di Giacomo Puccini
su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
Direttore Valerio Galli
Maestro del coro Ross Craigmile
Regia Renzo Giacchieri
Coro Interscolastico "Vincenzo Bellini" diretto da Daniela Giambra
Un Pastore : Marta Consoli / Giuliana Marletta
Floria Tosca: Elena Rossi
Mario Cavaradossi : Enrique Ferrer
Il Barone Scarpia : Lucian Petrean
Cesare Angelotti : Francesco Palmieri
Spoletta : Aldo Orsolini
Il Sagrestano e Sciarrone : Alessandro Vargetto
Carceriere : Mario Sapienza
Orchestra e Coro del Teatro Massimo Bellini
Teatro Greco-Romano di Catania 28/30 luglio e 1 agosto 2017
Una Tosca "estiva" è sempre piacevole ritrovo serale per intenditori, appassionati e neofiti. Il gran caldo, che sta affliggendo la Sicilia in questa estate 2017, la sera si stempera sulle gradinate millenarie di pietra lavica del teatro greco romano di Catania, riconquistato allo spettacolo, anche d'Opera.
Titolo operistico della stagione estiva del Teatro Massimo Bellini, inserita nel circuito Anfiteatro Sicilia, promosso dall'Assessorato regionale al Turismo, Sport e Spettacolo e dall'Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell'Identità siciliana, la Tosca pucciniana del 28 luglio è stata gradevole ed è parso di avvertire il piacere comune di una serata di full immerson nella musica e nel centro storico, in una città da vivere.
L'opera cosiddetta "estiva" non gode, in genere, si sa, di cast di grandi nomi, né di messe in scena sofisticate, eppure a volte sa essere, come in questo caso, assolutamente dignitosa, anzi gradevole, quanto meno musicalmente parlando.
La protagonista, Elena Rossi: una Tosca molto bella ed aggraziata, pur se un po' troppo compassata nella gestualità e carente di qualche tensione drammatica, ma vocalmente corretta, dal bel timbro, nonostante una proiezione non potentissima, penalizzata anche dal trovarsi all'aperto. Ha dato prova di ottima intonazione...Il che, date le recenti, celebri Tosche tutte calanti che mi è stato dato di ascoltare, non è poco. Bello il suo Vissi d'Arte, con l'emissione mai gridata degli acuti, gradualmente emessi, dal piano al forte e fortissimo.
Cavaradossi Enrique Ferrer: di giovane e prestante presenza scenica, volenteroso nell'espressione, impegnato a dare il massimo, nonostante anch'egli non fosse favorito dalla pur ottima acustica dell'antico teatro e soffrisse di un qualche problema di appoggio nella zona acuta. Complessivamente ben calato nel ruolo.
Lo Scarpia di Lucian Petrean: dalla fisicità imponente, mostrava una voce apprezzabile nei limiti di una qualità decorosa.
Corretti gli altri interpreti, soprattutto lo Spoletta di Aldo Orsolini, con una nota di demerito alla pronuncia latina del sagrestano Alessandro Vargetto, impegnato anche nella parte di Sciarrone: in latino la parola "mihi" non si pronuncia "mechi". I sagrestani della Roma papalina avevano studiato il latino: una buona revisione della pronuncia dell'Angelus non gli starebbe male.
Il Coro del teatro, diretto da Ross Craigmail e il coro "interscolastico" "Vincenzo Bellini", diretto da Daniela Giambra non hanno fatto faville, ma si sono fatti ascoltare.
Ottima, come sempre l'orchestra, che ha ben retto una direzione non particolarmente pregnante del M° Valerio Galli, indulgente a qualche lentezza e priva di particolare carattere. Ma, come si suol dire, le grandi orchestre "suonano anche da sole".
Si stenda un velo sul resto, nonostante una qualche cura dei costumi: la regia di Renzo Giacchieri, che prevedeva anche un misterioso spostamento autonomo dell'altare al primo atto e un cecchino che sparasse alle spalle a Cavaradossi durante la fucilazione, nonché altri particolari non particolarmente azzeccati, va perdonata, sempre in quell'ottica estiva di cui sopra.
Ma, protagonista assoluto della serata, il nostro bellissimo gatto bianco e nero del teatro greco romano, ormai conosciuto da tutti per le sue libere passeggiate in palcoscenico, soprattutto nei momenti di grande musica: comparso anche al Vissi d'arte, lo ha ascoltato tutto, immobile, con sentito interesse, per poi scomparire nei propri appartamenti reconditi sotto il palcoscenico: quella è casa sua. Un gatto intenditore, insomma, per un sorriso in più in una gradevole serata estiva siciliana.
Natalia Di Bartolo