di Stefano Massini
Regia di Vincenzo Tripodo
Interpreti: Francesca Barbera Campagna, Salvatore Cacace, Linda Bonanno,
Emilia Celi, Daniele Grasso, Grazia Maria Grasso, Roberta Gullo,
Grazia Nuccio, Floriana Restivo, Rosalba Rizzo, Donatella Salvà, Julia Vasilyeva
Costumi: Angelica Oliva
Aiuti registi: Antonio Gullo e Cecilia Foti
Produzione: Actorgym e Querelle di Messina
"Agosto in Fiera di Messina" - 30 agosto 2018
A conclusione dell'Agosto in Fiera a Messina, Vincenzo Tripodo ha messo in scena su un palcoscenico non distante dal mare, con la sagoma bianca di qualche ferry-boat notturno che lì a due passi silenziosamente vedevi passare, 7 minuti di Stefano Massini, un testo d'impegno socio-politico pubblicato da Einaudi, diventato un paio d'anni pure un film che pochi hanno visto. Lo spettacolo celebra il decennale dell'Actorgym di Messina, una scuola di Teatro diretta dallo stesso Tripodo cui vi collaborano Angelica Oliva, Antonio Gullo, Cecilia Foti e altri nelle varie discipline artistiche, una struttura culturale che è figlia dell'Associazione Querelle nata trent'anni fa. Come per altri lavori live di Massini, 7 minuti nasce da una storia vera accaduta in Francia nel 2012 in una fabbrica tessile di Yssingeaux nell'Alta Loira, dove le operaie decidono di ribellarsi alla richiesta dei nuovi proprietari che chiedono loro un taglio di 7 minuti su di un intervallo-mensa di 15 considerandolo come l'inizio di una più profonda e globale minaccia ai loro diritti acquisiti. Sulla scena 10 personaggi femminili più uno maschile (rispetto agli 11 solo donne del testo) rappresentanti del Consiglio di Fabbrica capitanato da un'energica Bianca, la quale dopo ben 4 ore di colloquio con i capi dell'azienda riferisce poi alle colleghe che non ci sarà alcun licenziamento, ma che lei è contraria al taglio dei 7 minuti. Perché in soldoni significa che ogni operaia in un mese regalerebbe alla proprietà 196 ore di lavoro che moltiplicato per 206, quante sono le operaie che vi lavorano, risulterebbe un monte ore davvero ragguardevole. All'inizio le lavoratrici sono contente perché nessuna di loro verrà licenziata e perché, pensano, che tutto sommato una decurtazione di 7 minuti è una quisquilia. Addirittura ad una prima votazione, riportata su una lavagna a fogli sostituibili, sono tutte d'accordo ad accettare il taglio di tempo. Poi lentamente e gradualmente Bianca fa capire loro che donare quei pochi minuti significa regalare dei diritti che non possono essere tolti, perché frutto di precedenti lotte e altro ancora, inoculando nelle colleghe il dubbio di un'ingiustizia. Una situazione che riporta me come tanti altri a quel film La parola ai giurati, scritto da Reginald Rose e diretto da Sidney Lumet, in cui durante un processo negli States un componente della giuria sulla base di un "ragionevole dubbio", tenta di persuadere gli altri undici membri (un numero che ritorna) ad assolvere un ragazzo accusato di parricidio. Anche qui il dibattito si accende e ognuna delle donne percorrerà pubblicamente la propria vita prima di arrivare al voto e stabilire così chi è d'accordo e chi no. E dopo un altro conteggio di assoluta parità, Tripodo in sintonia con il pensiero di Massini, lascerà allo spettatore d'inventarsi nella testa il proprio finale. Lontano invero dall'epilogo delle Eumenidi (terza parte della dell'Orestea di Eschilo) quando il voto della dea Atena assolverà Oreste dal matricidio di Clitemnestra e del suo amante Egisto, visto che il consesso dei saggi, dopo un risultato di parità, non era riuscito a stabilire se condannare il figlio di Agamennone o le terribili Erinni. Testo indubbiamente ficcante, puntuto, con dialoghi asciutti senza orpelli, questo di Massini, in cui il collettivo attoriale, alcuni al loro debutto, diretto da Tripodo con sensibilità e intelligenza, ha mostrato notevoli doti mimetiche e una personalità singolare, i cui nomi come da locandina sono quelli di Francesca Barbera Campagna, Salvatore Cacace, Linda Bonanno, Emilia Celi, Daniele Grasso, Grazia Maria Grasso, Roberta Gullo, Grazia Nuccio, Floriana Restivo, Rosalba Rizzo, Donatella Salvà, Julia Vasilyeva.
Gigi Giacobbe