Sott'acqua
di Roberta Zollo
Si svegliò di soprassalto.
Acqua. Un mare azzurro sullo sfondo e un viso, il viso di lui, i suoi occhi, il suo sguardo. Conosceva quegli occhi, le era appartenuto quell’uomo, le apparteneva ancora.
Era venuto a trovarla in quel sogno così come le aveva promesso tanti anni fa.
Quando era stato? Dove? Come?
Era esistito davvero qualcuno che l’aveva guardata in quel modo che la faceva sentire posseduta, che le faceva sentire che lui era dentro di lei, in ogni angolo di se stessa?
Era esistito davvero un blu così intenso, un azzurro così vivo e un amore così smisurato, così feroce e irrinunciabile che aveva trasformato l’aria in acqua, che le aveva fermato il respiro, così travolgente da farsi mondo a parte, un mondo solo per loro due?
Si, lei quel posto lo conosceva, lo aveva portato con sé ogni giorno della sua vita perché quando impari a respirare sott’acqua, l’aria non ti basterà mai più.
Non riuscì più ad addormentarsi.
Il cuore le batteva forte.
Le piaceva seguire quel ritmo dentro di sé, quando il cuore prendeva la rincorsa e sembrava non volerne sapere di restarsene chiuso dentro al petto.
Lei lo lasciava andare, aveva imparato a perdersi dietro le sue accelerate improvvise, a gestire l’affanno, a non spaventarsi quando il mondo per un attimo restava sospeso in quel vuoto d’aria che le bruciava i polmoni. Quegli attimi in cui apriva la bocca e l’aria non voleva saperne di incanalarsi nella trachea e poi giù nel suo petto, la riportavano sott’acqua e lei ritrovava quel blu tutto intorno, quel silenzio, quei movimenti lenti, quella sensazione di sentirsi finalmente colma, piena, intera…
Come quella volta a Napoli, il loro primo viaggio insieme, quando lui le prese il viso tra le mani e le disse: abbiamo due giorni interi, esprimi un desiderio. Lei ce l’aveva un desiderio, ne aveva sempre uno. Gli disse: voglio nuotare con te. Sapevano entrambi che sarebbe stata la loro sola occasione. Il mare li chiamava, era un mare mosso, agitato come i loro cuori, un mare a cui si concessero senza preliminari. Lui le scostò appena il costume e fu dentro di lei. Stettero lì, sospesi, a fare l’amore in alto mare per un tempo infinito mentre l’acqua gli entrava in bocca ad ogni respiro, mentre lui cercava di tenersi a galla e di affondare dentro di lei. Ti amo, gli disse ed era la cosa più vera che avesse detto mai.
Si sciolsero nel mare, quel giorno.
Cosa sono io senza quell’acqua, si chiedeva lei, ora, senza trovare il coraggio di alzarsi e affrontare la sua giornata.