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Il Sea Stories Festival, il festival teatrale genovese che ha confermato il talento e la preparazione del duo formato dagli artisti Igor Chierici e Luca Cicolella, propone in scena spettacoli teatrali che da sempre si contraddistinguono per originalità e tematiche legate alle storie di mare e marinai. Nel magico contesto dell'Isola delle Chiatte del Porto Antico genovese, palcoscenico di elezione per queste produzioni teatrali, è andato in scena Melville e la balena bianca, nato dalla penna dello stesso Igor Chierici. La trama è originale e affascinante e in scena i dialoghi e i demoni che intercorrono nelle esistenze, nei talenti e nei ricordi degli scrittori Herman Melville (Igor Chierici), Nathaniel Hawthorne (Luca Cicolella) e dell'ex primo ufficiale della baleniera Essex, Owen Chase (Andrea Nicolini). L'impianto narrativo è accattivante e solido, con un sapiente utilizzo di dialoghi tra i personaggi, registrazioni audio delle parole di Herman Melville lette dalla voce emozionante e profonda di Igor Chierici e le danze ipnotiche di Giulio Venturini. Quest'ultimo è da considerarsi in pieno il quarto personaggio della narrazione il quale, con suadenti movimenti di danza, interpreta i sogni e i demoni che guizzano nell'anima di Herman Melville. Melville e la balena bianca appare certamente più astratto di altri spettacoli portati nella scena del Sea Stories Festival, ma chiede così al pubblico una partecipazione emotiva più marcata e fonde il pathos della storia tra palco e pubblico. Tutto in questo spettacolo conduce ad una peculiare simbiosi tra questi due aspetti del vissuto teatrale ed apre ad una riflssione che accompagna lo spettatore anche dopo gli applausi finali. C'è dinamicità negli scambi tra gli attori e potenza naturale nelle danze e nelle movenze date dalla proiezione del genio di Melville e tutto così attrae e fa di Melville e la balena bianca uno spettacolo convincente e geniale. Al sodalizio artistico tra Chierici e Cicolella, nomi che sono garanzia di buon teatro, si affianca la grande presenza scenica di Andrea Nicolini oltre a Giulio Venturini, stupendo esempio di attore di teatro fisico. La scrittura scenica di Igor Chierici è assai valida e dà il ruolo di protagonisti a tutti e quattro gli artisti in una vicenda che vive su diversi piani sensoriali e su di una storia presente che si innesta in un ricordo del passato. Il pubblico, costituito in maniera trasversale da persone che conoscono già il teatro di Chierici e Cicolella o che lo incontrano per le prime volte, è così attratto dallo spettacolo così come dalla corrente di risacca delle onde che fa da sottofondo alla storia. Melville e la balena bianca ha la forza e la dinamicità vissuta dai marinai della baleniera Essex, che vive nel flashback della storia di Owen Chase e trasmette la paura e l'ansia dell'incontro con il possente capodoglio Mocha Dick, che prenderà il nome di Moby Dick nel celebre romanzo di Herman Melville e diverrà simbolo della sfida dell'uomo verso l'ignoto e i suoi limiti. Se la scrittura del romanzo libera e redime la coscienza di Owen Chase, così sentiamo dire in scena, Melville e la balena bianca è per il pubblico una preziosa esperienza teatrale, dove il presente e il passato, la forza e il rimpianto, vivono nelle parole e nelle espressioni di artisti di comprovato ingegno.

Gabriele Benelli