Ensemble del Conservatorio
Direttore: Niccolò Jacopo Suppa
Claude Debussy, Syrinx per flauto solo
Flauto: Anastasa Ugolnikova
Claude Debussy, Danse sacrée et danse profane per arpa e archi
Arpa: Diletta Sereno
Viola: Milos Rakic
Violino: Francesco Melis, Lorela Miha
Violoncello: Alessandro Sannazzaro
Pëtr Il'ič Čaikovskij, Tre danze dal Lago dei cigni per pianoforte 4 mani (trascrizione Debussy)
Pianoforte: Gabriele Duranti, Diego Petrella
Claude Debussy, Chansons de Bilitis per voce recitante e ensemble
Ideazione e coreografia: Emanuela Tagliavia
Interprete: Luciana Savignano
Voce recitante: Maria Caterina Carlini
Costumi: Lou Antinori
Arpa: Maria Melero, Sara Rusignuolo
Celesta: Fabio Bacchini
Flauto: Sara Ceccato, Francesca Rigato
Murmuration
Ideazione e coreografia: Emanuela Tagliavia
Musiche: Arnold Schönberg/Claude Debussy, L'après-midi d'un faune (versione da camera)
Interpreti: Martina Dalla Mora, Giulia Lunardi
Collaborazione alla drammaturgia: Giuseppe Dagostino
Costumi: Lou Antinori
Light Designer: Sharon Remartini, Fabio Passerini
Armonium: Diego Petrella
Arpa: Sara Rusignuolo
Clarinetto: Ottavio Di Giovanni
Contrabbasso: Riccardo Buoli
Flauto: Anastasia Ugolnikova
Oboe: Luca Tognon
Percussioni: Mathias Motta
Viola: Milos Rakic
Violino: Francesco Melis, Lorela Miha
Violoncello: Alessandro Sannazzaro
Milano, Conservatorio di Musica "Giuseppe Verdi"
in occasione della Festa della Musica, 21 giugno 2018
Da antichissima tradizione nel giorno del Solstizio d'estate, ritenuto magico, si onora il potere del sole e la forza della luce. Ma il 21 giugno è anche vicino alle celebrazioni pagane che ricorrono nella notte della vigilia di San Giovanni, la famosa Notte di Mezza estate, artisticamente resa immortale dai versi di Shakespeare, durante la quale la dimensione del sogno acquista una forza inedita e la luna, dea trina, effonde il proprio affascinante potere. Sole e Luna, simboli di opposte polarità, vengono ad incontrarsi in un propizio dialogo.
Sono le ore 21:00 di giovedì sera 21 giugno 2018, quando al Chiostro del Conservatorio di Musica "G. Verdi" di Milano il pubblico numeroso, allietato da un calice di spumante e intrattenuto dalla lettura di alcuni brani scelti a cura della Libreria del Mondo Offeso e di MaMu - Magazzino Musica, attende che il calare del sole avvicendi la luce diurna all'oscurità della notte e che, in coincidenza con la Festa della Musica, si dia inizio alla Serata Debussy, di cui nel 2018 si celebra il centenario dalla morte.
Al sopraggiungere del buio, l'apertura musicale è dedicata a Syrinx, brano per flauto solo, di cui si ode soltanto la musica, mentre l'artista resta celato, come nelle intenzioni del compositore. Seguono le Danse sacrée et danse profane per arpa e archi, con una bella interpretazione di Diletta Sereno all'arpa, e una versione per pianoforte a quattro mani delle Tre danze dal Lago dei cigni di Pëtr Il'ič Čaikovskij (trascrizione Debussy) eseguita dai giovani talentuosi Gabriele Duranti e Diego Petrella.
L'atmosfera è ormai pronta, con la luna ad illuminare alta il chiostro, per Chansons de Bilitis, la nuova creazione coreografica di Emanuela Tagliavia, ispirata all'omonima raccolta di poesie dello scrittore francese Pierre Louÿs. L'opera, composta nel 1894 e musicata pochi anni dopo dall'amico Debussy, è un celebre falso letterario e racconta di un'immaginaria poetessa ed etera greca, di nome Bilitis, vissuta nel sec. VI a.C., di cui Louÿs disse di aver tradotto alcuni componimenti intrisi di forte sensualità e erotismo, che sarebbero stati ritrovati da un presunto archeologo tedesco, tale G. Heim, nei pressi di Cipro. Fra le ombre del chiostro un vago latente chiarore come di candele accentua la dimensione sacrale della scena, tesa a ricreare quella di un tiaso saffico. Fra i chiaroscuri di queste trame compare lei, Bilitis, magnetica e piena di fascino, a tramutare in danza, in arte una gestualità che trasuda il mistero di tormenti amorosi e recondite emozioni dell'animo. Arpa, celesta e flauto dell'ensemble musicale del Conservatorio Verdi e il musicale recitato in lingua francese di Maria Caterina Carlini scandiscono il suadente ritmo di fondo, dalle sonorità sfumate, di questo quadro vivente, in cui l'illusoria dimensione storica appare il simbolo scelto da Louÿs per rappresentare i meandri del mondo interiore. Bilitis è l'immensa Luciana Savignano, étoile di fama internazionale, interprete unica per il carisma e la raffinata sensibilità, colei il cui nome ha impresso il sigillo di un'imperitura fortuna a capolavori coreografici quali Boléro e La luna di Maurice Béjart, e che ora, in questa Serata Debussy di mezza estate, ha incantato lo spettatore con una trasfigurazione artistica del vissuto emotivo della fantasiosa poetessa. Nelle movenze di Savignano la dimensione seducente dell'amore di Bilitis è intrisa anche di una certa qualità del sacro, del letterario e finanche di una complicità semplice che intreccia l'intimo turbamento personale ad un sublimato poetico culto della bellezza. L'evocata riflessione di Bilitis torna infine a richiudersi nel silenzio del tempo e nel Chiostro del Conservatorio pare di sentir echeggiare le parole di Saffo, quando disse che «tramontata è la luna | e le Pleiadi a mezzo della notte; | giovinezza dilegua, | e io nel mio letto resto sola», come recita la delicata traduzione di Salvatore Quasimodo del fr. 168b Voigt.
La dimensione evocativa è proseguita nel duetto Murmuration, creazione che Emanuela Tagliavia ha di recente presentato in prima assoluta alla rassegna Pulchra minima presso il Teatro Gerolamo di Milano (31 maggio - 1 giugno), dedicata al tema del surrealismo. Le note del Prélude de l'Apres-midi d'un faune forniscono il tessuto melodico per far affiorare un continuo mormorio interiore, che, esteriorizzato, si traduce in una relazione con la parte complementare di sé, divenuta palpabile visione. Questo il dialogo fra le opposte personalità femminili delle due danzatrici Martina Dalla Mora e Giulia Lunardi, un dialogo che, nel lasciare aperti i cassetti dell'io – sul costume di una delle due danzatrici è possibile ammirare la riproduzione di Cabinet anthropomorphique di Salvador Dalì –, elabora il rapporto fra l'etereo e il concreto in sinuosità trasognanti e simboliche.
Felice occasione questa della "Serata Debussy", anche per avvicinare il pubblico alla dimensione sempre più privilegiata di un "quotidiano artistico", dove il sodalizio fra le arti crea cultura e diffonde bellezza. Non resta che augurare un proficuo proseguimento, perché si può e si deve fare ancora molto, come del resto precisa, in occasione del premio conferitole per i suoi meriti artistici, l'étoile Luciana Savignano, ospite d'onore della Serata, pensando all'opera futura che l'attende. Ad maiora!
Selene I.S. Brumana