Autore: L. Van Beethoven Titolo: Fidelio, Direzione: Claudio Abbado Interpreti: Leonore, Nina Stemme, Florestan, Jonas Kaufmann, Don Pizarro, Falk Struckmann, Rocco, Christof Fischesser, Fernando: Peter Mattei Coro: Arnold Schönberg Chor Orchestra: Mahler Chamber Orchestra/Lucerne Festival Orchestra 2 CD DECCA |
Una protagonista di questa incisione è proprio la storia, intesa sia sotto il profilo degli avvenimenti socio-politici, sia sotto quello del linguaggio musicale. Fidelio, come è noto, è una composizione "sospesa" tra tradizioni diverse, innanzitutto tra quella sinfonica e quella operistica, poi, all'interno di quest'ultima, tra opera buffa e opera seria, tra Singspiel tedesco e opéra de sauvetage francese. Abbado mostra come queste identità si integrino nella partitura creando sempre continuità, anziché fratture tra i vari aspetti dell'opera. È interessante in questa direzione osservare come Christof Fischesser riesca a dare al contempo unità e diversificazione alla figura di Rocco. Anche all'orchestra è affidato il duplice compito di unificare e differenziare le varie parti dell'opera: essa non accompagna esclusivamente, ma assume un ruolo prioritario nel racconto della vicenda. Il consueto lavoro compiuto da Abbado su dinamica e sonorità e volto a caratterizzare in maniera sempre differente ogni singola nota, assume qui un preciso significato drammaturgico creando una rete di rimandi che sottolineano le affinità tra situazioni lontane in modo da porre sotto nuova luce l'unità della partitura. Questa dialettica tra unità e diversità non si ritrova solo nell'arco temporale dell'opera, ma anche tra parti vocali e strumentali tra le quali non vi è separazione poiché, pur avendo grande attenzione alla dizione e al significato delle parole, le voci sono parte di un complesso tessuto sonoro. Inoltre la direzione di Abbado pone in primo piano il modo in cui il compositore utilizza diversi tipi di scrittura per caratterizzare i differenti momenti dell'opera. Dunque dall'ascolto di questa registrazione si comprende come Fidelio non sia un episodio a se stante nel percorso artistico beethoveniano, ma come abbia un ruolo prioritario nella definizione del suo pensiero musicale, fondato su una concezione assai moderna che vede il suono come motore drammaturgico sia del teatro musicale sia della musica strumentale. L'attualità della partitura nasce dal lavoro sul suono della voce ravvisabile anche nell'interpretazione dell'Arnold Schönberg Chor e di Struckmann, la cui emissione molto vicina alla parola ricorda alcune tecniche usate nella produzione del XX secolo come lo Sprechstimme schönberghiano. Anche in questa occasione Abbado dimostra la sua attenzione alle ricerche sulle tecniche esecutive di epoche precedenti che rendono il suono maggiormente asciutto. L'integrazione di questi diversi mezzi è funzionale a un progetto interpretativo volto a mostrare l'attualità della composizione e più in generale della produzione di Beethoven, non solo dal punto di vista del linguaggio musicale, ma anche da quello della storia in senso lato. Seguendo questa esecuzione in partitura sembra che Abbado la trasformi "semplicemente" in suono. Questo forse è il suo progetto; lasciare che Beethoven ci parli del nostro tempo. La registrazione dal vivo è stata effettuata durante una rappresentazione in forma semiscenica al festival di Lucerna del 2010. Alberto Corrado |
S I P A R I O Recensioni Dischi : Fidelio
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