Musica di Pëtr Il'ič Čajkovskij
Balletto in due atti
da un racconto di E.T.A. Hoffmann
Adattamento di Giuliano Peparini
Direttore David Coleman
Coreografia Giuliano Peparini
Scene Lucia D'Angelo e Cristina Querzola
Costumi Frédéric Olivier
Video Grafica GRAFICA Gilles Papain
Luci Jean-Michel Désiré
Interpreti Principali
MARIE Rebecca Bianchi, Sara Loro
NIPOTE DI DROSSELMEYER Michele Satriano, Claudio Cocino
ZIO DROSSELMEYER Claudio Cocino, Alessio Rezza, Giuseppe Schiavone, Jacopo Giarda
REGINA DELLE NEVI Alessandra Amato, Marianna Suriano, Annalisa Cianci, Elena Bidini
Orchestra, Etoiles, Primi Ballerini, Solisti e Corpo di Ballo del Teatro dell'Opera
con la partecipazione degli Allievi della Scuola di Danza del Teatro dell'Opera
Nuovo allestimento
Roma, Teatro dell'Opera dal 20 dicembre al 8 gennaio 2015
"Lo Schiaccianoci" conquista il pubblico
puntando su un spettacolo originale
Che dire di questa edizione de "Lo schiaccianoci" da un racconto di E.T.A. Hoffmann adattadato di Giuliano Peparini, di scena al Teatro dell'Opera per un totale di quindici repliche con un afflusso di gente incredibile?
Premesso che noi non siamo resistenti, contrari alle innovazioni in campo ballettistico, soprattutto quando si tratta di repertorio classico. Ben vengano. Purché l'innovazione sia nello stretto specifico del linguaggio del balletto e che faccia spettacolo, anche con proiezioni su proiezioni che attirano l'attenzione, sostenendo il contenuto dell'opera, e la drammaturgia stessa del balletto.
Si ha la sensazione che il coreografo-regista, Giuliano Peparini, sotto l'influsso della varie esperienze vissute in più ambiti teatrali, abbia voluto dimostraci la sua bravura, la sua storia. E c'è riuscito, tanto da stimolare la curiosità del pubblico.
Inoltre, il Corpo di Ballo, i primi ballerini, i solisti, sotto la sua guida, hanno dato risultati eccellenti, anche se non sempre risulta del tutto chiara la storia stessa de "Lo Schiaccianoci", come riconoscere i personaggi, ma questo non ha tolto l'interesse sulla pluralità dei linguaggi che il coreografo ha messo in gioco per arricchire.
Il coreografo, insomma, non manca di creatività e che abbia tanta voglia di cambiare un po' le cose del passato, di rinnovare il repertorio del balletto classico; e in questo caso, come si è detto, ci è riuscito.
Un merito particolare di tanto successo va anche alla direzione del Teatro e del Corpo di Ballo, nella persona della direttrice Eleonora Abbagnato, che ha dato la possibilità di costruire un evento che ha mosso molto pubblico. A questo risultato va il nostro plauso, come i numerosi spettatori al termine dello spettacolo hanno applaudito tutto il Corpo di Ballo, i primi ballerini, i solisti e gli allievi della Scuola di Danza, insieme al direttore d'orchestra, il bravo David Coleman, attento anche a eseguire gli "stop d'orchestra" per consentire i preannunci di una Fatina di alcune danze del seconda atto.
Mario Mattia Giorgetti