di Mike Bartlett
Traduzione di Monica Capuani
Regia di Francesco Saponaro
Interpreti: Valentina Acca, Federica Sandrini
Scene: Lucia Imperato
Costumi: Daniela Salernitano
Disegno Luci: Luigi Della Monica
Aiuto regia: Serena Marziale
Produzione: Tradizione e Turismo- Centro di produzione teatrale
XV Edizione Campania Teatro Festival
Capodimonte- Praterie del Gigante 23-24 giugno 2022
Già nel 1975 Vaclav Havel con Udienza (colloquio tra un capo e un operario d’un birrificio) aveva analizzato con accenti “assurdi” i meccanismi che portano alla repressione delle libertà individuali trasformando gli uomini in delatori, vittime e carnefici. Ma ancora prima nel 1951 Ionesco con La lezione, fra le più importanti opere del cosiddetto “Teatro dell’assurdo” aveva messo in guardia l’umanità, anche con toni comici, cosa significano i rapporti di forza, in questo caso tra un professore e le sue allieve, che hanno sempre un epilogo tragico. Breve premessa utile ad entrare nelle pliche di Contraction/Contrazioni, una pièce del 2008 dell’inglese di Oxford Mike Bartllett (classe 1980), ascrivibile certamente al genere dell’assurdo, messa in scena adesso come si conviene e nei modi più convincenti da Francesco Saponaro nello spazio delle Praterie del Gigante di Capodimonte con due brave e agguerrite attrici che di nome fanno Valentina Acca e Federica Sandrini: la prima nei panni d’una manager spietata d’una multinazionale che non si sa quali prodotti produce e vende, la seconda in quelli d’una impiegata, di nome Emma, continuamente chiamata a colloquio con quella specie di robot in gonnella di cui non si niente della sua vita privata. Sin dall’inizio viene ricordato alla lavoratrice che per contratto qualunque unione sentimentale, con descrizione di tutti i particolari affettuosi e sessuali debbono essere riferiti a lei. Con chi parla, di cosa parla, se si toccano dove e quante volte, se si bacia e fa sesso etc..etc…senza poter mentire in alcun modo perché le risposte dei maschi in questione debbono combaciare con le sue. Alla scenografa Lucia Imperato è bastato solo un lenzuolo steso, come quello dei cinema, con un uscio laterale, due sedie e un tavolo per dare l’idea d’un ufficio dove si svolge questa sorta di svuotamento della personalità altrui. O ti fai piacere il lavoro che fai o altrimenti puoi andare alla malora. Sembra questa la scritta che non c’è ma che avverti. Nella perfidia di quella donna si scorge il comportamento di tante altre donne che s’incontrano nella vita reale a capo d’un qualunque ufficio cui basta avere un piccolo potere per esercitare varie forme di cattiveria, giusto per farle sentire importanti, necessarie, le uniche che possono sedurti con lo sguardo o con intercalari per cui ad un “ottimo” segue sempre il modo per denigrarti. Per farla breve Emma troverà il suo Dario, si fidanzeranno, faranno l’amore, si sposeranno, avranno una bimba che vivrà pochi mesi e sarà questo il motivo della loro separazione, ognuno lontano dall’altro, senza più vedersi con depressioni varie e guarigioni per fortuna. In chiusura si vedrà una nuova Emma restaurata, sorridente come nata a nuova vita, integrata al suo posto di lavoro. Ma che Emma sarà?
Gigi Giacobbe