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3° EDIZIONE DEL CORTILE TEATRO FESTIVAL DI MESSINA 2019 - "LA FELICITÀ", regia Nicola Alberto Orofino. -di Gigi Giacobbe

da sin. Roberta Amato, Giorgia Boscarino, Luana Toscano in "La Felicità", regia Nicola Alberto Orofino da sin. Roberta Amato, Giorgia Boscarino, Luana Toscano in "La Felicità", regia Nicola Alberto Orofino

La felicità
Regia di Nicola Alberto Orofino
Drammaturgia della Compagnia
Interpreti: Roberta Amato, Giorgia Boscarino, Luana Toscano
Costumi e attrezzeria: Vincenzo La Mendola
Assistente alla regia: Gabriella Caltabiano
Comunicazione e media: Stefania Bonanno
Progetto grafico: Maria Grazia Marano
Amministrazione: Federica Buscemi
Organizzazione: Maria Grazia Pitronaci
Produzione: Madè di Catania
alla 3ª Edizione del Cortile Teatro Festival di Messina 8 luglio 2019

Non è felicità quella che sprizza dalla bocca delle tre donne sedute una accanto all'altra sulla piccola scena del cortile settecentesco del Palazzo Calapaj-D'Alcontres di Via San Giacomo accanto al Duomo di Messina che inaugurano la 3ª Edizione del Cortile Teatro Festival diretto da Roberto Bonaventura e Peppe Giamboi. Piuttosto qualcosa simile alla delusione d'un campione di donne, qui tre donne catanesi, certamente una punta di un iceberg che ha investito milioni di nostre donne che hanno creduto fermamente che la rivoluzione culturale, democratica e civile del '68 potesse cambiare la loro condizione di vita. Sono donne che chiedono aiuto. Donne che riconoscono che qualche cosa non va nel rapporto col marito o compagno, colpite da una violenza fisica o psicologica verso di sé o verso i figli. Donne che non si rassegnano allo status quo o che sperano miracolosamente che l'uomo che le affligge possa cambiare. Donne use a non raccontare ad estranei i propri fatti personali per un senso di vergogna, come se subire violenza fosse una colpa o un segno d'immaturità, con la paura di peggiorare le cose se il partner viene a sapere che lei ne ha parlato con altri. S'intitola La felicità lo spettacolo scritto da questa Compagnia etnea che non ha un nome, cui certamente hanno dato il loro apporto drammaturgico le tre bravissime e agguerrite protagoniste che si esprimo in uno scilinguagnolo caratteristico dei rioni più popolari di Catania, guidate con una buona dose d'ironia dal regista Nicola Alberto Orofino che condisce lo spettacolo, molto applaudito, con canzoni del tipo Quando m'innamoro oppure Io ti darò di più transitate dal Festival di Sanremo. Luana Toscano è la zia Maria, una zitella timorata di Dio sempre col rosario in mano, intollerante verso tutto ciò che è nuovo, per lei le ragazze in eskimo sono puttane, felice tuttavia d'essere una bigotta tutta casa e chiesa. Poi c'è la ruspante Rosa di Roberta Amato colta mentre pulisce dei fagiolini, coniugata ad un uomo sempre assente ma che non le fa mancare elettrodomestici, comodità di casa, coppa (bastonate) compresa la dispensa sempre piena, il corredo della Paoletti e il capezzale della Madonna sopra il letto, tuttavia sempre scontenta perché si sente come un acidduzzu (uccellino) felicemente chiuso in una jaggia (gabbia) dorata cui non gli mancano i trespoli e la scagghiola (le sementi). Infine c'è Giorgia Boscarino, l'aspirante intellettuale del gruppo, anche lei sposata ad un tale Giacomo che fa l'imprenditore e che non c'è mai a casa, ma che a differenza di Rosa lei legge giornali e riviste, s'informa sui collettivi femministi, prende coscienza della sua condizione di donna, non sopporta d'essere subordinata ad un uomo che non l'aiuta nei lavori di casa e troverà alla fine la felicità quando troverà il coraggio di separarsi e di abbandonare la sua gabbia. Ma è davvero questa La felicità?

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Sabato, 13 Luglio 2019 19:36

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