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GEORGE BALANCHINE GALA - coreografia George Balanchine

George Balanchine Gala George Balanchine Gala Coreografia George Balanchine

Principal dancers of New York City Ballet stars
Con Tyler Angle, Ashley Bouder, Joaquin De Luz, Megan Fairchild, Gonzalo Garcia, Amar Ramasar, Teresa Reichlen, Ana Sophia Scheller, Andrew Veyette
Presentato da Fondazione Musica per Roma in collaborazione con Daniele Cipriani Entertainemet Sc
Auditorium Parco della Musica di Roma, 3 Marzo 2013

www.Sipario.it, 4 marzo 2013

Roma rende omaggio al grande coreografo neoclassico a Trent'anni dalla sua morte

Applausi e sorrisi per il "George Balanchine Gala" con i Principals del New York City Ballet, andato in scena Domenica 3 marzo all'Auditorium Parco della Musica di Roma. Per la prima volta la Sala Santa Cecilia, tempio della musica di Roma, ha aperto le sue porte alla grande danza, registrando il tutto esaurito e offrendo un evento davvero unico e di grande arricchimento per il pubblico italiano. La Fondazione Musica per Roma, in collaborazione con la Daniele Cipriani Entertainment, ha presentato sei meravigliosi gioielli firmati George Balanchine (con il felice supporto del Balanchine Trust di New York) nel ricordo di questo grande coreografo che con la sua linea neoclassica dal rapido ritmo, ha segnato la storia della danza, con le sue idee moderne in anticipo sui tempi. Il New York City Ballet, dalla sua fondazione ad oggi, può vantare un repertorio che supera i centocinquanta titoli, coreografati dai più grandi artisti del XX secolo come George Balanchine, Jerome Robbins, Christopher Wheeldon e molti altri. Con un organico di oltre novanta elementi, il New York City Ballet è la più grande compagnia degli Stati Uniti. Tra le sue fila sono passati artisti di fama internazionale come Jacques d'Amboise, Maria Tallchief, Diana Adams, Edward Villella, Melissa Hayden, Suki Schorer, Jillana, Gelsey Kirkland, Conrad Ludlow, Suzanne Farrell, Allegra Kent, Tanaquil LeClerq, Darci Kistler e Peter Martins.

Ad aprire la serata Apollo, per le musiche di Igor Stavinsky, andato in scena per la prima volta nel giugno del 1928 al Teatro Sarah Bernhardt di Parigi. In scena l'eccezionale ballerino spagnolo Gonzalo Garcia e le puntuali principals Ashley Bouder, Megan Fairchild e Ana Sophia Scheller, rispettivamente Muse ispiratrici della poesia, mimica e danza. In una fervente Parigi degli Anni Venti, dove risuona il potente grido delle avanguardie (pensiamo alla vicenda del Purismo rappresentato attraverso il momento di maggiore rilievo, il Padiglione dell'Esprit Nouveau all'Esposizione Nazionale di Arti Decorative di Parigi del 1924, progettato e allestito da Le Corbusier per ospitare i dipinti dei pittori migliori di questo stile) Balanchine riesce a trasformare in danza il concetto di "eterno". I personaggi in scena vivono un tempo non riconducibile a quello reale, in uno spazio dagli accenti quasi metafisici: la struttura coreografica segue i canoni geometrici e matematici del "bello classico", cercando di fuggire dalla linea di narrazione vista fino a quel momento. Sono i primi anni che Balanchine, fuggito in gioventù dalla Russia, vive nella compagnia di Diaghilev, ingaggiato dall'impresario in sostituzione della Nijinska, come direttore dei leggendari Ballets Russes. Se nei primi anni egli accetta la nuova linea di Diaghilev, proponendo una serie di numeri di danza nello stile della rivista e del "music-hall", con Apollon Musagéte di Stravinskij, Balanchine imbocca ben presto la strada del neoclassicismo: quella coreografia "astratta" di Apollon era tesa a tradurre in movimento l'ideale del recupero della bellezza formale classica, attraverso la conquista della purezza e della perfetta razionalità, al di là di ogni vincolo materiale. Un neoclassicismo che profuma di italianità, di quella ricerca sul mito classico voluta da Diaghilev nei suoi frequenti viaggi a Roma, alla scoperta della pura bellezza racchiusa nelle opere d'arte greche e romane. Di certo non sarà passato sotto banco l' insegnamento del maestro di ballo italiano Enrico Cecchetti che Diaghilev scrittura nel 1910 per la compagnia e che influenza l'opera sia di Léonide Massine che di George Balanchine, il primo con i successivi "balletti sinfonici" e l'altro con il suo "balletto neoclassico". Quando a partire dal 1933 Balanchine si trasferisce in America trova il terreno adatto per sviluppare quella concezione di danza come movimento antiemotivo e antinarrativo, puro dinamismo nello spazio, perfetta energia che si incarna nei corpi in scena.
Ecco quindi il cuore della serata con estratti di alcune delle creazioni degli Anni Sessanta che mostrano il carattere più fervente, vario e brillante di questo coreografo. I classici pas de deux sulle musiche di Tchaikovsky: Diamonds, tratto da Jewels, andato in scena per la prima volta al New York State Theatre nel 1967, domenica sera danzato da Teresa Reichlen e Tyler Angle; e il leggero Tchaikovsky pas de Deux (prima rappresentazione americana nel 1960) con i bravi Ana Sophia Scheller e Joaquind De Luz. Poi un allegrissimo omaggio all'Italia e all'America con la frizzante e tecnicissima Tarantella (prima rappresentazione americana nel 1964) su musiche di Gottschalk, con due interpreti d'eccezione Megan Fairchild e Amar Ramasar nelle vesti di un formidabile Saracino Napoletano. Ashely Bouder, vero fenomeno della serata, e Andrew Veyette, sono gli interpreti della inusuale sfilata americana dal titolo Stars and Stripes, su musiche di Sousa. Infine tutti presenti, sotto un elettrizzante applauso, per Who Cares?, l'omaggio che Balanchine faceva negli anni Settanta all'amico George Gershwin.
A Balanchine va il merito di aver mostrato la danza come puro movimento, dalla tecnica accademica solida: le sottili linee delle braccia e delle gambe, le vorticose composizioni coreografiche, il lirismo che inondava la scena fanno si che l'arte di Tersicore ritornava a scoprire la sua vera essenza, al di la della narrazione e della drammaturgia. Il formalismo classico di Balanchine, quello che viene chiamato in gergo neoclassicismo, ha avuto il pregio di coniugare passato e presente, l'insegnamento del balletto accademico e il rapporto tra corpo e spazio della danza moderna.

Roberta Bignardi

Ultima modifica il Sabato, 16 Marzo 2013 09:14
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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