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KARRASEKARE - coreografia di Igor x Moreno

"KARRASEKARE" - coreografia di Igor x Moreno. Foto Piero Tauro "KARRASEKARE" - coreografia di Igor x Moreno. Foto Piero Tauro

Regia di Moreno Solinas e Igor Urzelai
Interpreti Margherita Elliot, Marcella Mancini, Alessio Rundeddu, Matteo Sedda, Giulia Vacca, Igor Urzelai Hernando, Moreno Solinas
Consulenza drammaturgica: Simon Ellis
Musiche Originali, Sound design e Direzione tecnica: Edoardo Robert Elliot
Luci: Joshie Harriette
Scenografia e costumi: di KASPERSOPHIE
Stage Manager: Giovanni Spada
Project producer: Davide Pisano
Amministrazione: Anna Paola Della Chiesa
Roma, Teatro Vascello 5 Novembre 2023

www.Sipario.it, 13 novembre 2023

In questa terra si sente ancora l’odore del passato, l’incandescente fumo che esce dal battere dei piedi a terra; in questa terra non c’è vergogna, c’è verità e fierezza. In questa terra, poi, non c’è solo l’uomo, ma la scia della sua storia. 

A mani giunte Igor attende pazientemente il nostro arrivo. In un attimo di silenzio, inizia ad intonare un canto in lingua straniera (“carnevale” è l’unica parola che è possibile estrapolare). Lungo quanto basta per permettere una quasi ipnosi tra gli spettatori, il canto viene adesso da un’inquietante maschera bianca. Questa è solo la prima di una serie di trasformazioni a cui assisteremo in KARRASEKARE, dalla parola sarda “Carrasecare”, ovvero carnevale, presentato dalla compagnia Igor x Moreno al Teatro Vascello di Roma il 4 e 5 Novembre in occasione del Romaeuropa Festival 2023. 

In KARRASEKARE c’è infatti un continuo mutamento che trascende l’umana materialità del corpo dei sette danzatori, da volto umano in maschera, da corpo in corpo, da terra in montagna. Fin da subito rievocando qualcosa di oltre-umano, un denso velo ritualistico resta sospeso nell’aria.

La nudità, quasi sempre presente in KARRASEKARE, dapprima appare per indicare un sentimento di nullità, di avere sostanzialmente niente. Uno a uno i danzatori entrano e mettono in scena un assurdo teatrino in cui tutti piangono nudi, consolandosi a vicenda, a volte complici della reciproca ridicolezza. Tra tutti una danzatrice piange a testa in giù mentre fa la verticale sulla test. Man mano vestiti si vanno a definire i succinti costumi da scena: perizomi, giacche di velluto, shorts lucidi, collari di pelle e top di pizzo. Questi danzatori sono giovani, dark e cool. L’assurdità della scena arriva all’apice quando uno dei danzatori tira la lingua di un’altro fino a staccargliela. Il pubblico ride ma da lì in poi tutti i performer saranno segnati dal sangue. Infatti una sottile ma necessaria ironia accompagna sempre la misticità di KARRASEKARE

La centralità del corpo è accompagnata dal supporto costante della voce dei danzatori, interamente live. Un quasi incessante sovrapporsi di versi, canti, ritmi e suoni aiutano a generare un’atmosfera suggestiva, in cui la comunicazione verbale ed umana è sostituita da un ronzio di incitazione continuo, per cui i danzatori si fomentano a vicenda. Tutto questo mentre loro, spesso in cerchio, si prestano a delle danze folklore appartenenti al Carnevale sardo e basco. Vi è anche una densa simbologia all’interno della performance. Gli elementi visivi, come le maschere, sono dei precisi riferimenti a figure carnevalesche sardo-basche. Dunque l’insieme dei movimenti, delle voci e dei costumi, contribuisce al viaggio trascendentale che è KARRASEKARE

I spettatori non restano però semplici testimoni della celebrazione, ma diventano partecipanti attivi attraverso l’attivarsi di una memoria culturale, collettiva e ancestrale. Si perché il Carnevale di Igor x Moreno richiama qualcosa di trans-generazionale, un sapere tramandato, per chi più e per chi meno, attraverso quelle narrazioni, quelle immagini, danze, musiche e storie, che appartengono alla nostra identità più di quanto non sappiamo riconoscere. KARRASEKARE è, in fin dei conti, una messa in scena di quel patrimonio immateriale che accomuna popoli e comunità oltre confini geografici e narrative personali. E fa tutto questo non solo riproducendo il carnevale, ma ribaltandolo, portandolo all’estremo della sua fisicità, trovando la dimensione mistica del corpo, scavando nell’antico, a volte nel rozzo, ma sempre attraverso un’audace e brillante verità. 

Maria Elena Ricci

Ultima modifica il Domenica, 19 Novembre 2023 17:38

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