggio a Vitaliano Trevisan, autore di Works, I quindicimila passi, un resoconto, Shorts, ma anche il bellissimo Il delirio del particolare, portato in scena recentemente dal Centro Teatrale Bresciano, con una impeccabile Maria Paiato, ultimo lavoro prima della morte improvvisa.
«Il recital prende spunto da una serata che abbiamo organizzato a Trieste in omaggio di Vitaliano che ci ha lasciati improvvisamente il 7 gennaio scorso. Un vuoto che brucia, ma anche una partenza che Vitaliano ci preannunciò a più riprese nel suo affrontare il tema del suicidio e della follia».
Vitaliano Trevisan
Che cosa leggerà di Vitaliano Trevisan?
«Ho scelto tre brani. La prefazione dei Quindicimila passi in cui Vitaliano spiega il perché di questa necessità di contare i passi e mi ha colpito particolarmente il passo in cui afferma che non c’è nulla a cui non ci si possa abituare anche nelle situazioni più estreme. C’è anche un riferimento alla guerra in Bosnia, si chiede chi siano i bosniaci, i serbi, i somali e i ruandesi e se esistano realmente o siano una invenzione dei media. Anche in questo mi è parso di una feroce attualità, pur senza rincorrere la cronaca».
Cos’altro proporrà?
«Proporrò Non ci sono soldi che è quanto Vitaliano Trevisan si sentì dire dai genitori alla sua richiesta di una bicicletta nuova. Ma la frase: non ci sono i soldi tornerà più volte, la richiamerà quando alla proposta dei suoi progetti teatrali in più occasioni si sentì dire: Non ci sono soldi. Con tutto quello che questo comporta nell’impossibilità di fare, ma anche nella scusante della mancanza si risorse che guarda caso mancano solo in alcuni frangenti. Ho cercato inoltre di dare voce alla comicità feroce ma pur sempre comicità di Trevisan, un aspetto non troppo indagato e che non ci si aspetterebbe. È bellissimo il pezzo in cui racconta quando, facendo il lattoniere, andava a pranzare in trattoria. Trevisan descrive le persone che ha conosciuto, le loro abitudini, le loro caratteristiche con una precisione e concretezza strabiliante. Trevisan era uno che parlava poco e osservava tantissimo. Non si appuntava nulla, ma poi una volta a casa annotava tutto».
Che cosa le piace della scrittura di Trevisan?
«La precisione e il fatto che sia una sorta di scrittura chirurgica che non ha paura di andare fino in fondo con concretezza e una precisione appunto di un chirurgo del linguaggio».
Cosa vuol dire recitare Trevisan?
«Vuol dire avere a che fare con una lingua in sé completa ed efficace, che non ha bisogno d’altro, se non essere detta. Non a caso Vitaliano Trevisan quando metteva in scena un suo lavoro diceva semplicemente: atteniamoci al testo e aveva ragione, non serve altro e tutto si dice e si compie con grande naturalezza e fluidità».
Quando ha saputo della sua morte?
«Ho avvertito un profondo vuoto e poi la consapevolezza che in fondo chi lo conosceva sapeva che la cosa sarebbe potuta accadere. Mi ricordo che il 12 dicembre gli ho mandato gli auguri per il suo compleanno. Mi ha risposto, è stato molto carino. Negli ultimi tempi soffriva di una profonda depressione che lo rendeva, a tratti, aggressivo soprattutto con chi conosceva meglio e con cui immancabilmente si scusava per il suo comportamento».
Ed ora?
«Non resta che coltivarne la scrittura, farlo conoscere di più di quanto non gli sia stato concesso in vita. Sono contento di averlo a suo tempo ringraziato per il dono della sua scrittura. E ultimamente mi ronza in testa una sua frase: siccome mancano gli uomini coerenti, non si hanno azioni letterarie coerenti. E come dargli torto».
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PROGRAMMA DI L.S.D. FESTIVAL - 26 + 28 maggio, Fidenza
anteprima, 26 maggio, ore 19, Teatro Magnani: DARIA BIGNARDI presenta Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori malinconici (ed.Einaudi)
28 maggio dalle ore 8.30 a mezzanotte, Cortile Palazzo Ex Orsoline
ore 8.30, colazione con il concerto della violoncellista DANIELA SAVOLDI
ore 09.30, laboratorio per bambini pensatori con SIMONE TANSINI tenore e autore della prima graphic novel tratta da un'opera di Giuseppe Verdi, in dialogo coi ragazzi delle scuole medie- superiori sul linguaggio teatrale, la musica, la letteratura e il fumetto
ore 11.00, “Il linguaggio grafico. Come il racconto per immagini può descrivere la realtà”: Michele Ginevra (Centro Fumetto Andrea Pazienza di Cremona) intervista PERCY BERTOLINI (autore di ”Da Sola” ed. Diabolo)
ore 14.00, laboratorio di beatbox per ragazzi a cura di DHAP
ore 15.00, laboratorio per ragazzi sulla graphic novel con CHRISTIAN GALLI
ore 15.00, “Il linguaggio della Natura. Come decifrare e raccontare i simboli della nostra terra che abitiamo”: incontro dibattito con FRANCESCO BOER (autore di “Troverai più nei boschi” ed. Il Saggiatore) e SANDRO CAMPANI (autore di “I passi nel bosco” ed. Einaudi)
ore 16.30, “Il linguaggio dell’informazione”: LUCA SOFRI racconta l’esperienza giornalistica del Post e il recente progetto editoriale ”Cose spiegate bene”, ed. Iperborea
ore 18.00, “Letteratura senza compromessi”: ROBERTO CITRAN legge Vitaliano Trevisan; a seguire intervista all’attore teatrale e cinematografico
ore 21.00, ERIO in concerto
ore 23.00, after concert - visual art live con C999