Il popolo non ha pane? Diamogli le brioche.
uno spettacolo di e con Filippo Timi
con Lucia Mascino, Marina Rocco, Luca Pignagnoli, Elena Lietti
produzione Teatro Franco Parenti
Teatro della Pergola, Firenze 8 - 13 gennaio 2013
Buio. Una voce calda e profonda ci introduce nel climax dello spettacolo, informando il pubblico che le cose più belle sono quelle cieche. Una luce in proscenio illumina l'asta di un microfono, di nuovo non c'è nessuno in scena, finché non entra Marina Rocco nei panni di Marilyn Monroe. Ci racconta le sue vicende quotidiane, ci promette che prima o poi vincerà un Oscar, tutto con una frivola superficialità, che il luogo comune ci insegna di attribuire alla bionda diva del cinema. Esce, lasciando spazio alla vera storia: Amleto.
Il sipario si apre in una specie di prigione (sicuramente simbolica), dietro la quale si svolge la vicenda. Il grande eroe shakespeariano si presenta in un lungo vestito nero con tanto di collare regale, che dona femminilità al personaggio e ricorda molto Alice nel paese delle meraviglie. Fin dall'inizio si vuole mettere in chiaro che Amleto vive nel suo mondo incantato, non di follia, ma piuttosto di metateatro. Amleto è consapevole di recitare una parte, di essere un personaggio nelle mani del suo autore, ma anche del suo pubblico. E anche Timi interpretandolo ne è consapevole.
La sua malleabilità fisica e vocale "alla Carmelo Bene" non può che affascinare, ma fin troppo spesso si lascia andare a banali citazioni di attualità, commerciali come "il pulcino pio" (canzoncina che ha riscosso successo in radio). Tutto questo solo per simpatizzare con gli spettatori, che ridono e applaudono più volte a circa tre minuti di finte flatulenze da parte di Lucia Mascino, che interpreta una buffona di corte dal costume sgargiante e curato nel dettaglio. Attrice, tra l'altro, straordinaria, come dimostrerà successivamente nella parte della grottesca regina: con un corpo vivo, un'energia molto interessante, ma la cui forza si affievolisce nei momenti di esagerata comicità.
L'unica che fa vivere veramente la drammaturgia di Shakespeare è Ofelia (Elena Lietti), ma le sue parole sono spesso coperte dalla musica, o prese poco in considerazione. Ofelia è l'unica che si prende sul serio, l'unica che rispetta ciò che è stato scritto per lei, ma nel momento in cui assumerà la coscienza di poter decidere il proprio destino, non ci metterà tanto a prendere un'altra strada e a cedere alla follia. La morte la accompagnerà e con lei tutti gli altri. Solo Marilyn rimarrà in vita, nonostante i vari tentativi di uccidersi, perché i miti, gli idoli, non muoiono mai. Tutto il resto è silenzio, afferma la diva rubando ad Amleto la sua ultima battuta.
Sara Bonci