Contava solo dieci primavere Uto Ughi quando Guido Chigi Saracini decise che avrebbe potuto seguire i corsi della sua Accademia Musicale, nonostante le regole della stessa prescrivessero l’obbligo per l’iscrizione di aver concluso le scuole superiori. Ne sono passati di anni, eppure nel corso della conferenza stampa che ha avuto luogo nella sala delle Lupe in Palazzo Pubblico per sancire la direzione del centenario che gli è stata offerta dalla città per celebrare l’ istituzione senese, i suoi ricordi, le emozioni, la gioia provata all’epoca nel seguire tutte le lezioni dei grandi musicisti dell’epoca (Enescu Segovia Celibidache Cortot… ) qualsiasi fosse lo strumento della loro docenza, emerge con una freschezza ed una felicità assoluta. Perché la scelta di Uto Ughi di dedicare la propria vita alla diffusione del patrimonio musicale e non solo che la nostra cultura ha creato nei secoli non è venuta meno, e comprende l’approccio con le nuove generazioni, con le scuole che vuole partecipi alle prove dei suoi concerti. Racconta come fosse successo ieri che fu George Enescu, del quale era allievo a Parigi, a suggerirgli la sede didattica senese, e di come lo stesso gli raccontasse di aver compreso Bach solo a quarant’anni, quando lo ascoltò nell’esecuzione di Casals, e dice a sua volta “assorbivo le suites per violoncello di Bach suonate da Casals come se ricevessi un dono”. Del resto così affermava il Chigi, la sua scuola doveva aiutare i giovani a realizzare il loro sogno. E con i loro sogni si è avverato il suo, visionario.
Ecco quindi Uto Ughi da allievo a docente per anni (“per trasmettere agli altri quello che avevo ricevuto”) ed eccolo a preparare il programma per queste celebrazioni volute dal Comune, che riconosce nella Chigiana l’istituzione senese prestigiosa nel mondo, di concerto con la stessa Fondazione. Il primo appuntamento, il 21 di febbraio, lo vedrà protagonista con i Filarmonici di Roma, e tra i concerti in programma possiamo già segnalare l’evento musicale del 22 luglio in Piazza del Campo, senz’altro capace di catturare ed entusiasmare il maggior numero di appassionati, e di restare per sempre nella memoria di ognuno. Sarà dedicato a Tchaykovskij, e chiunque abbia già conosciuto Uto Ughi come interprete, grande tecnica accompagnata da una qualità di comunicatore straordinario, quei suoni nella conchiglia in una notte d’estate… penso ci si possa accontentare anche di stare in silenzio nelle vie limitrofe. Ma già a maggio, Arkadji Volodos col suo Hommage to Alicia de Larrocha, e a settembre Mario Brunello, il violocello e Bach. Fino alla primavera 2024, 14 saranno i concerti legati al centenario, 9 dei quali entreranno a buon diritto nella Micat in Vertice, stagione 2023-24.
La conferenza stampa ha visto protagonisti il sindaco De Mossi, che ha fortemente voluto la presenza di Uto Ughi come direttore artistico di queste celebrazioni, l’assessore alla cultura Colella, il direttore dei Teatri di Siena Alessandro Benvenuti, il Presidente della Fondazione Chigiana Carlo Rossi e naturalmente il Maestro Ughi, sempre focoso e diretto nel difendere le Arti con la A maiuscola, tanto che non ha esitato a concludere, provocando effetti diversi tra i giornalisti convenuti, con un commento sul gruppo italiano attualmente sulla cresta dell’onda, per lui semplicemente “una vergogna per la musica e per la cultura”.
Annamaria Pellegrini