Il musical
Musical di Frederick Loewe
Libretto di Alan Jay Lerner
Prima rappresentazione, 15 marzo 1956, Mark Hellinger Theatre, New York
Produzione originale di Moss Hart
Adattamento Vincenzo Incenzo
Direttore M° Enzo Campagnoli
Coreografie Gianni Santucci
Costumi Silvia Frattolitto
Eliza Doolittle Serena Autieri
Mrs. Higgins Fioretta Mari
Henry Higgins Michele Enrico Montesano
Colonnello Pickering Manlio Dovì
Alfredo Doolittle Gianfranco Phino
Mrs. Pearce Clara Galante
Freddy Eynsford Hill Luca Bacci
Prodotto da Enrico Griselli
TEATRO VERDI SALERNO 13-14 aprile 2024
Un classico come My Fair Lady è un vero toccasana per la qualità della vita delle persone. E’ uno di quei lavori che ha in se talmente tanta bellezza da essere assolutamente coinvolgente. E infatti la versione cinematografica con Audrey Hepburn e Rex Harrison rimane ad oggi insuperabile, con gli arrangiamenti delle musiche di Andrè Previn. Ebbene il capolavoro del musical moderno giunge a Salerno in una produzione che vede Serena Autieri come protagonista. C’è sempre un dilemma quando un musical non porta con se l’orchestra ma fa uso di basi preregistrate. Il dilemma è serio e quindi porta a ragionare sulla attendibilità musicale di tale portata. Nel caso del prodotto di Griselli la mancanza dell’orchestra si sente in maniera importante. Ma si sa che i costi con l’orchestra sarebbero notevoli. Però a volte si ha la sensazione di guardare la Gioconda senza il quadro, solo l’immagine, riflessa e lontana. La produzione di Griselli mira soprattutto a mettere in luce le doti della Autieri che sa reggere il ruolo della protagonista in questo continuo essere sopra e sotto le sue stesse aspettative. In verità le musiche di Loewe non sono per niente di facile esecuzione tant’è che la Autieri è costretto a ricorrere ad una strana messa in voce nella fascia degli acuti che certamente non la aiuta per rendere al meglio la sua bella vocalità. Però si sa che i coach della voce ultimamente ne escogitano tante. I testi sono stati adattati da Vincenzo Incenzo noto come cantautore vicino a Renato Zero. Non si sentiva tanto il bisogno di adattare il testo già adattato in italiano dall’originale per la versione degli anni sessanta, quella con Delia Scala per intenderci. A volte alcune sue trovate risultano stucchevoli e poco consoni con il libretto originale. Ma è sempre il tempo che detta le leggi. Lo stesso dicasi per gli arrangiamenti curati da Enzo Campagnoli che è molto pedissequo nel ricalcare quelli di Previn ma non si comprende bene l’uso del sintetizzatore quando l’orchestra non è presente in sala. Bravissimo nel suo ruolo Manlio Dovì come insuperabile è Fiorella Mari una vera trovata quella di affidarle il ruolo della anziana signora Higgins. Troppo sopra le righe la recitazione di Michele Enrico Montesano, esageratamente esagitato in un ruolo che invece dovrebbe far trasparire certamente un atteggiamento nevrotico ma con una certa eleganza. Per il resto il cast funziona bene come il balletto/coro. Belle le coreografie, un po' meno l’allestimento scenico. In sostanza a questa produzione di My Fair Lady manca la vera magia del musical. Ma si sa che in Italia rendere giustizia a capolavori del genere non è cosa facile. Marco Ranaldi