Ken Bloom HOLLYWOOD MUSICALS. I 100 PIU' GRANDI FILM MUSICALI DI TUTTI I TEMPI Gremese, Roma Euro 39.00, pp. 288
Commedia dell'amore o spettacolo da inscenare comunque, fantasticheria onirica, magari anche in cartoon, che si sbriglia con coreografie di fastosa bellezza o rievocazione biografica di compositori o di cantanti, film-opera o film-balletto, epopea jazz o vitalismo rock, il musical americano da genere teatrale newyorkese diventa a Hollywood con quadri Warner, classici Rko, mitici Mgm emblematico segno e sogno di una favolosa poetica dell'intrattenimento. Ken Bloom, storico, regista, produttore discografico, nella miriade di musical hollywoodiani seleziona i cento film più significativi per innovazioni coreografiche, successi di culto, presenze di attori star, ciascuno con un proprio stile, Fred Astaire con Cyd Charisse o Judy Garland o Ginger Rogers in "inquadrature a corpo intero, macchine da presa quasi immobili, lunghe sequenze", Gene Kelly invece, più atletico e stravagante con dinamico gioco di volteggi, balzi, balletti, fosse a New York o a Parigi, o "cantando sotto la pioggia". Ma non ne profila una storia da The Jazz Singer (1927) al terzo High School Musical (2008), rimandandone in appendice l'arcatura cronologica. In ordine alfabetico, da All That Jazz (1973) di Bob Fosse a You were never Lovelier (1943) di William A. Seiter ne allinea dizionario, grazie alla sontuosità editoriale da superbo libro-strenna, film dopo film, con un'impaginazione di largo formato e ampio respiro in uno spettroscopico incrocio tra ricco apparato illustrativo, foto di scena, inquadrature di film, poster d'epoca, a colori anche per film bianconeri, e testi che, magari tenuti leggeri con sorridente sottofondo d'ironia, precisano cast, credit, trama, citano "Songs", spilucchiano curiosità dietro-le-quinte, evidenziano battute o stralci d'intervista, perfezionano ritratto d'autore o interprete.
Alberto Pesce
|