domenica, 15 settembre, 2024
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FRANKENSTEIN (A LOVE STORY) - regia Daniela Nicolò e Enrico Casagrande

“Frankenstein (A love story)”, regia Daniela Nicolò e Enrico Casagrande. Foto Margherita Caprilli “Frankenstein (A love story)”, regia Daniela Nicolò e Enrico Casagrande. Foto Margherita Caprilli

ideazione,  scena e costumi  Daniela Nicolò e Enrico Casagrande
drammaturgia Ilenia Caleo
con Silvia Calderoni, Alexia Sarantopoulou, Enrico Casagrande
adattamento e cura dei sottotitoli Daniela Nicolò
traduzione Ilaria Patano
disegno luci Theo Longuemare
ambienti sonori Enrico Casagrande
estratti musicali di Demetrio Cecchitelli, Dario Moroldo, David Lynch, Wovenhand, Bon Iver, Djrum, Jon Hopkins, Arvo Part, Burial, Fontaines D.C., Dans Dans, Mechanical Cabaret, Bones, Jessica Moss
video Vladimir Bertozzi
produzione Francesca Raimondi
organizzazione e logistica Shaila Chenet e Matilde Morri
distribuzione internazionale Lisa Gilardino
regia Daniela Nicolò e Enrico Casagrande
una produzione Motus con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, TPE – Festival delle Colline Torinesi, Kunstencentrum VIERNULVIER (BE) e Kampnagel (DE), residenze artistiche ospitate da AMAT & Comune di Fabriano, Santarcangelo Festival, Teatro Galli-Rimini, Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna “L’arboreto-Teatro Dimora | La Corte Ospitale”, Rimi-Imir (NO) e Berner Fachhochschule (CH), con il sostegno di MiC, Regione Emilia-Romagna
rassegna Operaestate Festival  Veneto 2024
Bassano del Grappa, teatro Remondini, 23 luglio 2024

www.Sipario.it, 26 luglio 2024

Sul teatro d’innovazione spesso si può fare della confusione, come sulla parola stessa teatro, che diventa tutto e nulla in un batter d’occhio, con la scusa della sperimentazione, dell’esperienza collettiva. Cosa che non accade di sicuro con Motus, una compagnia (di Rimini) pluripremiata e di raffinato lavoro d’ensemble, che in questo Frankenstein (A Love Story) determina, segnala numerose vie sul serio innovative, di ricerca, mostrandole in tutto lo splendore d’arte che occorre. E che c’è, naturalmente, in questi artisti che fondono e diffondono aromi di purezza interpretativa, registica, musicale. Presentato a Operaestate Festival Veneto, Bassano del Grappa, lo spettacolo affonda subito la lama, risponde ad aspettative se non le supera. Con Frankenstein, la creatura, Viktor e Mary Shelley in scena, mostri nel mostro, mostri nella società alla deriva e in picchiata folle e autodistruttiva. Daniela Nicolò e Enrico Casagrande, e la stessa Ilenia Caleo con la drammaturgia, sviluppano nel loro lavoro d’incredibile efficacia una ricerca emblematica, sottile eppure molto penetrante, dove si trovano messaggi sociali, politici. Che poi è quello che si vive, inutile nasconderselo. Per quanto si possa pensare e credere di non aver nessun mostro dentro, ahinoi bisogna cambiar rotta, sapersi osservare agli specchi e autosentenziarsi (anche) negativamente. Le didascalie nei video lo raccontano molto bene, come i passaggi anche ardui qualche volta nel quale immergersi, lasciarsi trasportare. Il mostro c’est moi, potrebbe dire la stessa scrittrice, ed anche lo stesso Viktor perché lo siamo tutti, semplicemente. E’ un lavoro dove si scinde , ci si addentra come attraverso un periscopio, ci si sbatte, si gorgheggia, si sgranocchia del ghiaccio. E’ forte, inequivoca la posizione, contro prepotenza, arroganza, disturbo dei valori umani, annientamento. Se non hai non sei, ecco qui. Un bel dilemma sicuramente da scardinare. Attraverso il teatro Motus attacca e irrompe, racconta il difficile del quotidiano in una sfera onirica, dove se l’amore c’è, ci dev’essere, salvificando. Una scena multipla, anch’essa straordinariamente opportuna, felice, con tiramenti di cavi, allineamenti, tutto a vista, sa simboleggiare montagne, campi, case, stanze. Viaggi con e senza rimpianti nel mondo di ieri che è di oggi. La creatura, cioè Frankenstein, è mutevole, sofferente, ama la luce buia, paradosso, molto più dell’umano, si trasferisce nei corpi, nel nudo-anima. La simbiosi della e tra la progenie non avviene, sciagurata e offensiva, se non falsamente. La ricerca continua. Anche letterale, con l’epiteto mostro che evolve, trasforma. Le cose, gli avvenimenti si mescolano, ci si trovano elementi di personaggi come Robert Walton, omaggi letterari e richiami tra i più vari, da Sylvia Plath a Laura Tripaldi a Octavia Butler, ambientazioni e onde sonore di una meraviglia assoluta. E moltissimo altro, ma ci vorrebbe un quadernone. Considerevoli a dir poco, le interpretazioni di Silvia Calderoni, Alexia Sarantopoulou, Enrico Casagrande, il loro è tutto un grande messaggio sociale e politico da vedere, ascoltare. Alla fine il pubblico apprezza, ottimo segnale.

Francesco Bettin

Ultima modifica il Domenica, 28 Luglio 2024 09:18
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