CLUJ NAPOCA
IL FESTIVAL "INTERFERENCES" 2018
La regia di EIMUNTAS NEKROŠIUS
ha commosso nel suo lungo spettacolo
"Sons of a bitch"
di Mario Mattia Giorgetti
Il direttore artistico Gabor Tompa, prima dello spettacolo "Sons of a bitch", di cui è regista Eimuntas Nekrošius, recentemente scomparso, commuovendo tutti i teatranti del mondo, lo ha ricordato pubblicamente e ha chiesto un minuto di raccoglimento al numeroso pubblico intervenuto: tutti in piedi in un silenzio religioso.
Poi si è alzato il sipario su una scena che comprendeva: due rami secchi sospesi che scendono dal soffitto, affiancati da una luce al neon accesa. Sul palcoscenico, da sinistra un tavolo arredato con tanto di stoviglie, al centro un tavolo messo in piedi con incollati sei piatti, a poca distanza, in parallelo, un letto messo in piedi e a fianco un altro letto con sopra un cadavere. Una scena irreale, ma significante.
Gli attori entravano dal varco tra tavolo e letto in piedi. Entra un personaggio di nero vestito con tanto di cappello che a calci spinge un tronco di legno, abbracciabile, che lo accompagnerà per tutti i suoi lunghi monologhi distribuiti nell'arco della rappresentazione che avevano il compito di aprire argomenti importanti che riguardano il passato della Lituania: temi di vita, di morte, stregoneria, religiosi, eccetera, tratti dal romanzo di Saulius Šaltanis, poi trasferito dallo stesso autore in testo teatrale drammatico. Tra un monologo e l'altro si inserivano le rispettive scene preannunciate.
In questo contesto scenografico, in questa struttura drammaturgica stratificata, si è dipanato il lungo spettacolo di Nekrošius avvolto da una perenne cortina di fumo, con sottofondo continuo di una musica monocorde che poi esplodeva in assordanti tuoni; questi elementi avevano il compito di creare una atmosfera metafisica, surreale, che avvolgeva le azioni, accompagnate da una recitazione degli attori caratterizzata da singolari movimenti, tesi sempre a sorprendere, ad uscire da una dimensione realistica: giochi di gambe, di mani, di capelli lunghi, poi raccolti, poi che schiaffeggiano il partner, corse da un lato all'altro della scena, oggetti spinti, presi a calci; i personaggi con indosso costumi abbondanti, grotteschi, che, una volta smessi per restare con semplici abiti, venivano giocati in altri modi, il morto disteso per lunghissimo tempo sul letto che si alza, passeggia muovendo la bocca senza suono, che interagisce con i personaggi, vasi con dentro polvere che soffiandoci dentro creavano simbolicamente un effetto la cui valenza era la neve in tempesta, posizioni dei corpi contorte; insomma, questo è il vocabolario che il regista Nekrošius mette in atto sempre nei suoi spettacoli di cui certa critica si è fatta paladina della sua singolare creatività.
Forse, pensiamo che sia stato leggermente sopravvalutato, poiché i suoi moduli creativi alla fine risultano ripetitivi; e, anziché chiarire la comunicazione, sembra che confonda rendendola astratta, a volte noiosa, anche se scenicamente può sembrare suggestiva, sorprendete, singolare.
Comunque, anche se tra un atto e l'altro qualcuno si è defilato, il pubblico ha applaudito calorosamente gli attori per l'impegno che essi hanno profuso al lungo progetto registico.
SAULIUS ŠALTENIS: SONS OF A BITCH
Klaipėda Drama Theatre, Lithuania
November 28 18:00 - Main Hall
Bell ringer Karvelis: Darius Meškauskas
Loté: Karolina Kontenyté
Adviser Abelis: Edvardas Brazys
Marija: Regina Saltenyté
Doctor Zaksas: Igoris Reklaitis
Teacher: Vaidas Jočys
Kristijonas: Vidas Jakimauskas
Beggar, former judge; Mister Plague: Jonas Baranauskas
Kristijonas' mother: Nijolé Sabulyté
White Bitch: Sigutė Gaudušytė
Directed by EIMUNTAS NEKROŠIUS
Stage adaptation: Saulius Šaltenis
Set and lighting design: Marius Nekrošius
Costume design: Nadežda Gultiajeva
Composer: Antanas Jasenka