Nato nel 1960, Jonathan Burrows consegue una formazione classica, divenendo presto solista del Royal Ballet di Londra.
Nel 1988 fonda un suo ensemble, il Jonathan Burrows Group. Dopo il primo spettacolo, Hymns (1988), accolto dall'entusiasmo del pubblico e dall'interesse della critica, Burrows crea opere quali Stoics (1991), Very (1992), Our (1994), The stop Quartet (1996) e Things I don't know (1997) che lo consacrano come uno dei coreografi più interessanti della scena inglese contemporanea. Intanto il gruppo si afferma anche in un contesto internazionale con tournées in Europa, nord e sud America, e Giappone. Rigorose, ma fortemente espressive, le coreografie di Burrows miscelano le estetiche e gli stilemi della danza europea e di quella americana, formando un linguaggio che racconta il disagio insito nella società con un movimento pronto ad ogni direzione.
Dal 1992 al 2002 mentre lavora come artista associato al Kunstencentrum Vooruit di Gent in Belgio, realizza, in collaborazione con Sylvie Guillem una performance per il film, Blu yellow (1996), a cui segue, nel 1997, un lavoro per il Balletto di Francoforte di William Forsythe. La stagione successiva lo vede artista in residenza al South Bank Centre di Londra.
Dopo un decennio di attività, Burrows scioglie la compagnia per tentare singoli confronti con diverse personalità, e provare le possibilità del movimento in relazione ad altre forme artistiche, realizza così Weak dance strong questions (2001) con Jan Ritsema, direttore del teatro olandese, e Both sitting duet (2003) con il compositore Matteo Fargion, con cui ottiene una nomination nel 2003 per il premio South Bank Show.
A conferma del suo contributo allo sviluppo della danza contemporanea, riceve nel 2002, il prestigioso premio dalla Foundation for Contemporary Performance Arts a New York, a cui segue l'anno successivo una doppia nomination al premio South Bank Show, per i lavori Singing e Both sitting duet, entrambi del 2003.