OÜM
Chorégraphe Fouad Boussouf
Assistant chorégraphe Sami Blond
Avec Nadim Bahsoun, Sami Blond, Mathieu Bord, Loïc Elice, Filipa Correia Lescuyer, Mwendwa Marchand
Musiciens / composition Mohanad Aljaramani (oud, percussion, chant), Lucien Zerrad (guitare, oud)
Arrangements sonores Marion Castor et Lucien Zerrad
Dramaturgie Mona El Yafi
Scénographie Raymond Sarti
Costumes Anaïs Heureaux
Lumière Fabrice Sarcy
Production Compagnie Massala
Coproduction – La Briqueterie, CDCN du Val-de-Marne / Le POC, Alfortville / Institut Français de Meknès, Maroc / CCN de Créteil et du Val-de-Marne, Cie Käfig / Pôle-Sud, CDCN de Strasbourg / Les Hivernales, CDCN d’Avignon / Fontenay-en-Scènes, Fontenay-sous-Bois / Hessisches Staatsballett – Tanzplattform Rhein Main, Allemagne / Théâtre Paul Eluard (TPE) à Bezons
42° ORIENTE OCCIDENTE DANCE FESTIVAL Mediterranei
Rovereto (Tn).
3 – 10 settembre 2022
Teatro Zandonai, 5 settembre 2022
Fouad Boussouf è nato in Marocco. In giovanissima età si trasferisce in Francia con la famiglia. In Francia studia danza e si forma come ballerino hip hop. Il suo stile moderno, in cui hip hop, danza contemporanea, balli tradizionali nordafricani e nouveau cirque si incontrano, nasce in virtù della sua carriera multidisciplinare e delle esperienze fatte come ballerino. Il titolo è il nome proprio di una diva della musica egiziana degli anni 50/60, molto presente nel panorama musicale della sua infanzia, Oum Kalthoum, a cui rende omaggio come interprete, nello specifico, di canti sui versi del poeta persiano Omar Khayyam del XI sec. le cui quartine costituiscono una vera ode al presente, al rapporto con il piacere, la gioia, l'esaltazione e l'amore. Il coreografo Fouad Boussouf, testa e cuore della compagnia francese Massala, conosciuto per le sue creazioni eclettiche e poliedriche, accosta l’hip hop alla danza contemporanea, intrecciando il suo lavoro con le danze tradizionali recuperando elementi stilistici che evocano le tradizionali danze arabe, il Dabke mediorientale e il Sabar marocchini. Realizza una coreografia tutta all'in piedi nella quale inserisce i vortici delle danze dervisce, che creano quei momenti di ipnosi estatica da cui i danzatori si allontanano con gesti della contemporaneità della danza urbana, con oscillazioni ripetute e ossessive della testa e del corpo. La voce della cantante egiziana fa solo da preludio allo spettacolo, un richiamo remoto che si dissolve coperta dalla ritmica incessanti e quasi esasperata della sonorità tradizionali, per evolversi negli interventi acustici della chitarra elettrica e del oud, il liuto arabo, amplificato, che evocano risonanze di Hard rock a significare che la realtà quotidiana ormai è questa. E' il messaggio delle coreografie di Boussouf fatte di molteplici e sfaccettate per la diversità di stili di diversi influssi che si fondono per dare vita a qualcosa di nuovo. Momento centrale l'esibizione solistica su movenze tradizionali gestite con lentezza e flessuosità corporea a contrasto delle sonorità metalliche elettroacustiche e delle percussioni di accompagnamento. Un fondale a filamenti che prendeva movimento dal passaggio dei danzatori intrecciato come un albero della danza su ritmi vorticosi nel parossismo del finale che precede l'inserimento meditativo di un inserto della cantante a cui tutto lo spettacolo è dedicato. Elementi che hanno esaltato il pubblico con un spettacolo da tutto esaurito. Federica Fanizza