di Marie N'Diaye
regia Renzo Martinelli
con Alberto Astorri, Federica Fracassi, Francesca Grolla
si ringrazia Malìparmi per gli abiti indossati da Federica Fracassi
produzione Teatro i
al Teatro i, Milano, 26 novembre 2012
Renzo Martinelli nel mettere in scena Hilda di Marie n'Diaye s'inventa una pista circense che a tratti è anche un po' ring su cui si combatte un confronto di classe, o forse si gioca una battaglia al massacro che non conosce vincitori ma solo vinti. Alcune sedie, sagome di mobili, lampadine che pendono dal soffitto, a fianco un servo di scena dj, bonne ninfetta, alias Francesca Grolla, che poi si scoprirà essere la sorella di Hilda. Hilda è l'assenza e il motore del testo di Marie n'Diaye in cui una ricca e angosciata signora cerca una cameriera. All'offerta di lavoro risponde Frank (Alberto Astorri), il marito di Hilda, alla disperata ricerca di una qualsiasi occupazione. Lui sarebbe disposto a tutto, ma la ricca signora vuole lei, Hilda. Da qui inizia il gioco al massacro, la ricca signora – interpretata da Federica Fracassi – si fa tiranna della povera Hilda, la sottrae al marito, ai figli, ne tiranneggia le relazioni familiari. Più Hilda si fa succube/amica della signora – almeno nei suoi racconti di lucida follia di padrona - più la vita di Frank si svuota, più si rafforza la bella signora, arrogante, cinica, bambolina capricciosa, più l'uomo perde in vigore, destinato a soccombere alla signora fino a quando... Fino a quando non entra in scena la sorella di Hilda; fino a quando la stessa Hilda – per dichiarazione della signora – è ormai una sorta di bambola svuotata, fino a quando la padrona decide di restituirla, forse di sbarazzarsene, ma senza riuscirci; fino a quando non incontra il rifiuto di Frank e della sorella di Hilda, fino a quando il cerchio di chiude, lasciando sul tappeto solo vinti, anime e corpi svuotati da un troppo volere e desiderare. In un allestimento pauperistico ma efficace, firmato con attenta regia e capacità di valorizzare i suoi attori da Renzo Martinelli, brilla per forza interpretativa, per potenza fisica, capacità tonali, trasformismo mai di maniera e virtuosistico, ma di sostanza la bravissima Federica Fracassi che non perde una battuta, non molla un momento il suo antipatico e crudele personaggio, ne fa un ritratto scoppiettante, un coacervo di razionalità e follia che trascina tutti, una domatrice di anime e di corpi, una tiranna senza scrupoli, un'anima infelice e vampiresca. Alberto Astorri nella sua abbondante fisicità è corpo, è uomo lasciato a se stesso, è vinto ancora prima dell'inizio della battaglia, è oggetto di ricatto e soggetto d'amore per la sua Hilda che pure non esita a sacrificare. Francesca Grolla è una cameriera/Lolita, è un servo di scena e dj che riempie le varie fasi dello scontro fra la signora e Frank, è il desiderio e l'affrancamento della servitù... Applausi per una Federica Fracassi giustamente premiata con l'Ubu quale migliore attrice e riconoscimento al lavoro di Renzo Martinelli e il suo Teatro i laboratorio di intelligenza e attenzione drammaturgia.
Nicola Arrigoni