di Paolo Rossi
con Paolo Rossi, Emanuele Dell'Aquila, Alex Orciari e Stefano Bembi
produzione La Corte Ospitale
Genova, Politeama Genovese, 27- 28 marzo 2015
Paolo Rossi è sulla strada ancora, come recitava il titolo di un suo spettacolo di non molti anni fa. Questa volta sale sul palcoscenico non solo in qualità di attore comico, o meglio saltimbanco, scavalca-montagne, come ama definirsi, ma anche di maestro. E lo fa a modo suo, realizzando uno spettacolo che, come di consueto, è un grande contenitore di aneddoti personali, barzellette e canzoni, composte da Gianmaria Testa ed eseguite dal vivo dai Virtuosi del Carso, alias Emanuele Dell'Aquila (chitarra e spalla), Alex Orciari (contrabbasso) e Stefano Bembi (fisarmonica).
Il carisma di Paolo Rossi non perde smalto. Ancora prima di vederlo apparire in scena con cappello e gilè, la sua voce consumata risuona in platea e si ingrazia il pubblico sin dalla prima battuta. Gran parte della serata procede con le luci in sala. Rossi ha bisogno di guardare negli occhi gli spettatori, di interagire, di ascoltare gli umori tra le file, di captare le reazioni. Perché questo è quello che fa un comico: provare, buttarsi, essere vivo ad ogni performance. Lezione di teatro numero uno.
In un paio d'ore di show Rossi ci propone una carrellata della sua vita artistica: partendo dai maestri come Fo, Strehler, Gaber, Jannacci, passando attraverso lo studio del teatro classico e approdando alla comicità. In questo percorso le tre anime del saltimbanco, ovvero la persona, l'attore e il personaggio, cercano di esorcizzare la paura della morte. Perché questo è quello che fa un comico: dare conforto alla gente facendola ridere delle proprie paure. Lezione di teatro numero due.
Le lezioni si avvicendano tra canzoni, barzellette sporche, imitazioni di animali, conversazioni immaginarie, racconti di sogni o di episodi di vita vissuta. Quello che resta alla fine dello spettacolo non è solo il divertimento di una performance piena di ritmo e di risate, ma anche la complicità con cui Rossi ci mette a parte delle proprie fragilità, con una verve e un coraggio che lo fanno ancora stare saldo sul palco.
Marianna Norese