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LOCANDIERA (LA) - regia Stefano Sabelli

Silvia Gallerano e Claudio Botosso in “La Locandiera”, regia Stefano Sabelli Silvia Gallerano e Claudio Botosso in “La Locandiera”, regia Stefano Sabelli

di Carlo Goldoni
Con Silvia Gallerano, Claudio Botosso
e con Giorgio Careccia, Chiara Cavalieri, Diego Florio,
Giulio Maroncelli, Giovantonio Martinoni, Eva Sabelli

musiche dal vivo Angelo Miele
scene Lara Carrissimi – Michelangelo Tomaro
costumi Martina Eschini
disegno luci Daniele Passeri
tecnico audio luci Gianmaria Spina
adattamento e regia Stefano Sabelli
PRODUZIONE TEATRO DEL LOTO - TEATRI MOLISANI
Bassano del Grappa,(Vicenza), Teatro Remondini, 12 febbraio 2019

www.Sipario.it, 13 febbraio 2019

Ambientare Goldoni in un'epoca "moderna" e non a Venezia ma in una landa del Po, in una locanda chiamata "Vecchio Po" per l'esattezza, è una scelta registica azzeccata, in questa "Locandiera", perché i personaggi pur nel fedelissimo testo,sono calati alla perfezione negli anni Cinquanta, in quelle acque di Bassa Padania stagnanti e in atmosfere nebbiose. E mostrarlo al pubblico bassanese del teatro Remondini (siamo in pieno Veneto) sembra una scommessa, peraltro vinta quasi già dalle prime scene, dopo, forse, qualche titubanza. Partiamo anche dal presupposto che questo è teatro nel senso più puro della parola. Meccanismi oleati e funzionali, una scena incredibilmente viva,niente microfoni vari sui visi e un gruppo di attori a dir poco affiatatissimi. Tutto questo mostra la "Locandiera" firmata Teatro del Loto –Teatri Molisani, nell'adattamento che Stefano Sabelli cura, assieme alla regia attenta e dinamica, assieme a quel turbinio che i protagonisti della commedia creano di continuo muovendosi tra canzoni e musiche di quell'epoca, ("Ma l'amore no" e "Pinguino innamorato" tra le altre), arrivando con barche che attraccano, saltando di continuo come un esercizio fisico senza soste di stanza in stanza grazie alla splendida scena girevole. La straordinaria Silvia Gallerano interpreta Mirandolina senza risparmiarsi, una padrona di casa che è sempre lei, continuamente alle prese coi suoi ospiti, il Conte d'Albafiorita (un Giorgio Careccia in forma smagliante) e il Marchese di Forlipopoli, al quale Gianantonio Martinoni presta la maschera che tanto diverte i presenti. I due, con i loro corteggiamenti insistenti e inutili, e quella misoginia di sicuro poco palesata, come da testo appunto, del Cavaliere di Ripafratta, (un altrettanto ottimo e ammirevolissimo Claudio Botosso),dapprima distaccato e poi sempre più coinvolto dalla padrona della locanda, si stuzzicano e talvolta si alleano, e Mirandolina sembra non saper scegliere sempre bene da che parte stare, strizza l'occhio di qui e di là, e gioca con godimento arguto col Cavaliere misogino, e ancor di più col servo Fabrizio, che Diego Florio rende immediato e sempre più innamorato. I quadretti sono pimpanti e scorrono via allegri, con un ritmo giusto sapientemente armonizzato e scandito dalla fisarmonica suonata dal vivo da Angelo Miele. A rendere ancora più allegra e frizzante la storia non manca l'impacciata finzione delle commedianti Ortensia e Dejanira, che Chiara Cavalieri e Eva Sabelli propongono ricamandone sopra frizzi e lazzi, con vera interpretazione. E divertentissimo, puntuale anche lui all'appuntamento è certamente Giulio Maroncelli, che con disinvoltura e un po' di follia ambigua porta sul campo, pardon, sull'umida terra del Po, i tratti di un servitore prodigioso e scaltro. Quando il Cavaliere di Ripafratta se ne va deluso e amareggiato da Mirandolina, e da quel luogo insano e respingente, sembra che tutto possa ricominciare. Anche perché non va di vederla finita, la commedia. Il pubblico di Bassano ha applaudito lungamente e con convinzione, tributando un successo e un affetto per tutti al di sopra di ogni dubbio.

Francesco Bettin

Ultima modifica il Domenica, 17 Febbraio 2019 23:18

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