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DONNA NON RIEDUCABILE - regia Silvano Piccardi

Donna non rieducabile Donna non rieducabile Regia Silvano Piccardi

di Stefano Massini
Con Ottavia Piccolo
Regia di Silvano Piccardi
Musiche di Floradea Sacchi
Teatro di Roma (al Teatro India) dal 7 al 9 ottobre 2011

www.Sipario.it, 14 ottobre 2011

A cinque anni dalla tragica fine di Anna Politkovskaja, Ottavia Piccolo, Stefano Massini, Silvano Piccardi continuano a diffonderne la memoria affrancati da ogni stereotipo funerario, celebrativo, biografico. Ciascuno a suo modo e nella pertinenza del proprio ruolo.

Ottavia Piccolo, che è sempre attrice autorevole, senza infingimenti antianagrafici, affascinante nella fisicità - mai edulcorata- del suo bel corpo vissuto, del suo gesto veloce, della suo schietto sguardo E come tale si palesa nelle molte occasioni in cui l'interprete è chiamata a "venire allo scoperto" nel conflitto fra cultura e basso-impero, nella battaglie civili della sua lunga, ascendente carriera.

Stefano Massini che, negandosi il "piacere" della narrazione"sceneggiata" (seduttiva per qualsiasi autore) opta per il "viaggio nella mente di una donna fagocitata dalla solitudine fino a esserne soffocata". Donna radicalmente appartata e coraggiosa ("si muore quando si è lasciati soli"- ricordate Giovanni Falcone?), sempre in contatto con la sua redazione, ma vulnerabile e testarda dinanzi al grigio tavolino su cui depone e frastaglia i suoi appunti. A testimoniare (scrupolosamente) la profonda libertà interiore e il disincanto, o fatalismo, che ne derivano ("potere fare conto su chi ti è affettivamente vicino" ma non può essere la tua guardia del corpo); angustiata ma non dòmita dall'orrore di cui è testimone, senza mai esercitare il distacco asettico-professionale che serve spesso a salvarsi la pelle- o lasciar perdere quando l'ambiente, gli avvertimenti si fanno plumbei.. Anna Politkovskaja ha invece seguito, direttamente e sul campo, la guerra tra i separatisti ceceni e la Federazione Russa, producendo inchieste che fanno "scandalo" per le aspre critiche condotte contro il proprio esercito. Violenze, sopraffazioni, abusi di potere (della criminal-governance festeggiata nelle dacie di Putin), che la giornalista denuncia dalle pagine Novaja Gazeta, avendo a sostegno la direzione del giornale.

Posizione ovviamente scomoda, eticamente inestirpabile, in una Russia che spappola i suoi oppositori anche con stimmate di emarginazione economica (vi ricorda qualcosa a noi più prossimo?), affinché al giornalista, degno di dirsi tale, passi la voglia, la possibilità materiale di indagare e rivelare. Negata alla "rieducazione", trattata come terrorista o fori di senno, Anna Politkovskaja morì nel 2006 colpita da un proiettile, mentre rientrava a casa, uccisa su commissione da un mandante ancora (e per sempre?) sconosciuto. Pur se non è su questi particolari che si sofferma la sostanziale regia di Piccardi, nutrita di "fredda" concentrazione emotiva e psicologica, spartana neutralità, solchi di parole e di memoria scanditi in "venti istantanee di vita vissuta", tratte dagli stessi articoli della protagonista. Concentrata su fastelli di luce neutra che danno mosaico agli spazi di una scena spoglia, come ogni vita a fine corsa. Ma alleviata (anzi carezzata) dall' armonica "sensibilità" delle musiche per arpa solista, eseguite e composte in proscenio da Floraleda Sacchi.

Da non perdere nella sua breve tournée nazionale e da consigliare a quei colleghi ancora incerti sul da farsi fra l'incudine e il martello della paventata legge-bavaglio.

Angelo Pizzuto

Ultima modifica il Lunedì, 16 Settembre 2013 09:34

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