Produzione: tour organizzato in esclusiva italiana da Just in Time - Mauro Diazzi
Interpreti: Ute Lemper con Vana Gierig (pianoforte) e Marcelo Nisinman (bandoneon)
Trieste, Politeama Rossetti 8 gennaio 2013
La sua allure e il suo charme ricordano le dive di un tempo che come un basilisco possono uccidere con lo sguardo. La sua voce ha la forza dirompente di un fiume in piena, che travolge e va al di là di qualsiasi aspettativa. Star internazionale, carismatica, dal talento versatile, l'artista tedesca Ute Lemper ha ormai calcato le scene dei teatri più prestigiosi del mondo e ha inciso per le maggiori case discografiche. Come solista si esibisce ora in un concerto dal colto fascino novecentesco, proponendo con la sua cifra decisa e insieme suadente, pagine di autori ammalianti come Astor Piazzolla, Kurt Weill e Jacques Brel. Intitolato "Last tango in Berlin. From Brecht in Berlin to the bars of Buenos Aires", è un cortocircuito musical-linguistico cantato e parlato dove trascolora mirabilmente dal tedesco, sua lingua madre di cui sa trasmettere intonazioni espressioniste ed accenti affatturanti, al francese intimista, dall'inglese confidenziale allo spagnolo sensuale. Un viaggio fatto di note, atmosfere, sentimenti che prende vita da una dichiarazione di amore totale ("Ich bin vom Kopf bis Fuß auf Liebe eingestellt"), cavallo di battaglia della divina Marlene. "Se la Dietrich non avesse nient'altro che la voce potrebbe spezzarti il cuore. Ma ha anche un corpo stupendo e il volto di una bellezza senza tempo..." Sono le parole con cui Ernest Hemingway confessa la sua adorazione per la femme fatale per antonomasia del primo Novecento. Sembrano confarsi perfettamente anche alla bionda e sinuosa Ute che strega la platea con un fascino un po' retrò e regala un'esperienza comunicativo-emozionale indimenticabile. Cittadina del mondo ma stanziale ora a New York, dalla Lola dell'Angelo Azzurro e dalla Lili Marleen, immerse nei fumosi locali del cabaret tedesco, passa alle notti malinconiche parigine di Ne me quitte pas, alle vibrazioni del tango d'oltreoceano di Piazzolla (Yo soy Maria). E ancora sposa il Brecht – Weil di Mecky Messer e le malinconie di Nino Rota (Amarcord), sfoderando un mirabile genio interpretativo e un vocabolario gestuale di intensa seduzione. Un gioco di confidenze col pubblico che rimbalza tra spartiti e città, tra ieri e oggi, inseguito dal raffinatissimo accompagnamento musicale di Vana Grieg (pianoforte) e Marcelo Nisinman (bandoneon).
Un trionfo.
Elena Pousché