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L’AIO NELL'IMBARAZZO – regia Francesco Micheli

"L’aio nell’imbarazzo", regia Francesco Micheli. Foto Gianfranco Rota "L’aio nell’imbarazzo", regia Francesco Micheli. Foto Gianfranco Rota

Melodramma giocoso in due atti a sette voci
di Jacopo Ferretti
Musica di Gaetano Donizetti
Prima esecuzione: Roma, Teatro Valle, 4 febbraio 1824
Edizione critica a cura di Maria Chiara Bertieri
© Fondazione Teatro Donizetti
Direttore Vincenzo Milletarì
Regia Francesco Micheli
Scene Mauro Tinti
Costumi Giada Masi
Lighting design Peter van Praet
Video Studio Temp
Animazione Emanuele Kabu
Drammaturgo Alberto Mattioli
Cast
Il marchese Giulio Antiquati Alessandro Corbelli
Gregorio Cordebono Alex Esposito
e con gli Allievi della Bottega Donizetti
Il marchese Enrico Francesco Lucii
Madama Gilda Tallemanni Marilena Ruta
Il marchese Pippetto Lorenzo Martelli
Leonarda Caterina Dellaere
Simone / Bastiano Lorenzo Liberali
Orchestra Donizetti Opera
Maestra al fortepiano Hana Lee
Coro Donizetti Opera
Maestro del Coro Claudio Fenoglio
Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Donizetti
Bergamo, Teatro Donizetti, 26 novembre 2022

www.Sipario.it, 28 novembre

In questa edizione del Donizetti Opera si sono seguiti due percorsi programmatici. Con la revisione critica de La Favorite nelle salde mani del direttore musicale Riccardo Frizza, si è seguito un percorso affidato ai titoli consolidati del repertorio donizettiano, pur nella rivisitazione critica, dando spazio al richiamo dell'offerta artistica. Ma la struttura portante della rassegna è riservata alla ricerca e alla proposta in edizione critica di titoli desueti del repertorio del compositore bergamasco che, collegati permettono di ricostruire il suo percorso musicale e creativo attraverso recuperi di titoli abbandonati nel tempo perché insuccessi o perché esaurito il successo del momento e sostituiti con altre creazioni. Nel contempo attivare pratiche di lavoro indirizzate al sostegno di giovani artisti in convenzione con le Accademie di formazione in canto lirico. L'Ajo nell'imbarazzo scritto da Donizetti nel 1824 proposto per il Teatro Valle di Roma fu prima opera di Donizetti ad entrare nel giro dei teatri italiani e esteri con alcune riadattamenti operati da Donizetti stesso per le successive rappresentazione. Non si possiede l'autografo ma un manoscritto di un copista rimaneggiato da Donizetti stesso e il libretto della prima rappresentazione romana. Rispetto a quanto si è ascoltato nell'occasione di Chiara e Serafina in questa edizione 2022, i due anni che separano il due titoli sembrano enormità. Le tematiche comuni sono quelle di un teatro comico, ma nell'Ajo si avverte la mano esperta di un poeta quale Jacopo Ferretti (scrisse la Cenerentola per Rossini). La trama scorre velocemente per una vicende di ambientazione borghese. Un padre, Il Marchese Giulio Antiquati (i cognomi sono già un programma) tiene segregati i due figli, Enrico e Pipetto, istruiti da un anziano precettore, don Gregorio Cordebono, molto comprensivo della sorte dei due giovani. Ma si sa che l'eccesso di rigore genera la voglia di evasione e così fu che il figlio maggiore Enrico conosce una giovane vicina di casa, Gilda, figlia di un valoroso colonnello deceduto in battaglia, la sposa con tanto di pargolo, il tutto di nascosto. Don Giulio scopre Gilda. Il marchese dapprima vorrebbe cacciare e diseredare Enrico per lasciare tutto a Pippetto, poi il deciso intervento di Gilda lo spinge al ripensamento e nella famiglia torna la serenità. La musica di Donizetti tiene assieme la trama, con i suoi duetti, concertati d'assieme, le arie brevi che ben caratterizzano i personaggi: il romantico e sognatore Enrico, il pasticcione Pipetto con le sue inconcludenti lezioni e le trame con la serva anziana, il caricaturale Giulio, il deus ex machina don Gregorio capace di risolvere a fin di bene la situazione alquanto aggrovigliata. Ma chi domina la scena, vocalmente e come personalità, è Gilda, sposa e giovane mamma. Apre la strada a tutta quella schiera di figure femminili del teatro comico donizettiano, forte di carattere, figlia di un militare, che possiede spirito marziale ma " che qui dentro al mio cervello ho malizia in quantità" appresa da libri e da novelle. Quelle donne decise del loro destino, come esprime bene della sintesi conclusiva dello opera: “Siamo serve, ma regniamo: siamo nate a comandar”. Francesco Micheli, direttore artistico del festival si è riservato la regia di questo titolo per esprimere una sua particolare visione del mondo delle relazioni famigliari e di affetti: siamo in un futuro prossimo in un 2042, dominato dal web. Nello scorrere delle note del preludio abbiamo avuto come spettatori un riassunto pregresso in video di quelle che furono le peripezie del Giulio Antiquati, una scusa per la sorte riservata ai figli, quella di non incorrere in perigliosi incontri, che lo porta a chiudersi alle innovazioni dell'umanità, forse un politico. Ma nello stesso a dimostrare che ciò che accade nel libretto nel 1824 è sempre di attualità se non anche riproporsi in un futuro prossimo. Il tutto montato con video e animazioni grafiche, video Studio Temp e animazione Emanuele Kabu, impostate su sequenze simboliche e raffigurazione astratte che in rapida successione che indirizzato lo spettatore a individuare tramite colori i vari personaggi della scena. A lungo andare questo eccesso di immagini in movimento confondono la visione, ma vengono poi progressivamente ad esaurirsi. Come i costumi di Giada Masi che propongono, una rivisitazione postmoderna ed in forma esasperata di modelli stereotipati, mentre le scene sono essenziali e geometriche costruite su moduli mobili da Mauro Tinti. Interessante invece la resa musicale, condotta dal giovane direttore Vincenzo Milletarì che cerca di districarsi da una partitura che ormai è specchio di quello che saranno i moduli compositivi di Donizetti nell’ambito del teatro comico. Qui Alessandro Corbelli, il marchese Giulio Antiquati, si ripresenta in un ruolo che fu suo nel 1984 quando lo interpretò in una riproposta quasi integrale dell'opera, con accanto l'esperienza del Gregorio Cordebono Alex Esposito che hanno preso in mano i giovani artisti della Bottega Donizetti (Il marchese Enrico Francesco Lucii; Madama Gilda Tallemanni Marilena Ruta; Il marchese Pippetto Lorenzo Martelli; Leonarda Caterina Dellaere; Simone / Bastiano Lorenzo Liberali). Sono giovani e ben preparati che hanno dimostrato di possedere qualità di mezzi vocali e di interpreti. Certo domina la Gilda di Marilena Ruta, vestita da militare in missione operativa, per la scrittura che la musica le dedica fatta con arie a ritmi incalzanti e incisivi. Successo gradito per tutti gli artefici del progetto con particolare ringraziamento nei confronti di Alessandro Cobelli e Alex Esposito, apripista ai giovani del cast.

Federica Fanizza

Ultima modifica il Giovedì, 01 Dicembre 2022 12:44

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