lunedì, 04 novembre, 2024
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MARIA BRASCA (LA) - regia Andrée Ruth Shammah

"La Maria Brasca", regia Andrée Ruth Shammah "La Maria Brasca", regia Andrée Ruth Shammah

di Giovanni Testori
con Marina Rocco, Mariella Valentini, Luca Sandri, Filippo Lai
regia Andrée Ruth Shammah
uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah
scene Gianmaurizio Fercioni
costumi Daniela Verdenelli
luci Oscar Frosio
musiche Fiorenzo Carpi
riallestimento a cura di Albertino Accalai per la scena e Simona Dondoni per i costumi
assistente alla regia Diletta Ferruzzi
pittore scenografo Santino Croci
direttore di scena Mattia Fontana
macchinista costruttore Marco Pirola
macchinista Giulio Cagnazzo
elettricista Gianni Gajardo
sarta Giulia Leali
scene costruite presso il laboratorio del Teatro Franco Parenti
produzione Teatro Franco Parenti, Fondazione Teatro della Toscana
Si ringrazia Pinina Carutti per il suo sguardo colto e profondo
Roma – Teatro Vascello 21-26 maggio 2024

www.Sipario.it, 22 maggio 2024

A leggere La Maria Brasca, viene da ribattezzarla La Maria Brusca – di nome e di fatto. Perché Testori sin dalle prime battute la dipinge come un personaggio aggressivo, dai modi rudi e sbrigativi. La si immagina come è: una donna in età matura, ai limiti del mezzo del cammin di sua vita e, proprio per questo, tutt’altro che dolce. Anzi: la sua sensibilità se la tiene ben bene da conto, per paura che qualcuno possa approfittarsene.

Non solo. È anche una donna, la Maria, che non ammette costrizioni. Sulla sua vita e quello che vuol fare, ha le idee chiare e poco o niente le interessano le chiacchiere che sul suo conto la gente va mettendo in giro. Vive una relazione con un uomo più giovane, Romeo, del quale man mano si scoprirà sempre più innamorata. Lui non lo è, ovviamente e si vive questa situazione in modo leggero, un po’ come un’avventura che finirà quando è il momento. Se è per questo, si vocifera già che tale Romeo frequenti un’altra donna. Saranno la sorella Enrica e suo marito, l’Angelo, a farlo sapere a Maria; la quale, dopo un primo istante di struggimento e disperazione, troverà la forza di reagire.

Ed ecco il genio drammaturgico di Testori venir fuori in modo sorprendente: perché pur di tenersi accanto il suo Romeo, Maria Brasca sarà disposta ad accettare non solo l’attuale tradimento, ma arriverà a paventargli un futuro dove lui potrà essere adultero a suo piacere. Perché, gli dirà lei, le corna è meglio averle da moglie che da amica; da moglie, con tutto quello che c’è da fare per casa, è difficile accorgersi delle scappatelle del marito. 

Ma la libertà iniziale di Maria dov’è finita? La sua determinazione? Il suo essere dignitosa, al contrario della sorella Enrica che accetta le corna dell’Angelo silenziosamente? Adesso Maria è diventata come lei? E perché? Prima che la risposta inizi a parlare, Testori si affretta a chiudere la commedia.

Quanto esposto sinteticamente, basta e avanza a far emergere la tragicità e la severità con le quali il nostro autore vede e raffigura la società lombarda di periferia degli anni Sessanta. Meno truculenta di quella romana descritta da Pasolini, ma ugualmente impietosa e che nessuna speranza lascia all’essere umano.

Nella sua regia, al di là di alcuni giusti tagli al testo altrimenti troppo lungo, Andrée Ruth Shammah ha tratteggiato una Maria Brasca meno rude e più dolce, sicura nella sua apparente remissività. Ciò che finisce per essere coerente col cambiamento che il personaggio ha nel finale. E bene l’ha interpretata, secondo questa chiave, Marina Rocco: una Maria Brasca dal viso innocente ma non sprovveduto, simpatica, intensa, passionale, ma mai fuori le righe. Tutto il suo talento, ricco di sfumature espressive, la Rocco l’ha donato a questo personaggio che, così realizzato, è facile da amare.

Straordinaria Mariella Valentini nei panni di un’Enrica esuberante ma mai caricaturale. Così come gigione e tuttavia simpatico, benché mascalzone, è stato il Romeo interpretato dal bravissimo Filippo Lai.

Pierluigi Pietricola

Ultima modifica il Domenica, 26 Maggio 2024 23:21

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