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ANIMALI DA BAR - regia Alessandro Tedeschi, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti

"Animali da bar", regia Alessandro Tedeschi, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti "Animali da bar", regia Alessandro Tedeschi, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti

uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo
drammaturgia Gabriele Di Luca
regia Alessandro Tedeschi, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti
con Beatrice Schiros, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Pier Luigi Pasino, Paolo Li Volsi
voce fuori campo Alessandro Haber
musiche originali Massimiliano Setti
progettazione scene Maria Spazzi assistente scenografo Aurelio Colombo
realizzazione scene Scenografie Barbaro srl
costumi Erika Carretta
luci Giovanni Berti
allestimento Leonardo Bonechi
illustrazione Federico Bassi
foto di scena Laila Pozzo
organizzazione Luisa Supino
una produzione Fondazione Teatro della Toscana 2015
produzione Carrozzeria Orfeo
in collaborazione con Festival Internazionale di Andria | Castel dei Mondi

al Vittorio Emanuele di Messina dal 21 al 23 aprile 2017

www.Sipario.it, 22 aprile 2017

Il bar della Carrozzeria Orfeo non è quello dipinto con colori glaciali da Edward Hopper in Nighthawks (i nottambuli) con un personaggio di spalle con lobbia in testa intento a bere su uno sgabello e poco distante una coppia che guarda il barista intento a lavorare dietro un bancone. E non è neppure quel pub descritto dall'irlandese Conor Mc Pherson in The weir (la chiusa o la diga) in cui quattro personaggi chiacchierano d'inverno attorno ad una stufa bevendo birra Guinness e whisky irlandese. Semmai gli Animali da bar di Gabriele Di Luca, pure regista assieme a Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi, sembrano i nipoti schizzati del bar del Giambellino di Giorgio Gaber, frequentato dal drago Cerutti Gino di cui si diceva fosse un mago. Anche perché non è un caso che il personaggio interpretato dallo stesso Di Luca, un piccolo imprenditore cocainomane a capo d'una azienda di pompe funebri per animali di piccola taglia, si chiama Cerruti (con una "t") Milo. Giunto al Vittorio Emanuele di Messina dopo almeno due stagioni con un bel pacco di critiche positive, Animali da bar si fa apprezzare per l'arguta scrittura scenica e per l'interpretazione dei cinque protagonisti ben caratterizzati nei loro ruoli, più la voce di Alessandro Haber, misantropo e razzista, vecchio proprietario del bar che sbraita attraverso un audiofono. Massimiliano Setti, detto Colpo di frusta per via d'un colpo infertogli dalla manesca moglie, si professa buddista, vorrebbe un Tibet non più sotto le grinfie della Cina, è un melaniano nel senso che mangia solo mele, e ha affittato l'utero della barista ucraina Mirka, perché la moglie non vuole deformarsi il corpo. Il poverino frequenta quel bar per trovare un po' di pace, forse un po' d'amore con la barista che accetta di cenare con lui una sera a lume di candela e mangiare solo mele. Da canto suo Mirka è una donna che sa il fatto suo, conosce gli uomini, gli italiani in particolare sbruffoni e in cerca di coccole appena il termometro segna appena trentasei e nove e Beatrice Schiros è davvero straordinaria e tratteggia un personaggio che non si dimentica. Pier Luigi Pasino soprannominato Sciacallo è uno zoppo bipolare, cerca sempre un modo diverso per suicidarsi, non disdegna di rubare nelle case dei morti nel giorno del loro funerale e diventa pericoloso quando si presenterà nel bar armato d'una sega elettrica facendo fuggire i compagni abituali. Infine c'è Paolo Li Volsi lo scrittore del gruppo nominato Swarovski, un chiaro omaggio a Bukowski, che se ne sta a bere birra nel suo tavolo senza mai scrivere un rigo della sua Grande Guerra così come concordato con l'editore, un tipo che critica tutto e tutti, una specie di coscienza collettiva che finirà per scrivere un libro col nome dello spettacolo. La scena progettata da Maria Spazzi si compone d'un lungo bancone con un sifone da birra, alcune sedie, qualche tavolo e un orinatoio metallico sul proscenio perché si sa che la birra stimola la vescica. Le musiche erano di Massimiliano Setti, i costumi di Erika Carretta, le luci di Giovanni Berti.

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Domenica, 23 Aprile 2017 09:26

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