GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA
di e con Enrica Tesio e Andrea Mirò
Carpi, Teatro Comunale 8 marzo 2023
8 marzo 2023, Teatro Comunale di Carpi, ore 21.00. Il sipario già alzato, sullo sfondo il fascino intramontabile del pianoforte. Una scena essenziale prepara l'arrivo di due donne: Enrica Tesio, blogger e scrittrice e la cantautrice, musicista Andrea Miro'. Quando Enrica "acchiappa" il microfono, facendoci da Cicerone in una sorta di "stand up comedy", ci trascina in maniera ficcante dentro il suo mondo fatto di quella che si rivela essere una "stanchezza" più vitale che mai. C'è ritmo, c'è presenza scenica. Non servono fronzoli, anzi tutto e' ridotto a pochi elementari dettagli. Il contenuto è protagonista assoluto, come unica presenza maschile. E di uomini si parla e anche molto in questo " E il settimo giorno lui si riposo'...io no". Un testo ironico, sagace come spada, ma accogliente come utero. Scelta originale all'interno di un palinsesto ricco, l'8 Marzo del Comunale di Carpi ci restituisce una visione limpida della narrazione al femminile. Dalla "megalomania" del porno, passando al narcisismo nascosto in un celebre e insospettabile brano di Nek, la Tesio ci racconta questi nostri giorni strampalati cercando di edulcorare quello che è ormai un panorama alla deriva per quanto concerne soprattutto il territorio di una parola in bocca a tanti ma nel cuore di pochi: la comunicazione. Pur parlando di come sia sempre più arduo giungere alla reciproca comprensione, sceglie sapientemente le parole da usare scandendole bene, con una dizione che si rivela notevole. Se dovessi scegliere una parola chiave per descrivere lo spettacolo, userei di certo "musicalità". Andrea Miro', con la sua timbrica calda e un'intonazione puntuale, suona magistralmente il pianoforte, intramezzando il monologo di Enrica con brani che attingono al repertorio del grande cantautorato italiano omaggiando artisti del calibro di Rino Gaetano, Franco Battiato, Nicolò Fabi, Mango, ma anche Giorgio Gaber e…tanti altri. Quando la Tesio parla della vagina, schiaccia per certi aspetti l' occhio ai monologhi del celebre spettacolo di Eve Ensler, dandole anche un nome : ovvero Gianna (anche titolo del brano del succitato Gaetano, ndr). La "Gianna" è una creatura misteriosa e birichina che si muove tra varie peripezie legate a "cerette", imbarazzi, ma anche sodalizi. Enrica parla delle donne, ma soprattutto ci parla degli uomini: sullo sfondo eppure in primo piano. La Tesio entra a gamba tesa in un territorio che è avventura, scoperta non soltanto sostanziale, ma anche linguistica. Malgrado l'apparente leggerezza, il vocabolario usato è piuttosto forbito, curandosi di non far mancare alcuni elementi dello slang giovanile (che non, passatemi il termine "spoilerero' ").Suoni onomatopeici, metonimie, talvolta anche un sapiente utilizzo della litote. Gesti che rimandano all' antica e nobile tradizione del "mimo", postura efficace e sguardo diretto verso il pubblico.
Ironica e iconica, Enrica ci regala il ritratto di una società che ha dimenticato l'erotismo, mettendo da parte l'importanza di un buon dialogo, rendendo le donne stanche.
Altro argomento clou dello show è senz'altro la Bellezza: eterno tormento di ogni creatura femminile. Enrica ci racconta quanto sia stancante dover aderire ai modelli imposti di Bellezza e lo fa mostrandoci la sua: quella di chi rimane se stessa. Un' anima colorata, creativa, plurisfaccettata anche nel momento di quella che lei chiama "incazzatura a domino". Non vi è traccia di vittimismo né di pesantezza, ma -per chi sa coglierlo- il messaggio di fondo è piuttosto netto e chiaro. Nata nel 1978, la Tesio porta con sé i valori di quegli anni e ci trascina in una escalation di sfumature lontane da quelle di Grey (quello di Cinquanta Sfumature di Grigio, per intenderci) ma invece colme di grey transition (chi vedrà capirà).
I talenti di Andrea Miro' e Enrica Tesio ci dimostrano quanto sia bello veder fiorire le competenze di donne creative e brillanti, che quando hanno consapevolezza di se stesse non sonono presuntuose e non "vogliono privilegi", bensì semplicemente "sono" e si permetto di gioire delle abilità che Madre Natura ha cordialmente offerto loro per condividerle con gaudio et giubilo. In un mondo che tende a ridimensionare il mondo interiore, soprattutto al femminile, diventa importante trovare il modo, creando da sé il proprio personale Universo.
Per chi è stanca, si, ma ancora non troppo, questa visione è un abito di piume, carezza leggiadra, che pesa senza risultare pesante. Senza slogan propagandistici né strumentalizzazioni di sorta, il teatro, ci regala una visione briosa e al contempo grintosa, come in una guerra priva di armi, fatta di armature di luce e cannoni colmi solo di fiori.
Per chi è stanco, ma non vuole dormire, per chi ha bisogno di stimoli e detesta la noia, questo spettacolo in collaborazione con Assessorato alle Pari Opportunità, è la visione ideale per una piacevole serata pensante e affatto pesante.
Dafne D'Angelo