venerdì, 15 novembre, 2024
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BARBIERE DI SIVIGILIA (IL) - regia Hugo De Ana

"Il barbiere di Siviglia", regia Hugo De Ana. Foto ENNEVI "Il barbiere di Siviglia", regia Hugo De Ana. Foto ENNEVI

melodramma buffo in due atti
libretto di Cesare Sterbini
dall’omonima commedia di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais
musica di Gioachino Rossini
Regia, scene, costumi, luci Hugo De Ana
Coreografia Leda Lojodice
Direttore George Petrou
Orchestra, Coro, Ballo e Tecnici Fondazione Arena di Verona
Maestro del Coro Roberto Gabbiani
Coordinatore del Ballo Gaetano Petrosino
Direttore allestimenti scenici Michele Olcese
Interpreti
Il Conte d’Almaviva Jack Swanson 
Bartolo Carlo Lepore 
Rosina Vasilisa Berzhanskaya 
Figaro Davide Luciano 
Basilio Alexander Vinogradov 
Berta Marianna Mappa 
Fiorello/Ambrogio Nicolò Ceriani 
Un ufficiale Domenico Apollonio
Verona, Arena Opera Festival 24 agosto 2024
101° Arena di Verona Opera Festival

www.Sipario.it, 2 settembre 2024

Si diverte il pubblico dell'Arena al rossiniano Barbiere di Siviglia nel progetto fortunato di Hugo de Ana, ripreso più volte dal 2007 e riproposto in questa 101a stagione. Il lavoro del regista argentino, che firma anche scene, costumi e luci, posiziona i personaggi in un mondo fiabesco e colorato, ingigantito in scala così da farli apparire piccoli come miniature, creando un effetto simpatico e originale. La scena è un gigantesco cerchio di siepi sovrastate da enormi rose rosse, che si apre su spezzoni ruotanti, sempre di siepi e rose rosse, con qualche oggetto essenziale per far immaginare dove siamo: un labirinto in cui non ci si può perdere. I tanti movimenti come balletti o sketches, predisposti dalla coreografa Leda Lojodice, sono perfettamente in linea con la ricostruzione scenica e in grado di accrescere il coinvolgimento del pubblico grazie al piacevole effetto visivo di un palco fresco e vivace. Tutta la fantasiosissima serie di costumi fastosi, evocano coloristicamente una Spagna settecentesca fra turismo e pittura, con una lettura che se ne fa un baffo di edizioni critiche o di riletture drammaturgiche, ma punta l’acceleratore sul comico che rischia spesso di cadere nella farsa, con ballerini coloratissimi che danzano meccanicamente ai bordi della scena cercando di riempire lo spazio disponibile o che giocano con scale sedie e quant’altro capita. Quanto a recitazione, ricalca cliché già noti trasformando i tipi rossiniani in ingranaggi di un motore a pieni giri. Tutti recitano divertiti come fossero specialisti nell' arte della commedia dell'arte, non si sa quanto del proprio o indicazioni di regia; alla conclusione il lieto fine è salutato da predisposti fuochi d'artificio e da previsti grandi applausi. Ma il pubblico ride e si diverte. In questa recita di tardo agosto c'è infine un cast godibilissimo e tutti specialisti del repertorio rossiniano comico. Tra le varie combinazioni di cast che si sono susseguiti in queste recite si prevedeva in queste ultime tre rappresentazioni di agosto e settembre l'accoppiata belcantista Jessica Pratt come Rosina e Lawrence Brownlee, Conte d'Almaviva. Impossibilitati, (il soprano richiamata a Pesaro a ROF per il celebrativo Viaggio a Reims) sono stati prontamente sostituiti rispettivamente con la conferma, presente alla fine in tutte le recite, del mezzosoprano Vasilisa Berzhanskaya, risultata l'elemento portante di questa produzione, e con il tenore Jack Swanson paracadutato dal Rof 2024, appena concluso come protagonista nel Barbiere come Conte d'Almaviva e del celebrativo Viaggio a Reims della sera precedente, anche qui assieme alla medesima Vasilisa Berzhanskaya. Lei è’ una riuscitissima Rosina, che convince sia per l’interpretazione scenica, sia per quella musicale. Vocalmente si dimostra precisa e generosa nel suono, affrontando con scioltezza tutte le parti rappresentando una Rosina matura e consapevole. Accanto il Conte d'Almaviva (alias Lindoro, alias ufficiale, alias Don Alonso maestro di musica) il tenore Jack Swanson, fresco protagonista nel Barbiere pesarese, corretto nella sua prestazione, senza grandi slanci vocali e prudente ma addentro al personaggio per la parte musicale, da perfezione la parte dei recitativi. Personaggio simpatico ed efficace anche il Don Basilio Alexander Vinogradov il cui carattere suscita di certo grande simpatia con una performance vocale semplicemente esemplare senza azzardi vocali. Maestro d'interpretazione Carlo Lepore, nei panni di Bartolo, un pò in affanno nel veloce sillabato A un dottor de la mia sorte, anch’egli divertente e musicalmente curato. Ma il vero artefice della serata è stato certamente il baritono Davide Luciano che ha sorpreso tutti per l’affidabilità nel ruolo per la linea di canto chiara e lineare, capace di non esagerare con il suo ruolo di filibustiere dell’allegra combriccola di intriganti. Si è sempre preso la scena meritata e con padronanza. Meritevole la prova di Marianna Mappa, una Berta frizzante e piacevole all’ascolto, e più che apprezzabili i contributi di Nicolò Ceriani, nei panni di Fiorello e di Ambrogio, e di Domenico Apollonio (un ufficiale). La direzione era affidata a George Petrou, con più esperienza nel repertorio Barocco, a capo dell'orchestra della Fondazione che non aggiunge o toglie nulla alla tradizione esecutiva. Propone una gestione ordinaria che punta al coordinamento con il palcoscenico, talvolta concedendo anche piccole pause in attesa del riposizionamento degli artisti. Alla fine esplosione di fuochi d'artificio e applausi calorosi per tutti.

Federica Fanizza 

Ultima modifica il Mercoledì, 11 Settembre 2024 08:23

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