Cavalieri (I) - Aristofane Cabaret
di Mario Perrotta dai testi di Aristofane - regia di Mario Perrotta
con Mario Perrotta, Paola Roscioli, Lorenzo Ansaloni, Maria Grazia Solano, Giovanni Dispenza, Donatella Allegro; musiche eseguite dal vivo da Mario Arcari
Teatro Arlecchino, Voghera 18 Dicembre 2012
SPETTACOLO VINCITORE DEL PREMIO SPECIALE UBU 2011
Ispirato al testo di Aristofane,"I Cavalieri", questo spettacolo, ne rivisita la trama originaria per recuperare il fuoco del piacere dell'autore: mettere in scena i vizi e le umane virtù di un contesto sociale apparentemente civile. Aristofane voleva far riconoscere il popolo in quello che si andava a raccontare sul palco. Ed è proprio questo filo rosso che ritorna attuale, legando lo spettatore all' attore e quest'ultimo alle vicende corali, degli altri interpreti, divise in una partitura drammaturgica ben calibrata. I sei attori intervengono a segmentare un argomento universale, come la rivoluzione o il potere assoluto, dentro un meccanismo ideato all'unisono; che si trattino le vicissitudini delle donne, le loro relazioni matrimoniali, il sesso e il non sesso, o di uomo vecchio e di un uomo nuovo, scopriamo il mondo attraverso gli occhi di una struttura teatrale contemporanea ma che di fatto appartiene ad un altro tempo storico, l'antica Grecia; molto interessante la volontà di ricercare queste similitudini. Insieme al musicista, i sei bravissimi attori sanno intervenire con precisione e colore nel loro personale intervento, necessario alla riuscita corale dell'opera, scelta, questa, azzeccata e ben strutturata dal regista Mario Perrotta. Tornano immagini, storie e racconti già visti che sanno di politica italiana e vita giornaliera. Il gruppo danza insieme, canta, si appoggia alla musica live dell'istrionico Mario Arcari, in un sali e scendi continuo su di una struttura di ferro.
Nasce il racconto dal capitolo Uno: Condominio Italia. Piovono riferimenti alle tasse, a chi le evade, ai pensionati che dovrebbero essere uccisi da bambini e a chi si da fuoco per davvero. Un concerto a 6 voci che si chiude con un inno ai fuggiaschi, dove l'intercalare che ritorna sempre è "c'è crisi". Le parole prendono corpo intorno all'immagine vista e rivista della plurilaureata con due master che non trova lavoro, insieme a chi il lavoro ce l'ha e deve provvedere per gli altri. Il guadagno in nero, il fuori target per tutto, lavoro, famiglia e figli, per finire c'è anche chi ha cambiato le misure corporee standard italiane ed è diventato alto 188 cm. Intuizioni intelligenti che sanno portare al cospetto del pubblico un'attualità surreale. Lo spettacolo volge al termine con il capitolo Due - l'uomo nuovo e porta su un piatto d'argento il soggetto politico innovativo: mediocre e analfabeta. Una tragedia, se non fosse gridata con estremo sottile sarcasmo. I riferimenti alla vita quotidiana si manifestano con le registrazioni audio dei soliti talk show televisivi, troppo spesso affini ai tg nazionali. Le urla incombono nel mezzo di una canzone strappalacrime e una presa in giro del nostro paese tra veline, calciatori e declinazioni di stato ed anarchia; una commistione vulcanica che allontana la disperazione e ci fa ridere. Uno spaccato realistico del nostro paese senza peli sulla lingua figlio del maestro della satira politica, Aristofane.
Antonella Vercesi