domenica, 08 settembre, 2024
Sei qui: Home / L / LIUNGA STRADA DI SABBIA (LA) - adattamento e drammaturgia Fabrizio Sinisi

LIUNGA STRADA DI SABBIA (LA) - adattamento e drammaturgia Fabrizio Sinisi

“La lunga strada di sabbia", adattamento e drammaturgia Fabrizio Sinisi. “La lunga strada di sabbia", adattamento e drammaturgia Fabrizio Sinisi.

La lunga strada di Sabbia da Pier Paolo Pasolini
Compagnia Lombardi – Tiezzi, di Federico Tiezzi
con Sandro Lombardi e il mezzosoprano Monica  Bacelli,
pianoforte Andrea Rebaudengo
da un’idea di Biagio Scuderi
adattamento e drammaturgia Fabrizio Sinisi
drammaturgia musicale Emilio Sala
co-produzione Società del Quartetto di Milano
Visto nel chiostro di Santa Chiara di Sansepolcro il 12 luglio 2024
nell'ambito del “Festival Kilowatt 2024”
diretto da Lucia Franchi e Luca Ricci fondatori dell'Associazione CapoTrave/Kilowatt

www.Sipario.it, 18 luglio 2024

La lunga strada di sabbia. Il viaggio in Italia di Pier Paolo Pasolini è una sorta di teatro non 'di' ma 'della' e 'dalla strada', un moderno Grand Tour d'Italie percorso sulle note motorizzate di una Fiat 1100, prima che questa diventasse il simbolo di quella endogena modernizzazzione 'economica' e capitalista che certamente Pier Paolo Pasolini non amerà e sposerà mai, diversamente da altri intelletuali italiani.

Non un racconto, pertanto, ma una vera e propria 'elegia' in cui l'Italia di allora (ma forse anche un pò, quanto meno per drammatica contrapposizione, quella così diversa di oggi) acquisiva una personalità fatta della intima condivisione con la personalità del giovane poeta che ancora voleva 'riconoscerla' nei tratti che amava e che poi si persero nell'ambigua omogeneità appiattente del 'moderno'.

Lo spettacolo nell'adattamento di Fabrizio Sinisi è, in questo senso, lo sguardo drammaturgico che Federico Tiezzi, accompagnato e illuminato da quello attoriale di Sandro Lombardi, propone e volge al famoso reportage che nel 1959 (è un altro secolo anche come percezione) fu commissionato a Pasolini dalla rivista “Successo”.

Tra l'altro gli ultimi due, Federico Tiezzi e Sandro Lombardi intendo, sono anche i padrini di questa XXII edizione del Festival “Kilowatt”, scelti in quanto maestri della scena nazionale e europea, e oltre a questa drammaturgia hanno portato a Sansepolcro anche il video-teatro La belva della giungla dalla novella di Henry James.

Ovviamente e felicemente non è una semplice riproposizione ma sulla scena diventa una efficace e affettuosa ricomposizione ed anche, proprio per questo, una puntuale ricognizione di un giovane Pasolini già inquieto ma ancora pieno di forza e speranza, un giovane Pasolini che abbiamo purtroppo quasi dimenticato, sommerso come è stato e come è dalla asprezza di una contrapposizione che lo ha visto tragicamente perdente nella vita ma capace di tornare ad essere vincente ora.

Il tempo anche quello della cultura e dell'Arte, come la sabbia di una strada sterrata che sembra sempre sul punto di disperdersi nel vento ma sempre ritorna alla sua origine, è infatti forse ancora capace di essere, nella distanza, schermo adatto a ricomporre le distorsioni prodotte dalla polemica anche aspra, nonché della cattiveria ipocrita di molti giudizi, e dunque di proporsi come giudice 'giusto'.

I brani selezionati per essere un puzzle unitario e unificante, segno e simbolo di una esperienza che da esistenziale riesce a trasfigurarsi in estetica, danno paradossalmente conto di una nuova condivisione offrendo di nuovo e fortunosamente, quasi fossero relitti poeticamente preservati di un naufragio, quelli che, come scrive il foglio di sala, sono stati “uno dei rari momenti di 'felicità pasoliniana'”.

Sul palcoscenico Sandro Lombardi, peraltro, non 'legge' ma utilizza il testo e lo stesso 'leggio' come raffinati strumenti di scena, dando corpo concreto e sangue ancora fluente a quelle parole, travestite concretamente nella sua voce e nella sua mimica.

Insieme a lui la brava mezzosoprano Monica Bacelli è l'alternanza tra parola e canto, a dare l'una all'altro e viceversa le ali per volare ancora più lontano, interpretando brani non tra i più conosciuti e facili ma, direi, tra quelli più appropriati.

Terzo, ma non ultimo, con loro il bravissimo strumentista Andrea Rebaudengo custode di un'arte pianistica inusuale ma vincente, che integra la melodia con l'ormai raro pizzicato sulle corde del suo pianoforte e con la ritmica delle battute manuali sullo stesso strumento.

Uno spettacolo bello che va oltre l'omaggio e la sempre evitata repertazione filologica e simil-archeologica, per restituirci una parte di Pier Paolo Pasolini (e anche di noi) che non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo dimenticare.

Maria Dolores Pesce

Ultima modifica il Sabato, 20 Luglio 2024 11:49

About Us

Abbiamo sempre scritto di teatro: sulla carta, dal 1946, sul web, dal 1997, con l'unico scopo di fare e dare cultura. Leggi la nostra storia

Get in touch

  • SIPARIO via Garigliano 8, 20159 Milano MI, Italy
  • +39 02 31055088

Questo sito utilizza cookie propri e si riserva di utilizzare anche cookie di terze parti per garantire la funzionalità del sito e per tenere conto delle scelte di navigazione. Per maggiori dettagli e sapere come negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie è possibile consultare la cookie policy. Accedendo a un qualunque elemento sottostante questo banner si acconsente all'uso dei cookie.

Per saperne di più clicca qui.