“Aida esodo verdiano”
Progetto vincitore della call Verdi Extreme, con il sostegno di “Parma, io ci sto!”
Parma, Galleria San Ludovico
Realizzazione Lorenzo Paoli, Alessandro Pasquinucci
Mapping Imaginarium
Colonna sonora e sonorizzazioni Davide Giannoni /Imaginarium
Parma, nella Chiesa di San Ludovico dal 22 settembre all’11 ottobre 2024
“Non per amore. Un bacio, un bacio, ancora, un altro bacio”
Ispirato all’”Otello” di Giuseppe Verdi.
Parma, Galleria San Ludovico
Produzione Festina Lente Teatro e Vagamonde
Ideazione Mario Fontanini, Andreina Garella
Regia Andreina Garella
Ambientazione Mario Fontanini
Musiche di scena Ailem Carvajal
Con Arinola Adebayo, Pia Bizzi, Fabio Cino, Sofia Cordani, Favour David, Alvaro Gafaro, Polina Grusca, Clemente Iorio, Manpreet Kaur, Eugenia Michel, Michele Panariello, Maria Teresa Portesani, Carlo Ravasi, Elena Ricci, Nina Susan, Pietro Trevisan, Almamy Doumbouya, Armando Vannucci, Arianna Vasquez Giraldo, Emanuela Viola, Denis Volontir, Martina Zarlenga
Video e fotografie Stefano Vaja
Con il contributo di Fondazione Cariparma
Con la collaborazione di Casa delle Donne, Centro Antiviolenza, Maschile Plurale, Maschi che s’immischiano, AUSL di Parma, Università di Parma
Commissione Verdi Off in prima assoluta
Parma, nella Chiesa di San Ludovico, 19-20 ottobre 2024
Tanti eventi a Parma per Verdi Off, mostre, corsi per bambini, concerti e spettacoli
Nella Chiesa di San Ludovico due opere straordinarie
Creazioni d’arte struggenti le marionette migranti di “Aida esodo verdiano”
Più di venti in scena per gli ultimi baci da “Otello”, regia di Andreina Garella
Si trova nel centro di Parma la Chiesa di San Ludovico, come spesso accade dalla lunga storia per realizzazioni, rifacimenti, diverse funzioni, religiose e civili: dall’ampio spazio, sconsacrata, è ora utilizzata come sede espositiva dal Comune.
Verdi Off - l’insieme delle manifestazioni che avvolgono e attraversano in infinite forme il Festival Verdi - si compone di una molteplicità di esperienze, musicali e non solo. Si citano qui un po’ a caso, per la XXIV edizione: “Verdinaria 2.0” a conclusione della Street Parade d’inaugurazione, la performance di videomapping dedicata alla figura di Verdi realizzata sulla facciata della Pilotta con musiche eseguite dal vivo da Milo Martani; “Verdi sotto casa”, appuntamenti per grandi e bambini distribuiti in molteplici punti della città, con storie, concerti, quartetti, picnic sull’erba; in Piazzale Picelli, nell’oltretorrente, un grande cubo rosa fucsia, colore che ha contraddistinto questa edizione, ha ospitato una molteplicità di eventi, spesso per bambini, come “Storie appese a un filo”, marionette e burattini di All’InCirco teatro, o i laboratori dedicati ai grandi musicisti, Puccini, Rossini - e Giuseppe Verdi naturalmente; di particolare forza coinvolgente il lavoro di scomposizione musicale svolto dall’Orchestra Sinfonica dell’Università di Parma diretta da Stefano Zinetti: “un’orchestra sinfonica vista al microscopio nelle sue quattro componenti fondamentali, archi, legni, ottoni e percussioni”, divertenti anche i titoli, “Legni: è il sol dell’ancia”, “Veglia o donna questo ottone”, “Archi: questa o quella per me corde sono”, “Zitti zitto, muoviamo bacchetta” sottotitolo comune “orchestrali, vil razza suonata”.
Ma qui ci si vuole soffermare in particolare su due eventi di Verdi Off, entrambi ospitati nella Chiesa di San Ludovico, “Aida esodo verdiano”, progetto vincitore della call Verdi Extreme, realizzazione di Lorenzo Paoli e Alessandro Pasquinucci, colonna sonora e sonorizzazioni di Davide Giannoni /Imaginarium; e “Non per amore. Un bacio, un bacio, ancora, un altro bacio” Ispirato all’”Otello” di Giuseppe Verdi, ideazione di Mario Fontanini e Andreina Garella che firma anche la regia.
Struggente l’avanzare lento, a fatica, delle alte marionette colore ligneo, la pelle come bruciata dal sole con pochi elementi d’abiti, teli bianchi sul capo delle donne: sono opere d’arte quelle ventiquattro creature mute di “Aida esodo verdiano”, un camminare dolente, gli sguardi sperduti, assenti. Il pubblico entrava a piccoli gruppi, qualcuno si prendeva la responsabilità dell’avvio schiacciando un bottone - e gli emigranti iniziavano silenziosi il loro viaggio di speranza, sul fondo immagini colorate di disastri, di perdite, un pianeta di dolore per gli animali, per le opere del passato nella rovina. Ma lo sguardo restava su di loro, quei profughi, esuli in altri mondi, rassegnati a seguire il loro destino, così incredibilmente veri nella pena pur nell’astrazione costruttiva, a vista i fili, gli snodi di braccia, collo e gambe. Sono vicini tra loro e pure soli, anche i bambini, camminano andando avanti così, perché null’altro possono fare se non allontanarsi con disperazione dalle loro terre con la sola illusione di un altrove migliore. La musica avvolge il tutto e rivela emozioni indicibili, ciascuno con i propri ricordi, persone care rimaste in patrie dove non era più possibile vivere. Marionette - ma a chi assisteva a quel passaggio sembrava di poter far propri i pensieri, le sofferenze di coloro che, innumerevoli, si trovano costretti ad allontanarsi dalle proprie case cercando di avanzare verso altri territori, nella fatica di quel cammino, lento, necessario, tra ostacoli sempre nuovi della natura, creati dagli umani. Con l’augurio che “Aida esodo verdiano”, possa trovare ospitalità in altre gallerie d’arte - e non solo in Italia.
“Non per amore. Un bacio, un bacio, ancora, un altro bacio”, regia Andreina Garella
Ogni volta straordinaria Andreina Garella nel creare opere corali d’intenso coinvolgimento, sempre numerosi i protagonisti in scena, convinti, tranquilli nel loro ruoli: non sono professionisti, pure sanno muoversi in assoluto accordo, mantenendo un ritmo perfetto, senza ansie, con una leggerezza spesso ilare. Perché questi gruppi lavorano a lungo insieme, donne di ogni parte del mondo, ma per “Non per amore. Un bacio, un bacio, ancora, un altro bacio” molti anche gli uomini in scena. Ogni anno Andreina Garella presenta, in spazi diversi della città, un nuovo lavoro per Verdi Off - e malgrado le numerose repliche si esauriscono presto tutti i posti disponibili. Bravissimo anche Mario Fontanini che, responsabile delle ambientazioni, riesce ogni volta a creare situazioni scenografiche dove gli interpreti possano muoversi per creare nuove azioni e il pubblico possa seguirle da diversi punti di vista.
I gesti sono anche simbolici: nella prima tappa un’interprete piega con cura candida biancheria per bambini, infilzata quindi con un passaggio brusco a una sorta di punteruolo. Tra i precedenti spettacoli di Festina Lente Teatro e Vagamonde per Verdi Off, motivi ispiratori erano stati, tra gli altri, “Aida” e “Nabucco”: questa volta è “Otello” di Shakespeare/ Verdi, il titolo con echi che paiono minacciosi, quell’ultimo bacio che evoca la richiesta, di tanti di quegli uomini che poi uccidono le loro compagne, fidanzate, mogli, di vedersi un’ultima volta…Desdemona ne muore.
Volti vicini, in toni diversi, tra l’interrogativo, il dubbio, la conferma, quella frase di curiosità sul fidanzamento. L’aggettivo “onesto” ricade dunque su Otello: Iago qui è assente. La gelosia sorge spontanea. Fiori. Parole che tornano. Anche “la causa” diviene motivo di passa parola: non è quello amore. Quasi una coreografia il taglio dei fazzoletti che possono anche soffocare il respiro. O coprire gli occhi: una moscacieca pericolosa. Ma c’è anche il gioco “bandiera”. Gli interpreti escono e ritornano, i gesti in contemporanea o passati dall’uno all’altro.
E ci sono le accuse: “sei tu che mi hai portato all’eccesso…io ero innamoratissimo di questa donna…ha deciso di lasciarmi…”. Le donne con teiere in testa: alcune parole, così brevi, sono davvero chiare, il sì e il no. C’è la rabbia maschile, forse inizialmente trattenuta, sfogata con cose/ rumori: noci, biscotti a terra. “Pensarla con un altro…”. Un ramo frondoso, foglie da staccare: non si accetta di essere continuamente controllate…meglio allora, sì, non essere fedeli… Gli uomini passano in cerchio, lo sguardo seduttivo, ammiccante. La donna ideale? femminile, formosa, dolce, di carattere forte…pensieri sparsi, e “deve farmi ridere!”. Di chi è “il libero arbitrio”? Avanza il gruppo spazzolandosi ciascuno le vesti…Magnifico! Lunghissimi applausi colmi di ammirazione per tutto il folto gruppo.
Valeria Ottolenghi