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L’aveva promesso al pubblico di Amletino, uno spettacolo del ciclo riservato ai più piccoli (vedi recensione su Sipario.it), che ad ottobre si sarebbe tornati in scena proprio con uno spettacolo pensato per loro. Scelta piuttosto originale, quella del nuovo direttore artistico dei Teatri di Siena, Vincenzo Bocciarelli, ma ha mantenuto la promessa. I bambini sono arrivati, con genitori e nonni, e per i tre spettacoli previsti per l’inaugurazione della stagione c’è stato il tutto esaurito, anzi  qualcuno non ha trovato più posto. Si tratta di un nuovo allestimento del musical di Stefano D’Orazio, che proprio per dare inizio a questa scelta creativa aveva lasciato i Pooh, ma per i ragazzi è stata una prima assoluta, e di sabato hanno fatto mezzanotte, tanto domani non si va a scuola. E siccome siamo fatti della stoffa di cui son fatti i sogni, come dice Shakespeare e come ripete con convinzione Bocciarelli, che sogno sia!

Il regista Luca Cattaneo, che è anche direttore artistico del Teatro dell’Ora, ha voluto ricreare proprio il mondo che non c’è più, quello del nostro immaginario di bambini: un oriente di colori e profumi, di babbucce con la punta rialzata e tappeti volanti, di magie. Per questi effetti speciali della tradizione fondamentale è stata l’esperienza di Antonio Casanova. Eppure, saranno le musiche dei Pooh, lo spettacolo ha un suono molto italiano, fin dalla prima parte, quella più avventurosa e sentimentale, quella del canto a voce piena così nostro, anche nell’impostazione della musica leggera: si vede che il cast è stato scelto puntando al massimo livello. Anzi ci siamo chiesti, noi pubblico ingenuo, come mai per sentire gente intonata e in voce bisogna assistere agli spettacoli teatrali, dato che la canzone in se’, che pure ha una grande tradizione nel nostro paese, è diventata quasi in toto inascoltabile, anche per la pochezza dell’esecuzione. Allora per questo spettacolo proponiamo di non usare il termine musical, ma commedia musicale, quella del dopoguerra (la seconda), di Garinei e Giovannini per intenderci. Perché la qualità musicale c’è, e la commedia pure, soprattutto nella seconda parte, grazie alla presenza dominante di Max Laudadio tornato per l’occasione a calcare le scene, le battute si sprecano, quelle relative all’attualità o alla tv che fanno ridere i grandi, ma anche quelle relative alla letteratura per l’infanzia che, fortunatamente, vengono colte e  accolte con gran trilli di risa dai bambini.

Quando nel corso di saluti e applausi finali Vincenzo Bocciarelli ha parlato di grande artigianato teatrale, questa considerazione ci è venuta immediata: nell’artigianato ci vuole mestiere e competenza, in quella che si fregia del nome di arte, qualche volta il re è in mutande (e il bambino ride). 

Repliche più di 80 dopo questa prima senese, per finire a Milano di maggio. 

Annamaria Pellegrini