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NOZZE DI FIGARO (LE) - regia Jonathan Miller

"Le Nozze di Figaro", regia Jonathan Miller "Le Nozze di Figaro", regia Jonathan Miller

Commedia per musica in quattro atti K. 492
Libretto di Lorenzo Da Ponte
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Allestimento del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro concertatore e direttore Theodor Guschlbauer
Regia Jonathan Miller
Ripresa da Georg Rootering
Scene Peter J. Davison
Costumi Sue Blane
Luci Emanuele Agliati
Movimenti coreografici Livia Risso

Il conte di Almaviva Alessandro Luongo
La contessa di Almaviva Kristen MacKinnon
Susanna, promessa sposa di Benedetta Torre
Figaro Luca Micheletti
Cherubino, paggio del Conte Serena Malfi
Marcellina Carmen Buendìa
Don Bartolo, medico di Siviglia Fabio Capitanucci
Basilio, maestro di musica Paolo Antognetti
Don Curzio, giudice Antonio Garés
Barbarina, figlia di Rosalia Cìd
Antonio, giardiniere del conte, e zio di Susanna Davide Piva
Due contadine Sarina Rausa, Nadia Pirazzini

Orchestra e coro del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
Teatro della Pergola, 14 maggio 2022

www.Sipario.it, 17 maggio 2022

Non è un nuovo allestimento, come le altre messe in scena operistiche di questo Maggio Musicale, Le nozze di Figaro andato in scena alla Pergola, ma ha comunque riscosso un tutto esaurito. Si tratta di una ripresa, stesse scene stessi costumi stesso teatro, nientemeno di una regia del 1992, che evidentemente molti ricordano con piacere. La regia era quella di un personaggio eclettico, grande comunicatore, che oggi non c’è più, un amico del Maggio Musicale che così si è voluto ricordare: Jonathan Miller. A lui erano affiancati per le scene Peter J. Davison, per i costumi Sue Blane. La ripresa della regia è stata affidata a Georg Rootering, e la direzione all’esperienza e sensibilità di Theodor Guschlbauer. Il lungo e complesso spettacolo, pietra miliare del rinnovamento teatrale operato dal giovane Mozart con libretto di Lorenzo Da Ponte, ha mantenuto tutta la sua freschezza, quella leggerezza che stupisce per la modernità della drammaturgia, per il dinamismo, il gusto per il coup de théatre, e che sostituisce l’assunto politico di Beaumarchais con una consapevolezza delle contraddizioni proprie alla natura umana che rende i personaggi così attuali. Qui non necessita forzare la vicenda trasferendola ad altra epoca con scene e costumi, la rivoluzione è già nel far diventare protagonisti i tradizionale comprimari, cioè i servitori, e coprotagonisti gli esponenti della classe dominante: perché tutti condividono gli stessi sentimenti, le stesse gelosie e sofferenze in ambito amoroso.
Il resto spetta agli interpreti, e ad uno in particolare, Figaro, su questa scena Luca Micheletti, baritono eccellente e, quale discendente di una famiglia di teatranti da quattro generazioni, studioso di teatro e linguistica, attore e regista, premio Luigi Pirandello per i meriti acquisiti in campo teatrale. Si muove sulla scena con una naturalezza straordinaria, come nel ruolo di Susanna sua promessa sposa Benedetta Torre, già premio stella d’argento Chigiana. Figura melanconica e patetica è per contro la Contessa di Almaviva, un’ottima Kirsten MacKinnon: toccante ed indimenticabile il suo “dove sono i bei momenti”, ad affiancarla Alessandro Luongo, un convincente, fedifrago Conte d’Almaviva. Tiene ottimamente la scena nel ruolo en travesti di Cherubino Serena Malfi, ma in un’opera così corale che deve funzionare per quattro atti come un meccanismo ad orologeria anche i personaggi che hanno un minor spazio scenico debbono essere all’altezza, e qui lo sono, come nel ruolo del maestro di musica Basilio Paolo Antognetti, lo ricordiamo quale interprete di “Due, tre, quattro…” , novità di Riccardo Panfili che debuttò al Maggio poco prima della catastrofe che tanto ha tenuto digiuni gli amanti del teatro. Del resto, come si diceva, anche questi personaggi in parrucca e crinolina sono così attuali, nelle loro contraddizioni… Già, anche in quell’opera c’era un letto in primo piano! Perfettamente in parte anche Carmen Buendìa, Marcellina, Fabio Capitanucci, Don Bartolo, e Antonio Garès, Don Curzio. Livia Risso ha avuto il ruolo impegnativo di gestire i movimenti coreografici, che di necessità dovevano essere tradizionali e perfetti, appunto, come le lancette dell’orologio, anche nelle scene corali che hanno visto questa volta alla direzione musicale Lorenzo Fratini.

Annamaria Pellegrini

Ultima modifica il Giovedì, 19 Maggio 2022 11:27

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