di Tino Caspanello
Con Cinzia Muscolino e Tino Caspanello
Costumi Cinzia Muscolino
Scena e regia Tino Caspanello
Produzione Teatro Pubblico Incanto
Teatro Val d'Agrò di Santa Teresa di Riva, 29 aprile 2017
All'uscita dal teatro, un'anziana signora ricorda alle amiche la prima assoluta di Mari in quel di Pagliara, evento spartiacque della carriera di Tino Caspanello. Era il 2003, prima del successo in Francia e in Polonia, del Premio Riccione o della collaborazione con l'Università di Hong Kong: un sogno fatto in Sicilia percorre da quattordici anni il globo, dalle più prestigiose sale internazionali ai palchi di provincia.
L'accogliente Val d'Agrò, piccolo teatro privato di Santa Teresa di Riva gestito con ambizione dalla direttrice artistica Cettina Sciacca, è l'ultimo approdo di un testo fondato sul non-detto, sui limiti stessi del linguaggio. Il confine di un mondo, per citare Wittgenstein, convitato di pietra della delicata messinscena. La dolce nenia delle onde accompagna un dialogo tra un pescatore (lo stesso Caspanello) e la moglie (Cinzia Muscolino): apparentemente ordinario, dialetticamente decisivo per rivelare visioni oniriche, pensieri celati, talenti nascosti. Cura, protezione, un affetto immarcescibile nonostante le difficoltà quotidiane: accantonata ogni pretesa di superomismo, un semplice individuo si svela fragile amante di una solitudine contemplativa che sfocia in una metafisica del silenzio, mentre la donna è pietra filosofale che tramuta la stanca ripetizione di un gesto in una inusuale dichiarazione d'amore. Carezza di velluto contro tutte le asperità, Mari continua ad essere frutto prezioso di una poetica che ha nobili capostipiti in Consolo e D'Arrigo, quasi un'omelia a due voci sul valore del contatto umano.
Nessuna ricetta standard per Caspanello, che affida un messaggio in bottiglia alle placide acque di un mare riconciliante. Privo di pesci, tuttavia, in una perfetta armonia tra uomo e natura resa per una notte libera da qualsiasi sopraffazione.
Domenico Colosi