HAMLET3
Tre studi dedicati all’analisi della figura di Amleto nella sua modernità.
Un viaggio attraverso le parole di Shakespeare e le rivisitazioni che hanno attraversato i secoli fino a noi.
HAMLET REMIX
Regia di Fabio Cherstich
Assistente alla regia Emanuele Fadigati
Coreografie di Cristina Sforzini
BROKEN HAMLET
Regia di Lara Franceschetti
HAMLETMACHINE
Regia di Mattia Sebastian Giorgetti
Sabato 18 e Domenica 19 Giugno 2022 al Teatro Out Off ore 18:30 è andata in scena la trilogia HAMLET3 a cura di Fabio Cherstich, Lara Franceschetti e Mattia Sebastian Giorgetti che ha completato il ciclo biennale per gli allievi Elisa Bruschi, Stefano Callovi, Gloria Fioretti, Anna Germani, Gregorio Maconi, Francesco Maisetti, Umberto Mannari, Alessandro Miano, Simone Pizzo, Christian Pradella, Chiara Rivosecchi, Greta Rovere, Maddalena Tirella, Cinzia Tropiano, Beatrice Volpi del L’Accademia di Formazione - Laboratorio Professione Spettacolo.
Nata nell'anno 2002/2003 nasce dalla volontà di formare i giovani aspiranti attori alle discipline dello spettacolo e di avviarli al palcoscenico, attraverso la collaborazione di professionisti di grande esperienza. Dal 2007 il Laboratorio è inoltre promotore del"Progetto Europa: creating a bridge", un percorso formativo che prevede incontri, stage e seminari con i più importanti registi e pedagoghi della scena teatrale internazionale. Sono passati in questi anni maestri come Theodoros Terzopoulos, Yuri Halschiz, Tadashi Suzuki, il Grotowski Center di Wroclaw, Ellen Lauren.
Amleto è da sempre il rompicapo, l’enigma irrisolvibile a cui prima poi i teatranti volgono il loro sguardo di indagine sia nella forma originale sia come di studio, laboratorio, sperimentazione. Il progetto finale del laboratorio professionale del Centro Teatro Attivo coinvolge i registi Fabio Cherstich, Lara Franceschetti, Mattia Sebastian Giorgetti che realizzano tre studi dedicati all’analisi della figura di Amleto. Una storia archetipica che da sempre ci appartiene, ci accompagna, ci incuriosisce. Una storia nota.
Fabio Cherstich allora con HAMLET-REMIX invita gli attori a scavare nell'immenso universo tematico immaginando di dare voce al celebre teschio con cui spesso si raffigura il principe danese, quello del buffone di corte Yorick. Utilizzando i due becchini come sfortunati spettatori di una tragedia, che volge al grottesco, in cui vengono loro malgrado coinvolti si da vita ad un rimpasto tra originale e riscrittura curata da Stefano Callovi che be vi riesce.
Lara Franceschetti con BROKEN-HAMLET spacca di fatto la drammaturgia dando agli attori la possibilità di indagare il lato occito del rapporto ancestrale tra madre e figlio. Figli che smarriscono la strada, che urlano il loro dolore, che cadono e si frantumano così come le madri - regine al contrario cercano di sfuggire alla perenne richiesta di questi esseri fragili che sono i figli che amano, odiano, gridano e soffocano il loro desideri fino a scomparire. Un delicato equilibro di sentimenti, atmosfere, relazioni che hanno stimolato le emozioni profonde degli allievi del pubblico.
Mattia Sebastian Giorgetti incontra nuovamente Heiner Muller, dopo Medea Materiale, con il più enigmatico dei suoi testi, Hamletmachine. Composto nel 1976 da un profetico e visionario Muller la tragedia inizia con un uomo, forse Amleto forse no, seduto “sulle rovine d’Europa”. Da lì si snoda una non storia che sprofonda negli abissi umani, in un incontrollabile gioco di specchi tra Ofelia Amleto, tra uomo e donna, autore macchina, guerra e impossibilita di decidere la pacificazione, fino ad un ultimo richiamo dal fondo del pozzo della tragedia di Euripide ad un nuovo enigma tutto ancora da risolvere.
A muso duro e con tutta l’energia che un tour de force al cubo di ben tre re li costringe i giovani allievi affrontano questo testo, questo frammentazione testuale, che richiede consapevolezza storica e politica - da Mao, Marx fino ai potenti dei nostri giorni - umana dove sia l’esser donna che uomo è una possibilità archetipica, fino alla sofferenza fisica del silenzio con all’afissia, dove la parola muore assieme alla sua impossibilità di essere pronunciata.