Coreografie di William Forsythe. Musiche di James Blake
PROLOGUE
Assistenti coreografo: Jodie Gates e Noah Gelber. Luci: Tanja Rühl sui disegni originali di Brandon Stirling Baker. Scene e costumi: William Forsythe.
Nuova produzione Teatro alla Scala
Prima rappresentazione assoluta
THE BARRE PROJECT
Assistenti coreografo: Jodie Gates e Noah Gelber. Luci: Tanja Rühl sui disegni originali di Brandon Stirling Baker. Scene e costumi: William Forsythe.
Nuova produzione Teatro alla Scala
BLAKE WORKS I
Coreografia ripresa da Stefanie Arndt e Ayman Harper. Costumi: Dorothee Merg, William Forsythe. Luci: Tanja Rühl. Scene: William Forsythe.
Nuova produzione Teatro alla Scala
Prima rappresentazione: 4 luglio 2016, Ballet de l’Opéra de Paris, Palais Garnier
Milano, Teatro alla Scala dal 10 al 30 maggio 2023
William Forsythe e i Blake Works, il debutto alla Scala
Gli appassionati delle innovazioni e delle sperimentazioni nella danza del XXI secolo sapranno, senza dubbio alcuno, che nella poetica creativa di William Forsythe da alcuni anni è prolifica la produzione coreografica sulle note del giovane cantautore, musicista e produttore britannico James Blake. Vale la pena ricordare, infatti, che l’approssimarsi alla frontiera pop-elettronica in questo fertile progetto musicale e coreografico prende avvio nel 2016 con il primo capitolo dei fortunati Blake Works concepito per la compagnia di Balletto dell’Opéra national de Paris e proseguito nel 2021 con Blake Works II/The Barre Project - creazione nata online sulla piattaforma Zoom conseguentemente alle misure restrittive legate alla pandemia da Covid-19 - e seguito da Blake Works III per il Boston Ballet nel 2022 e Blake Works IV - nell’anno in corso - per il Dance Theatre of Harlem.
Arriva alla Scala il quinto segmento di questa serie creativa con una serata che recupera il primo e il secondo capito dei Blake Works unitamente ad una prima rappresentazione assoluta che il coreografo concepisce appositamente per la troupe di danza e balletto milanese. Il lavoro inedito è Prologue, proposto in apertura di serata, articolato intorno alla canzone Lindisfarne I reiteratamente ripetuta nel corso della pièce con numerose cesure: una scelta metodologica, questa, appositamente pensata da Forsythe per modulare e dare struttura al vocabolario coreografico qui adottato. Cinque sezioni compongono, dunque, questa novità per i ballerini scaligeri che superano la sfida di restituire un’architettura concepita con ritmi e interpretazioni coreografiche diverse in ognuna delle sezioni proposte. Una novità modellata con gli artisti Maria Celeste Losa, Giulia Lunardi, Domenico Di Cristo, Navrin Turnbull, Edward Cooper, Francesco Mascia e Saïd Ramos Ponce: tutti abilissimi nel restituire quello che a rigore si può definire un esercizio formale in accordo con il reiterato supporto musicale.
“Un’esposizione rigorosa della logica cinetica di avvolgimento e svolgimento che sta alla base degli elementi più fondamentali del vocabolario del balletto classico” - commenta il settantenne coreografo - è il tratto peculiare di The Barre Project. Lavoro-omaggio ai numerosissimi danzatori che nel corso della pandemia hanno seguitato a lavorare allenandosi nelle proprie casa, la creazione prende spunto dallo strumento che per eccellenza accompagna indubitabilmente la carriera di ogni ballerino: la sbarra. Su questo strumento giornaliero il coreografo statunitense cesella il lavoro qui riproposto da otto artisti scaligeri giocando con le complesse e destrutturate articolazioni tratte dai complessi esercizi della lezione di danza con un ricorso alla tecnica più rigorosa: un grande impegno brillantemente ed eterogeneamente superato da Nicoletta Manni, Maria Celeste Losa, Camilla Cerulli, Linda Giubelli, Marco Agostino, Andrea Risso, Gioacchino Starace e Rinaldo Venuti.
Completa la soirée scaligera Blake Works I. Originariamente pensato per la massima compagnia di danza francese quale tributo al corso storico e allo stile della scuola coreutica d’oltralpe, questo primo capitolo garantisce allo spettatore l’evocazione e il richiamo alla tradizione accademica. Evocazione e richiamo riletti, riflessi e rifratti dalla originalissima verve creativa di Forsythe che sovente, com’è noto, ha attinto all’ineludibile danse d’école. Qui meritano una menzione per solidità tecnica, ferrea dinamica e vigorosa disinvoltura Martina Arduino, Timofej Andrijashenko, Claudio Coviello, Nicola Del Freo, Christian Fagetti, Rinaldo Venuti; poeticamente evocativo è Navrin Turnbull.
Con questo epilogo del progetto iniziato sette anni fa Forsythe mostra anche al pubblico milanese l’opportunità offerta, nella sperimentazione coreutica, dal linguaggio musicale pop ed elettronico. Una sfida ardua pienamente raccolta da Forsythe con convinta determinazione. Una risolutezza, questa, che sembra tradursi finanche in un impegno di ordine pedagogico: il ricorso alla riproposizione di talune frasi musicali in un medesimo lavoro coreografico sembra palesare, ad esempio, l’intento, tra gli altri, di chiarire e accrescere, mediante il vettore conoscitivo della danza, la percezione e la comprensione di un tessuto musicale denso e impegnativo. Sotto tale profilo appare, dunque, superata la prova presentata da un artista prolifico attivo, nella scena della danza internazionale, da oltre quarantacinque anni.
Vito Lentini