di Italo Calvino
con Valeria Barreca, Tiziano Ferrari
voce registrata Mariangela Granelli
drammaturgia Cristina Grazioli, Fabrizio Montecchi
regia e scene Fabrizio Montecchi
disegni e sagome Nicoletta Garioni
musiche Alessandro Nidi
coproduzione Teatro Gioco Vita, Festival "L'altra scena", EPCC - Théâtre de Bourg-en-Bresse, scène conventionnée
in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione
Milano, Teatro Verdi 7 - 8 ottobre 2016
Il Teatro Verdi titola la stagione 2016/2017 "Occhiali da vicino" e la inaugura con uno spettacolo il cui titolo sembra andar di passo con il tema: Il Cavaliere Inesistente tratto dal romanzo fantastico di Italo Calvino per regia di Fabrizio Montecchi realizzato con la Compagnia Teatro Gioco Vita. Uno spettacolo di ombre, voci e magie sceniche come vuole la tradizione di questa storica compagnia diretta da Diego Maj. Spettacolo che si rivela una delizia, ben congegnato, di sottile ironia, sostenuto dai bravi attori Tiziano Ferrari e Valeria Barreca che fanno vivere con il corpo e la voce sia le parole di Calvino che le belle sagome realizzate da Nicoletta Garioni, che richiamano alla mente la scultura futurista di Boccioni. Il tutto accompagnato dalle musiche originali di un veterano sempre apprezzato, come Alessandro Nidi. Ne risulta un "pastiche" che mescola il materiale all'immateriale, il tangibile con il mistero, il sorriso con il pensiero.
A narrare l'intera vicenda, come scritto nel romanzo, è una monaca, suor Teodora interpretata dalla voce fuori campo di Valeria Granelli a cui i due attori si appoggiano per raccontarci le avventure cavalleresche di un Paladino di Carlo Magno, tal Argiulfo che all'apparenza c'è ma che in realtà non esiste. L'armatura è visibile ma dentro è vuota. Le avventure del Cavaliere si complicano e si infittiscono dal suo incontro con il giovane Rambaldo, inesperto guerriero ma appassionato per la sete di vendetta che lo spinge a cercare l'assassino del padre avvenuto per volontà dell'argalif di Argoarre. Si va in battaglia, il giovane viene accerchiato dai nemici e salvato da un soldato misterioso che poi si dilegua. Rambaldo curioso lo segue, scopre che è in realtà una bella donna, di nome Bradamante di cui si innamora. Lei è naturalmente interessata al Cavaliere Argiulfo che reputa come suo uomo ideale e che invece non esiste. Argiulfo, scoperta la verità su se stesso si dissolverà nel nulla lasciando la sua bianca armatura al giovane Rambaldo. E via di seguito nella storia cavalleresca fatta di amori e battaglie fino alla fine in cui si rivela che la Suora è in realtà la bella Bradamante, finalmente ritrovata in un convento dal caparbio giovane, con la quale se ne andrà via felice.
Un storia intricata che diviene pretesto per scandagliare attraverso il gioco scenico e l'ironia di Calvino le profonde contraddizioni dell'uomo nella sua contemporaneità, nel suo essere reale e al tempo stesso, oggi più che mai, immateriale, senza la capacità di riconoscersi, di vedersi "da vicino". Un uomo alla ricerca di sé e della sua consistenza che diventa urgenza al cospetto del processo globalizzante. Uno spettacolo ben realizzato che mantiene sempre più viva la storia di una Compagnia che dagli anni settanta ha abbracciato, ampliato, studiato e rinnovato questo genere teatrale, affascinando il mondo intero per le sue capacità di meravigliare e mantenendo viva l'attenzione con una intensa attività nel territorio d'origine, Piacenza e dintorni.
MSG