Musica di Jean Baptiste Lully e prologo di Marco Marazzoli Parigi, 1657
Prima rappresentazione mondiale in epoca moderna
in streaming dal Teatro Verdi di Pisa
Carlo Ipata direttore
Orchestra Auser Musici,
Raffaele Pe (controtenore) "Amore"
Maria Teresa Becci (soprano) "Ragione"
Antonio Mandrillo (tenore) "Sdegno"
Yuri Guerra (basso) "Tempo"
Fernando Cordeiro Opa (vocal coach)
Pisa, Teatro Verdi, 5 dicembre 2020
Il 5 dicembre, sul canale YouTube del teatro e in contemporanea sul sito del teatro, è stato trasmesso (alle ore 20.30) in streaming in forma di concerto "L'Amour malade", comédie-ballet di Jean Baptiste Lully, con prologo di Marco Marazzoli, musicista italiano alla corte del cardinale Mazzarino in Francia, danzata per la prima volta il 17 gennaio 1657 da un diciannovenne Luigi XIV, esempio di massimo splendore del ballet de cour, genere di intrattenimento danzato al quale partecipavano come ballerini gli stessi nobili che venne raggiunto in Francia alla corte del Re Sole. In scena quattro personaggi. Amore giace malato in un letto, accudito da Ragione. Non sapendo più cosa fare, Ragione chiama al capezzale due dottori, Tempo e Sdegno. I due visitano Amore e discutono con Ragione di quale sia il rimedio migliore per guarirlo. È il più antico balletto (LWV 8) di corte di Jean Baptiste Lully, giunto fino a noi su un testo di Francesco Buti arricchito da scenette comiche di Isaac de Bensérade, ballato nella Grande Salle del Louvre il 17 gennaio 1657, al cospetto della corte e degli ambasciatori stranieri. Importante per la sua collocazione storica, il Ballet de l'Amour malade rappresenta un primo esempio delle abilità del giovane Lully, capace di portare una ventata di novità in un genere ormai consolidato nella cultura di corte francese. Successivi approfondimenti e ritrovamenti hanno confermato che Lully si era impadronito del testo di Marazzoli, aggiungendo le 10 Entrée strumentali, danzate da Luigi XIV stesso e dai suoi notabili. Il Teatro Verdi di Pisa riapre la stagione 2020, così, con questo inedito “ballet de cour” in forma di concerto, la cui partitura è stata ricostruita da Carlo Ipata durante le ricerche sul grande cantante toscano Atto Melani, continuando quel lavoro di ricerca sulla famiglia di musicisti toscani Melani (Alessandro e Jacopo, compositori e Atto, cantante) operativi nelle corti europee del Seicento. Lo scorso anno ad ottobre è stato allestito Pisa, nella sala grande del Teatro Verdi, in un'edizione pressoché integrale, de L'Empio punito di Alessandro Melani su libretto di Giovanni Filippo Apolloni, basata sull'adattamento della commedia spagnola L'ingannatore di Siviglia e il convitato di pietra di Tirso de Molina, nota per essere la prima trasposizione operistica del soggetto teatrale del Don Giovanni, sempre sotto la direzione di Carlo Ipata, regia di Jacopo Spirei, e il controtenore Raffaele Pe nel ruolo del titolo, affiancato da Roberta Invernizzi nel ruolo di Ipomene e Raffella Milanesi quale Atamira. Questa riproposta del L'Amour Malade, del compositore francese doveva essere la continuazione di tale ricerca sui compositori toscani alla corte di Versailles; annunciata ad agosto scorso nella presentazione della stagione generale 2020-21 del teatro pisano, sotto la gestione di un nuovo direttore generale e dopo un periodo di sospensione di qualsiasi attività artistica. Le disposizioni di ottobre hanno di fatto rimandato l'allestimento scenico, ma almeno si è assistito, da remoto, alla riapertura del Teatro Verdi di Pisa, chiuso dallo scorso fine febbraio. Senza poter riprodurre lo sfarzo di Versailles a causa del particolare momento storico, il Teatro Verdi di Pisa ha scelto un inedito del genere per la sua riapertura, seppur virtuale. L'operazione è condotta da Carlo Ipata, che ha ricostruito la partitura durante le ricerche sul grande cantante toscano Atto Melani, coadiuvato dai suoi Auser Musici, con Raffaele Pe nel ruolo di "Amore", che si conferma uno dei migliori e preparati controtenori di nuova generazione. Per sottrarsi alle frenesie del “mercato”, Raffaele Pe ha fondato un ensemble tutto suo, La Lira di Orfeo, un collettivo di musicisti, artisti e ricercatori accomunati dallo studio di un repertorio in continua riscoperta, specializzato del repertorio barocco, protagonista recente dell'Aci, Galatea e Polifemo, di Haendel, allestito a Piacenza lo scorso ottobre. Nei ruoli di "Ragione", "Sdegno" e "Tempo", Maria Teresa Becci (soprano), Antonio Mandrillo (tenore), Yuri Guerra (basso), tre giovani cantanti scelti e preparati da Raffaele Pe e Fernando Cordeiro Opa (vocal coach) in virtù della collaborazione fra l'ensemble La Lira d'Orfeo e l'Atelier di Formazione Il Gran Teatro del Mondo a beneficio di giovani interpreti che si affacciano al mondo del teatro con il progetto di avviamento alla professionalità del teatro musicale barocco, in residenza presso il Teatro Verdi, che ha già portato sulle scene il cast giovanile del recente Empio Punito. "Del balletto originale sono rimaste alcune fonti – commenta Carlo Ipata, a capo dell'operazione – tra cui i testi declamati e la musica per le danze". Mancava la parte vocale relativa al lungo Prologo in italiano, e durante le ricerche sul repertorio cantato dal artista toscano Atto Melani, Ipata si è imbattuto nella scena di Marazzoli che corrispondeva quasi in toto al libretto del prologo pubblicato per l'esecuzione del 1657. Pur se non nella totalità della partitura, dando centralità al quartetto finale musicalmente impostato tra contrappunto e recitar cantato, l'importanza dell'operazione è data dal recupero di esperienze musicali ponte di diverse tradizioni e ambiti musicali, gestita in forma di cantata a leggio che non implica grandi movimenti come in genere il recitar cantando barocco. Spettacolo breve, che nella diretta streaming era intervallato da brevi inserimenti dei curatori del progetto: nel corso dello streaming sono intervenuti Barbara Nestola del Centre de Musique Baroque de Versailles, Carlo Ipata, direttore di Auser Musici, Raffaele Pe, controtenore e preparatore cantanti, e Lorenzo Maria Mucci, coordinatore Artistico del Teatro Verdi. Sarà affidato in un allestimento successivo, per un prossimo 2021, la ricostruzione del pastiche con la versione integrale di Marazzoli e ricostruzione completa delle entrée coreografiche (compresa quella con l'entrata del Re sole). Riprese e regia video a cura di Imaginarium Creative Studio.
Federica Fanizza