regia collettiva di Teatrino Giullare
scritto, diretto e interpretato da Teatrino Giullare
fisarmonica David Sarnelli
maschere Cikuska
produzione Teatrino Giullare con il sostegno della Regione Emilia-Romagna
La Falegnameria, Torino, 8 ottobre 2023
La tradizione orale del racconto è antica quanto la storia dell’uomo, insieme di gesti ed azioni dalla notte dei tempi ripetuti in apparenza sempre uguali, nella realtà ogni volta depositari di un fascino e di una magia non replicabili: l’ennesima conferma la si è avuta assistendo a Una notte su mille che il Teatrino Giullare ha presentato a Torino per il festival Play with food nei suggestivi spazi di un’ex falegnameria ora adibiti ad abitazione privata. Tratta dallo sconfinato materiale delle Mille una notte, di cui in apertura di serata si ricostruisce l’originale genesi, la performance per due attori in maschere e musicista si ispira al nucleo narrativo della celebre raccolta di novelle orientali, racconti nati e tramandati in forma orale che nei millenni hanno rappresentato un indistruttibile ponte culturale tra Oriente e Occidente: e se di fascino del racconto si può e deve parlare per il passato, altrettanto andrebbe e va fatto per il presente, tempi moderni in cui la suggestione dell’arte oratoria potrebbe ben aiutare a meglio comprenderne le assurde contraddizioni. Nelle tre storie raccontate, per il pubblico intervallate dalla degustazione di melograno, te e biscotti, risuonano tanto i suoni e i profumi del lontano Oriente, quanto tematiche universali come la forza dell’amore e l’ineluttabilità del destino, la potenza di una magia popolare che abita califfi e mercanti, principesse e gobbi, nel ritratto di un’umanità che si fa paradigma dei misteri dell’esistenza: ma soprattutto, è in questo risiede il maggior pregio dell’intera operazione, Una notte su mille riappacifica con l’ancestrale significato del fare teatro, il ritrovarsi come comunità in uno spazio circoscritto, con attori e musicista ad accompagnare il pubblico nell’immaginario viaggio in culture e mondi lontani. Occasione per rivivere quella dimensione rituale di una parola che si fa azione/teatro in grado, dagli immaginifici tempi dell’arguta Shahrazad, di affabulare intere comunità. Roberto Canavesi