La magia dell'attore
Summer and Smoke (Estate e fumo)
di Tennessee Williams
regia di Rebecca Frecknall
scene di Tom Scutt
luci di Lee Curran
audio di Carolyn Downing
Con Patsy Ferran (Alma Winemiller) e Matthew Needham (John Buchanan)
Londra, Almeida Theatre, 24 febbraio - 7 aprile 2018
Grotowski diceva che gli elementi caratterizzanti il teatro sono l'attore e la relazione attore-pubblico. Bene, questo spettacolo ne è la prova.
Tutta Londra sta accorrendo a vedere l'interpretazione di Patsy Ferran, acclamata, insieme alla regista Rebecca Frecknall, dalla critica che assegna a Summer and Smoke il massimo dei consensi.
Patsy Ferran, un'attrice ancora all'inizio della sua carriera che l'ha vista in pochi ruoli minori, è una rivelazione. Magra, minuta, angolare nei lineamenti, domina la scena vibrando dell'intensità dei suoi sentimenti e sensazioni. Con una blusa bianca, stretta ed allacciata fin sotto il collo ed una gonna che le ricade sotto i ginocchi, è la personificazione del puritanesimo, ma non quello ottuso e precluso ai desideri vitali, ma quello che consapevole dell'anelito spirituale tenta di conciliarlo e di farlo convivere coi desideri corporali senza riuscirci. Innamorata del figlio del medico, John Buchanan, un Marlon Brando per corporatura ma non per potenza artistica, Alma, consapevole delle sue emozioni, tenta di ingraziarselo e di elevarlo dal livello di vitalità del corpo a quella dello spirito, ma se anche il ragazzo a parole asserisce di aver imparato che esiste una vita spirituale, in pratica segue i suoi desideri corporali con altre donne, lasciando Alma in smoke, incenerita, e tragicamente pronta a dissolversi in fumo nelle braccia del primo venuto.
La Ferran apre lo spettacolo, sola in scena, davanti a un microfono fisso che ne amplifica i suoni, riproducendo un attacco di panico lungo un minuto che stabilisce subito il livello di fragilità del suo personaggio. Il viso pallido, il continuo affollarsi delle braccia e delle mani sul viso a ritoccarsi i capelli, a controllare la chiusura sul collo della blusa, a lisciarsi la gonna, ad accartocciarsi le mani, il continuo concitato chiacchierio, senza respiro, che comunica il testo del 1947 favolosamente espressivo e poeticamente lirico di Tennessee Williams, danno vita alla vulnerabilità di Alma. Ogni sua parola, ogni suo discorso o a meglio dire moto dell'anima - Alma significa Anima/Spirito-, è illustrato da una animazione del corpo che crea immagini espressive del contenuto. Il suo viso, estremamente comunicativo soprattutto attraverso i vividi occhi e capace di spezzare in minutissimi impulsi la singola azione così come un uccellino, è accompagnato dal movimento di tutto il corpo che si innalza nel desiderio, si contorce nell'angoscia, si spezza quasi paralitico nella tragedia dell'amore non corrisposto. Il ritmo del suo eloquio, il tempo delle battute e soprattutto il dominio dei silenzi, creano una sinergia col pubblico, palpabile. L'immagine che conclude lo spettacolo è di un'Alma rotta che adagio adagio gira su se stessa quasi come una marionetta svuotata di ogni desiderio di vita.
A suo paragone il John di Matthew Needham, non riesce a convincere perché la sua mascolinità non implica forza vitale, desiderio di godere la vita, la forza da contrapporre al desiderio di spiritualità, di costruire cattedrali gotiche con spirali che toccano il cielo, di Alma. Ottimo invece l'uso del suono - nove pianoforti sul fondo circolare della scena che sottolineano con preziose note il significato delle battute o che fortemente dirompono a evidenziare stati d'animo- e della luce usata anch'essa impressionisticamente con gli stessi intenti.
Summer and Smoke, con la regia di Adrian Noble, uno dei grandi registi britannici, dovette tagliare il numero di rappresentazioni per mancanza di vendite nel 2006. Uno spettacolo difficile, due ore e mezzo di quasi monologo per Alma dato che le battute di John e degli altri personaggi sono minori. Ma il taglio registico che fa del personaggio di Alma un chiaroscuro di luci e di ombre - riflesso anche dalla mise-en-scène che usa anche la luce naturale delle candele oltre a quella artificiale contro uno sfondo scuro su cui la blusa di Alma simbolicamente spicca -, rendendola un personaggio completo e veritiero anche per i nostri tempi e l'interpretazione stellare della Ferran, daranno lunga vita e notorietà a questo spettacolo.
Beatrice Tavecchio