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SCHIACCIANOCI (LO) - coreografia George Balanchine

"Lo Schiaccianoci", coreografia George Balanchine. Al centro Nicoletta Manni. Foto Marco Brescia e Rudy Amisano – Teatro alla Scala "Lo Schiaccianoci", coreografia George Balanchine. Al centro Nicoletta Manni. Foto Marco Brescia e Rudy Amisano – Teatro alla Scala

coreografia George Balanchine (© The George Balanchine Trust)

Balletto in due atti quattro scene e un prologo
Basato sul racconto Der Nussknacker und der Mäusekönig di E.T.A. Hoffmann (1816)
George Balanchine's The Nutcracker®
Musica: Pëtr Il'ič Čajkovskij
Coreografia: George Balanchine (© The George Balanchine Trust)
Ripresa da Sandra Jennings
Scene e costumi: Margherita Palli
Luci: Marco Filibeck
Direttore: Michail Jurowski
Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala
Con la partecipazione degli Allievi della Scuola di Ballo dell'Accademia Teatro alla Scala
Coro di Voci Bianche dell'Accademia Teatro alla Scala
Nuova produzione Teatro alla Scala
Prima rappresentazione italiana
"The performance of George Balanchine's The Nutcracker® a Balanchine® Ballet, is presented by arrangement with The George Balanchine Trust and has been produced in accordance with the Balanchine Style® and Balanchine Technique® Service standards established and provided by the Trust".
MILANO, Teatro alla Scala dal 16 dicembre 2018 al 15 gennaio 2019

www.Sipario.it, 21 dicembre 2018

"Lo Schiaccianoci" di Balanchine è inappuntabile, e in piena sintonia con lo spirito fanciullesco rivelando un sontuoso allestimento (inedito nella veste di Margherita Palli per quanto riguarda costumi e scenografie) anche per gli adulti, che possono godere della romantica arte del balletto oltre che di quella nobile del teatro. Il risultato è foriero di allegria, una magica sorpresa in due parti, tra realtà e sogno! Il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala diretto dal Maestro Frédéric Olivieri ha portato in scena, ad inaugurazione della Stagione di Balletto, la tradizione con il titolo natalizio per eccellenza avvalorato da maestosi effetti estetici e trovate abbaglianti, incastonate nel genio creativo musicale di Čajkovskij. La versione di Balanchine è un classico natalizio americano fin dal 1954, quando già veniva proposto dal "New York City Ballet" ed ancora oggi lo si ritrova in scena a New York presso il David H. Koch Theater all'interno del Lincoln Center for the Performing Arts tra l'incrocio di Columbus Avenue e la 63ª Strada nel periodo legato alle festività di fine anno, una produzione realizzata su ampia scala, un fantasioso capolavoro rispondente al gusto e al senso della forma artistica. Il momento più spettacolare si mostra nella crescita dell'albero di Natale, oltre al monumentale vestito di Mamma Zenzero senza tralasciare lo stupore del cambio di scena a vista che introduce Marie nel bosco incantato, fino al luccichio della copiosa e poetica nevicata. La storia è ben nota, il tutto prende avvio con la festa per la vigilia di Natale a casa Stahlbaum e con l'arrivo degli invitati. Di assoluto garbo gli allievi della Scuola di Ballo diretti dal Maestro Vanadia, partecipi con precisione, attenzione, pulizia nei movimenti. Da piccoli professionisti li ritroviamo numerosi nella prima scena tra giochi, salti, giri e danze armoniose in unione agli adulti sino all'arrivo dell'ospite d'onore, Herr Drosselmeier, padrino di Marie e Fritz Stahlbaum. Herr introduce ai presenti il suo giovane nipote e intrattiene i bambini con uno schiaccianoci ma Fritz, solo per il gusto del dispetto, lo scaraventa a terra rompendolo. Herr, uomo scontroso all'apparenza, ma buono di cuore interviene per riparare il danno regalandolo poi a Marie, affinché se ne prenda cura. Terminata la festa, la bimba torna nella sala dei ricevimenti ormai vuota e si addormenta sul divano abbracciata allo schiaccianoci. Come per magia, l'albero natalizio comincia ad ingigantirsi sempre più e Marie si ritrova all'altezza dei soldatini di Fritz, venendo così attaccata da giganteschi topi – capitanati dal re, un essere con tre teste – che lei riesce a debellare insieme allo schiaccianoci. Con la morte del re dei topi si spezza un vecchio incantesimo, e lo schiaccianoci si trasforma in un principe in carne ed ossa. La coppia oltrepassa la finestra ed entra in un bosco ammaliante: il valzer dei fiocchi di neve è l'esemplare coreografia prima del calarsi di sipario, una idilliaca rappresentazione dei minuti cristalli di ghiaccio che cadono rapidi, ma leggeri e soavi tanto da sentirsi ammantati da una "tormenta di ballerine". Nel secondo atto, Marie e il principe arrivano alla Terra dei Dolciumi e a dar loro il benvenuto è presente la Fata Zuccherino, accompagnata dagli abitanti del regno. Il piccolo principe racconta alla Fata le avventure vissute mimando gli accadimenti, e i due piccoli vengono seduti sul maestoso trono, dando così inizio alle differenti danze in loro onore. Si esibiscono tutti i popoli: cioccolata calda dalla Spagna, te cinese, caffè dall'Arabia, bastoncini di zucchero, la pastorella di marzapane, la mamma zenzero con i piccoli "pulcinelli" che escono dalla sua gonna fino all'intramontabile Valzer dei fiori e alle pirouette di Goccia di Rugiada. Oltre alla magia dello spettacolo si rimane incantati dalla musica, diretta dal Maestro Michail Jurowski, ascoltando i celebri brani così familiarmente coinvolgenti. Merito anche a Sandra Jennings, già celebre ballerina del "New York City Ballet", la quale è stata chiamata per rimontare il balletto in Scala, mai rappresentato in Italia. La ripresa del titolo firmato dal grande coreografo russo per la sua compagnia americana, appare tra le più fedeli all'originale di Petipa e Ivanov. Balanchine infatti, quando era allievo della Scuola di Ballo dei Teatri Imperiali di San Pietroburgo, aveva danzato in questo balletto in uno dei ruoli dei bambini e in seguito si era esibito nel "trepak" dei Bastoncini di zucchero e aveva anche sostenuto il ruolo del principe. Il "trepak" è una danza russa di origine cosacca in tempo veloce e movimento binario. Il nome deriva da "trepat" che significa "pestare", la melodia di questa caratteristica composizione si ritrova anche in una suite scritta da Čajkovskij prima ancora dello "Schiaccianoci", che riscosse enorme successo. Balanchine ha poi ridato piena "luce" al ruolo della protagonista in qualità di bambina, chiamandola Maria Stahlbaum al posto della più nota Clara Silberhaus, reintroducendo il regale "pas de deux" della Fata Confetto con il suo Cavaliere, in quanto nel Regno dei Dolciumi la piccola fanciulla torna ad essere astante. Di assoluta ispirazione all'originale di Petipa/Ivanov anche il Valzer dei fiocchi di neve. Inoltre per il "trepak" Balanchine riprende interamente la coreografia originale di Aleksandr Širyaev (storico primo ballerino e coreografo del Teatro Mariinskij) con i cerchi, apportando leggere modifiche. Il debutto scaligero ha colto inaspettatamente i presenti, catapultandoli nel paese delle meraviglie. L'iconica coreografia completa l'esperienza magica senza operare alcun confronto con altre messinscene del passato o del presente in quanto ogni lavoro porta ad un arricchimento e ad una conoscenza nel "mito del balletto". L'azione si svolge all'inizio del XIX secolo permettendo all'eccellente Margherita Palli di giocare con il tempo e i paesi, grazie a citazioni d'epoca e a stili diversi nel ricreare l'immaginario balanchiniano per mezzo dei colori dell'artista americano Maxfield Parrish, e ideando "scenografie dipinte" in omaggio alla grande usanza della Scala, ristudiando altresì i personaggi originali per i costumi di una tale bellezza da farli riflettere nell'ideale nato da squisita grazia tra struttura e proporzioni. La casa del signor Stahlbaum dunque non è in Germania ma nella villa "Drayton Hall" in America di ispirazione palladiana, per far riaffiorare quel ricco simbolo del passato culturale, mescolando brillantemente i secoli: dal bosco innevato all'invitante negozio di dolci che tanto ricorda le leggendarie pasticcerie meneghine. Che sia una tradizione natalizia o una scoperta per la prima volta, "Lo Schiaccianoci" è un dono di cui ogni bambino deve godere, con particolare attenzione a coloro che sono animati dalla passione coreutica. Il Corpo di Ballo della Scala ha offerto un'esibizione nel pieno rispetto dei dettami classici, inaugurando la Stagione con una prima nazionale e un debutto per la stessa Compagnia dal sapore internazionale, grazie al volere intuitivo del Maestro Frédéric Olivieri. L'insieme degli aspetti che esprimono il movimento, creati con equilibrio da George Balanchine, si avvalgono della struttura narrativa adatta alla protagonista e ai giovanissimi interpreti della Scuola di Ballo, che certo non sono in grado di svolgere passi elaborati, ma che permettono in questo modo di mantenere una stesura mitigata da quegli elementi inquietanti del racconto di Hoffmann passati in secondo piano. Viene elaborata maggiormente l'atmosfera pantomimica del Natale, esaltando i sentimenti con un sapore antico per meglio offrire l'esposizione diventata nel tempo un assodato successo. Infatti, nel primo atto vengono raccontare storie nel mondo reale, mentre nel secondo atto, chiamato appunto "atto bianco" si prosegue nel mondo delle fiabe, popolato da esseri irreali rendendo omaggio alla tradizione tedesca del far dolci in un fantasmagorico "divertissement" alimentato da un soffio aromatico con un'abbondanza di decorazioni e minuzie in ogni dove, tanto da giungere nel finale alla slitta di Babbo Natale che vola in cielo trainata dalle renne con a bordo i due protagonisti. Sono comparsi sul palcoscenico del Piermarini centotrenta artisti tra Primi Ballerini, Solisti e Corpo di Ballo e una sessantina di Allievi dal 1° al 5° corso della Scuola di Ballo dell'Accademia Teatro alla Scala. Nel primo cast Nicoletta Manni è la fata confetto, Timofej Andrijashenko è il cavaliere, Martina Arduino è Goccia di Rugiada, Beatrice Carbone e Alessandro Grillo sono la Signora e il Dottor Stahlbaum, Giulia Consumi è Marie, Fritz è Amos Halilovic, il Signor Drosselmeier è Mick Zeni, il nipote (principe/schiacchianoci) è Leonardo Baghin, Arlecchino è Paola Giovenzana, Colombina è Vittoria Valerio, Soldatino è Valerio Lunadei, il Re dei Topi è Samuele Berbenni, la Cioccolata calda è Francesca Podini e Massimo Garon, il Caffè è Maria Celeste Losa, il Tè è Andrea Crescenzi, il Bastoncino di zucchero è Nicola Del Freo, la Pastorella di marzapane è Vittoria Valerio, Mamma Zenzero è Samuele Berbenni, tutti di raffinata esecuzione. In conclusione come non pensare alla citazione di Albert Einstein il quale asseriva che "L'immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata. L'immaginazione circonda il mondo."

Michele Olivieri

Ultima modifica il Venerdì, 21 Dicembre 2018 16:00

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