di Gaetano Donizetti
Direzione musicale Alain Altinoglu
Regia: Laurent Pelly
Don Pasquale Michele Pertusi (Pietro Spagnoli)
Dottor Malatesta Lionel Lhote
Ernesto Joel Prieto
Norina Danielle De Niese (Anne Gillet)
Notaro Alessandro Ibis
Teatro de La Monnaie, Bruxelles dal 9 al 21 dic 2018
Il fascino perdurante dell'Opera Buffa fa riflettere. La leggerezza a fronte della pesantezza dei tempi in cui viviamo. La grazia e il sorriso a fronte della cupezza. La saggezza dell'evasione quando fare i conti con il mondo diventa impresa ingrata. Mentre si consumava la tragedia del mercato di Natale di Strasburgo – ancora una volta terrorismo omicida fuori controllo – a La Monnaie di Bruxelles si godeva dello spettacolo più divertente e riuscito degli ultimi anni. Premiato con l'applauso più lungo di cui io sia stato lì testimone. Il Don Pasquale è del 1843, debutto al Teatro Italiano di Parigi quello di Piccinni, di Rossini.... Fu subito un successo, forse perché ci si stava ormai rassegnando alla fine di un genere che aveva entusiasmato il pubblico di tutt'Europa, l'opera buffa a tutto tondo, cosa che sapevano fare solo gli italiani (e Mozart), schemi della commedia dell'arte, musicati con movenze da minuetto. Dopo i trionfi settecenteschi, l'Opera Buffa aveva perduto freschezza e originalità. Proprio come la Commedia dell'Arte. Ed era diventata spettacolo scurrile di teatri di provincia. Persino Rossini, con il Guglielmo Tell del 1838 l'aveva di fatto ripudiata: i tempi nuovi richievano teatro e musica nuovi, non più splendida evasione ma sentimenti che vibrino all'unisono con la realtà. Fino ad approdare agli antipodi del crudo naturalismo di Leoncavallo, con tanto di omicidio in scena (I Pagliaccci). Dell'Opera Buffa si è perso poi il seme. Il Don Pasquale fu l'ultima, e non poteva esserci epilogo più bello.È 'l'ultima opera di Donizetti che, sebbene non ancora vecchio, potrebbe dire, come Flaubert, "Don Pasquale, il vecchio stolto che vuole prendere in moglie una giovinetta, "c'est moi". Diresti : l'ennesima storia di genere, tante volte raccontata nei teatri da Plauto in poi. E invece è un nuovo miracolo di grazia e di equilibrio che si iscrive nella lunga storia della 'comedie humaine'. Bravissimo Michele Pertusi, il più applaudito: gran voce, grandissima recitazione che rende godibilissimi persino i recitativi. Ho avuto il piacere di ascoltare nel ruolo di Norina entrambe le soprano, entrambe bravissime, una Norina volitiva e scanzonata che ricorda Carmen. Più sfumato l'Ermesto, prototipo del buono a nulla, interpretato dal Prieto: tenore fragile, senza pretese, una scelta perfetta, a sottolineare l'esigua personalità del personaggio. Eccellente anche Alessandro Ibis, che nei pochi minuti in cui è in scena concentra grande arte e grande personalità. Eccellente anche la regia, con l'invenzione della stanza rovesciata, con il pavimeno al posto del soffitto, a significare il terremoto provocato dall'arrivo di Dorina in casa di Don Pasquale. Entusiasta la critica belga, che ha salutato nel Don Pasquale uno dei vertici toccato da La Monnaie negli ultimi anni.
Attilio Moro