Bruxelles. Grande musica, ma niente teatro. Almeno così si direbbe a prima vista. Senonché guardando gli orchestrali e i cantanti sulla scena, il coro sul fondo, con un po' di immaginazione si possono cogliere gli indizi di quella grande 'mise en scene' che questo Tell potrebbe essere stato. Del resto alcuni registi (come ad esempio l'americano Wilson) costringono i cantanti ad una innaturale immobilita': ricordo di lui un'Aida con un eccellente Berti (Radames) che dopo lo spettacolo si lamentava di collo contratto e gambe irrigidite. E, d'altra parte, come ignorare le espressioni del volto dei cantanti, il loro 'porgere' i loro gesti? Si direbbe allora che anche se ridotto al minimo, il teatro non può mai essere completamente eliminato dalla scena. Neanche nella piu' scarna esecuzione musicale. E il Tell non e' affatto scarno: per compiacere il gusto dei francesi (il Tell nacque a Parigi e venne rappresentato quasi mille volte nei teatri francesi nei suoi primi 50 anni: un record avvicinato soltanto da Les Huguenots di Meyerbeer), per far piacere, dunque, al suo pubblico francese Rossini inserì nel suo capolavoro persino dei balletti. Perché non riprenderli? Perché non iniettare una buona dose di teatro in un opera tanto teatrale per vocazione? La musica, già bellissima, non avrebbe che da guadagnarne. E grazie alla complicità del gesto, ne guadagnerebbe anche il canto. Musica bellissima, si diceva. Per molti la migliore scritta da Rossini. Melodia tutta italiana, dolcezza di linee che fa pensare ai capolavori del Rinascimento, tessuto narrativo ricco, epitome sublime dello spirito del tempo Il Tell è il capolavoro di Schiller che forse piu' di ogni altra opera ha esaltato i nuovi valori rivoluzionari di popolo e nazione ). E Rossini, che rivoluzionario non e' mai stato, pure adotta quel testo e lo trasforma nel suo capolavoro. La prima (1827) fu un exploit: "Voila de la poesie, de la noblesse", scrisse Berlioz, che pure non amava gli italiani nei teatri francesi. E Wagner confessava non non riuscire a liberarsi della Ouverture del Tell che gli ronzava nelle orecchio mentre componeva il Lohengrin. Esecuzione impeccabile quella di Pidò a La Monnaie. Nicola Alaimo, ben noto al pubblico dell'Opera di Roma per un memorabile Don Pasquale diretto da Muti, è l'eccellente baritono che interpreta Tell.
GUGLIELMO TELL - Dir. Evelino Pidò, Teatro La Monnaie, Bruxelles di Attilio Moro
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