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R+G - regia Stefano Cordella

"R+G", regia Stefano Cordella "R+G", regia Stefano Cordella

Liberamente ispirato a Romeo e Giulietta di William Shakespeare
Drammaturgia: Tommaso Fermariello
Protagonisti: Caterina Benevoli, Duccio Zanone
Musiche originali live: Gianluca Agostini
Disegno luci: Nicolò Pozzerle, Roberto Raccagni
Regia: Stefano Cordella
Coproduzione Cordella/ Fermariello e Stabile del Veneto
Visto a Parma, al Teatro al Parco, Stagione Briciole Solares, il 14 febbraio 2024

www.Sipario.it, 15 febbraio 2024

Chi muore per primo? Drammaturgia di Tommaso Fermariello, regia di Stefano Cordella
A Parma, al Teatro al Parco, tanti studenti coinvolti da un racconto moltiplicato
Pieno di ritmo “R+G”, in dialogo al presente con “Romeo e Giulietta”

Molteplici gli intrecci, i rispecchiamenti, con “Romeo e Giulietta”: per la storia che raccontano i due protagonisti, Cate e Duccio, gli interpreti di “R+G”, Caterina Benevoli e Duccio Zanone, personaggi principali Riccardo e Gaia, dalle stesse iniziali della tragedia ben nota, ma nella narrazione c’è anche, oltre a Don Lorenzo e Mercuzio, la messa in scena scolastica proprio di quello stesso testo shakespeariano, a cui si aggiunge l’assoluta circolarità dell’opera. La “sinistra stella”, che già dice del destino dei due giovani, diviene qui la descrizione delle due ultime foto, all’inizio e al termine della rappresentazione, con una drammaturgia e regia di notevole efficacia, rispettivamente di Tommaso Fermariello e di Stefano Cordella.
“4.48 Psychosis” è il testo scritto da Sarah Kane prima di suicidarsi. Il titolo deriva da un’indagine statistica che aveva rilevato come quell’orario della notte fosse scelto con più frequenza da chi aveva deciso di togliersi la vita. La descrizione di quelle immagini, che aprono e chiudono lo spettacolo, un panorama notturno scattato dall’alto, Riccardo e Gaia con un bacio e il sorriso, “vengono postate su Instagram alle 4.47”. 
Ecco: ancora solo un minuto…
“R+G” inizia con il fragore di un concerto rock, musiche originali live di Gianluca Agostini, ma accoglie in sé molte diverse sfumature sonore, a tratti Duccio Zanone suona la chitarra  - o cantano insieme i due protagonisti. C’è molto ritmo in tutto lo spettacolo anche quando prevale il racconto, che è continuamente scandito da un veloce passa parola, battute che si inseguono, ma importanti sono anche gli sguardi, non solo nel trovare una reciproca solidarietà nei toni, nelle sfumature di partecipazione emotiva, ma anche nel fare propri, per brevi tratti, i ruoli di Riccardo e Gaia, come per un fuggevole bacio o il bisogno di vicinanza, la testa di lei appoggiata sulla spalla di lui in un momento di assoluto sconforto per entrambi. 
Aste di neon intorno, Cate & Duccio pressoché sempre con microfono in mano: anche se poche sono le vere azioni teatrali si ha la sensazione di un continuo dinamismo, per la musica, la complicità tra i due interpreti, la storia stessa che incalza, tanti i personaggi che entrano in gioco. Primo tra questi il papà di Gaia, Lele, dentro un gorgo fallimentare, lavoro, famiglia, amici. E si fanno sempre più tesi i rapporti con la figlia, specie quando scopre uno zaino pieno di droga, che però aveva lasciato lì Riccardo, che a sua volta aveva fatto un favore a Mercuzio… 
Ma è inutile entrare nell’intreccio se non per evidenziare alcuni aspetti di diffusa infelicità - e violenza. Gaia subirà un’aggressione in bagno, un tentativo di stupro, e Mercuzio verrà picchiato pesantemente per quella droga scomparsa. Ma: chi muore? Nell’opera shakespeariana tanti giovani: oltre ai due protagonisti anche Mercuzio, Tebaldo e Paride. Qui per primo il padre di Gaia: ucciso. Pure prima di quelle due foto - le ultime di un amore che sembra ormai vivere dentro una catastrofe irrimediabile - c’è la rappresentazione di “Romeo e Giulietta”, dove Gaia, che aveva scoperto il suo talento di attrice, aveva dovuto però accettare il ruolo della balia, lei troppo “grossa” per l’esile freschezza della bella Capuleti. Ma la soddisfazione era stata grande: riconosciuta la sua competenza recitativa, tanti gli applausi. Ormai però impossibile sorridere al futuro. Si erano incontrati a una festa Gaia e Riccardo il 21 dicembre. Lo spettacolo e quelle due foto della fine sono del 21 giugno. 
Cate e Duccio, nella complessa costruzione drammaturgico-registica, sempre comunque dall’ascolto coinvolgente, sembra che sentano il bisogno di lasciare spazio anche a loro esperienze personali, per il conflitto con il padre lei, per i turbamenti di un bacio improvviso lui. 
E non mancano, in questa corsa convulsa, dolorosa, verso le 4,48, aperture all’ironia, come quando s’immagina la scena del primo rapporto d’amore tra Riccardo e Gaia, comunque sempre attraversata da una vasta tenerezza, una comprensione per affinità, che era certo anche quella del pubblico, ragazzi delle superiori che, a Parma. riempivano la Sala Grande del Teatro al Parco.

Valeria Ottolenghi

Ultima modifica il Lunedì, 19 Febbraio 2024 04:38

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