con Michele Abbondanza, Francesca Bertolli, Roberto Cocconi, Raffaella Giordano, Giorgio Rossi
musica dal vivo per pianoforte del compositore Arturo Annecchino
luci Marco Cassini
progetto realizzato dall'Associazione Sosta Palmizi
Teatro Mecenate, Arezzo, 18 dicembre 2015
Era il triennio 1981-1983 quando Carolyn Carlson (citata con ironia nella performance) realizzò una lunga e stimolante residenza, il Teatro Danza La Fenice di Venezia, durante la quale si formarono coreografi e danzatori come Michele Abbondanza, Francesca Bertolli, Roberto Castello, Roberto Cocconi, Raffaella Giordano e Giorgio Rossi. Interpreti uniti dallo stesso desiderio che - una volta orfani della danzatrice americana, tornata alla scena francese - decisero di unire i propri talenti e diventare un'unica entità. Formazione che nel giro di qualche anno si è separata e ramificata in esperienze diverse: l'Associazione Sosta Palmizi, ALDES e la compagnia Abbondanza/Bertoni per citarne alcune. Ognuno ha intrapreso il proprio percorso, fatto le proprie scelte, ma non per questo in contraddizione a quella esigenza artistica e sociale che li aveva spinti a unirsi.
Un'occasione unica, quella di venerdì 18 dicembre al Teatro Mecenate di Arezzo, che si presenta come un carillon di ricordi, di memorie passate: dal primo lavoro, Il cortile (premio Ubu 1985), a oggi. È come se il tempo fosse tornato indietro per catturare la fanciullezza dei cinque ballerini (escluso Roberto Castello che non si è potuto esibire), che dopo tanti anni si ritrovano a giocare come bambini rivivendo in scena le memorie dei propri corpi. I vezzi, le caratteristiche fisiche e la personalità di ognuno diventano materia di indagine e di improvvisazioni, accompagnate al pianoforte dall'estroso musicista venezuelano Arturo Annecchino, che compose la drammaturgia sonora del loro primo spettacolo.
Giorgio Rossi fa esplodere la sua verve ironica attraverso gli sketch con gli spettatori, ma soprattutto attraverso ciò che più gli appartiene, un corpo disarticolato che si muove nello spazio come un Arlecchino pieno di gioia e profonda frivolezza. Rotta completamente la quarta parete, nel palco prosegue la magia della creazione. Maga della danza per eccellenza è sicuramente Raffaella Giordano, un corpo fluido e avvolgente, una figura romantica e al tempo stesso divertente, che a ogni passo irradia attraverso la sua presenza una forza magnetica. Una coppia consolidata, a cui si aggiungono Roberto Cocconi, Francesca Bertolli, leggermente fuori dal coro, che si presenta come una sorta di Alice nel paese delle meraviglie over 50 e Michele Abbondanza, il più terrigno e animalesco, che con autoironia dà sfogo ai propri impulsi interiori attraverso urla di liberazione. Accanto alla danza convive quindi il teatro, la parola, declamata o più molto spesso bisbigliata per dare voce al pensiero del danzatore.
Sara Bonci