di Cristian Ceresoli
con Silvia Gallerano
Produzione Frida Kahlo Productions con Richard Jordan Productions,
Produzioni Fuorivia con Summerhall (Edimburgo), The Basement (Brighton),
Soho Theatre (Londra) e Teatro Valle Occupato (Roma)
Genova, Teatro dell'Archivolto 10-11 aprile 2015
Vincitore nel 2012 di sei premi importanti (tra cui migliore scrittura e migliore interpretazione al Fringe Festival di Edimburgo e Premio della Critica come migliore spettacolo) e tradotto in altrettante lingue, La merda è in tournée da quattro anni realizzando il tutto esaurito in Italia come all'estero. Uno spettacolo di successo e di richiamo internazionale che crea curiosità e grandi aspettative.
Anche la prima delle due date genovesi fa il pieno di pubblico. Gli ultimi arrivati accettano di sedersi sui gradini piuttosto che rinunciare all'evento. Il passaparola funziona e forse, oltre ai riconoscimenti ufficiali, a fare presa sono il titolo provocatorio e la nudità integrale in scena di Silvia Gallerano, protagonista di questo one-woman-show.
La drammaturgia, firmata da Cristian Ceresoli, non colpisce per originalità, ma è ben costruita. Una ragazza, bassa di statura e col complesso delle cosce grosse, subisce la perdita del padre quando è ancora una bambina. Da quel momento decide di dedicarsi con coraggio e sacrificio al suo desiderio più grande: sfondare nel mondo dello spettacolo. Per arrivare al suo obiettivo è disposta a tutto, anche a perdere la propria dignità, ad abituarsi a ciò che la disgusta, a fare come la femmina del polpo che, in caso di necessità, mangia i suoi stessi tentacoli. Ceresoli sceglie di raccontare il cammino verso la fama e il successo come un flusso di coscienza che svela un'umanità fragile e autodistruttiva.
A mio parere l'eccellenza dello spettacolo è da ricercare nella performance di Silvia Gallerano. Anche in questo caso non è l'originalità il punto forte, bensì la tecnica e la carica emozionale. Il codice interpretativo fa riferimento ad una lunga tradizione di performance di ricerca, soprattutto di scuola romana, che punta sul corpo e sulla distorsione vocale. In questo Gallerano è straordinaria. La caratterizzazione dei personaggi che propone è precisa come un rasoio. Ogni voce porta in scena un mondo interiore. La qualità della sua performance è talmente personale che è difficile pensare questo spettacolo con un'altra attrice, con un altro corpo.
Il coraggio di provocare e di andare fino in fondo viene premiato con lunghi applausi.
Marianna Norese