Sette round con Ernest Hemingway
Scrittura scenica collettiva con drammaturgia di Maura Pettorruso
con Woody Neri e Stefano Pietro Detassis
scenografia Stefano Zullo
luci Alberto Biasutti
costumi Tessa Battisti
regia Stefano Cordella
organizzazione Daniele Filosi
foto di Francesca Ferrai
produzione TrentoSpettacoli in collaborazione con Museo Hemingway
e della Grande Guerra/Fondazione Luca – Bassano del Grappa
Marostica (Vicenza), Ridotto Politeama, 26 ottobre 2019
La nuovissima produzione di Trento Spettacoli parte da un parzialmente inedito racconto giovanile di Hemingway, La scomparsa di Pickles Mc Carty, con drammaturgia di Maura Pettorruso, e ci porta direttamente al fronte dove la vera tragedia umana è in atto in tutta la sua drammaticità. La guerra, la prima mondiale, è in pieno svolgimento, e anche quel pugile che al primo round scenico abbiamo trovato a Chicago, Pickles appunto, forte delle sue vittorie e in procinto di andare a vincere il titolo mondiale dei pesi massimi incoraggiato dal suo manager, (salvo abbandonare l'avventura) è in prima linea, drogato e alcolizzato per dimenticare quei frammenti di vita che sta vivendo. Casualmente incontra un giornalista, Nick, e da lì si intrecciano a volte le loro esistenze, a volte quello che di vero li circonda,l'assurdità del conflitto e gli stati d'animo uniti alle paure e ai pensieri infiniti. Ambientato a Bassano del Grappa in tutta la sua centralità d'azione, nella villa Ca' Erizzo che ospitò lo stesso scrittore durante il conflitto della prima guerra mondiale assieme alle truppe alleate, in questi quadri visivi dove un ring simbolico e non fa da padrone di scena, e dove Pickles e Nick Adams si muovono più o meno rassegnati del loro stato emotivo, il testo fa uscire sempre più angosce, azione, una certa spavalderia sul pericolo che viene esorcizzato di continuo, ma di contro il trovarsi in un'altra persona, un altro simile, un'amicizia, e il valore di rimanere vivi in uno scenario che raggela. Interpretato con grande efficacia e rigore da Woody Neri, soldato pugile perso, ritrovato e ancora perso e ritrovato, e da Stefano Pietro Detassis che dà al suo cronista un'umanità piena, d'aiuto e di amicizia, lo spettacolo, con una regia di Stefano Cordella che mette sul campo, e non ai bordi del ring lo spettatore, emoziona e fa riflettere, dando ai suoi protagonisti l'opportunità sincera di mostrare le loro sfumature, e due recitazioni forti e consistenti che attraversano trasversalmente mille emozioni e raggiungono l'obiettivo - invito di continuare a riflettere sull'importanza della vita di fronte a inutili avversità come la guerra, portante solo distruzione e annullamento fisico e mentale, e tragedia umanitaria sempre e comunque. La drammaturgia di Maura Pettorruso colpisce per un linguaggio universale, sempre contemporaneo, sempre vivo, in cui si mescolano la convinzione dell'uomo forte e sprezzante e l'analisi lucida dello stesso uomo, se si ferma a pensare, a vivere di meno , o forse a vivere di più, a seconda dei punti di vista. Ne vien fuori dunque una riflessione forte, e un invito a scoprire, per chi non lo conosce, lo scrittore americano per certi versi contraddittorio nella sua vita , sospeso a metà tra avventura e realtà, sogni onirici e profondità intellettuali. Resta, in fondo, l'amaro calice della sofferenza alla quale far fronte con tutto se stessi, in un cercare di continuo, se si vuol salvarsi da un auto annientamento, la via magnifica, quella che può indicarci una nuova visione. Perché Pickles siamo un po' tutti noi, come a volte siamo Nick, in un contrapporsi di identificazione. Successo con tanti applausi convinti alla fine della serata, anche da parte di giovanissimi, che fanno sempre ben sperare per gli anni a venire, per il teatro.
Francesco Bettin